Il nostro inviato tra i cristiani rifugiati. Gli scatoloni, le pulizie, le feste senza regali. E la Messa con il patriarca Sako e il primo ministro del Kurdistan Barzani.
Questo è il momento in cui l’uomo geme nella nostalgia di riavere la propria vera casa e di ripercorrere e di ritrovare fino in fondo il suo vero e proprio Natale: il Natale di Cristo.
Il Bambino divino è diventato il Maestro e ci ha detto che cosa dobbiamo fare. Per permeare tutta una vita umana di vita divina non basta lasciarsi prendere dall’incanto della notte santa
Nel suo Racconto di Natale il giornalista e scrittore narra la storia di don Valentino, segretario del vescovo, di come Dio «disparve» dal Duomo e fu, infine, ritrovato in una «grande chiesa ai limiti di una vastissima landa»
È una nuova specie di bambini, una generazione di pupi e marmocchi “ecologicamente modificata”. Come sempre capita ai fenomeni di avanguardia pure questo arriva dagli Stati Uniti: il New York Times, qualche anno fa, gli dedicò il primo reportage. E fu la fine. Anzi, l’inizio. Il principio di una tendenza che in pochi mesi diventerà movimento: quello delle EcoMom, le eco-mamme. Niente a che vedere con le casalinghe disperate: queste sono giovani, sicure di sé, colte e con una spiccata coscienza ambientale. I loro pargoli, sono i primi “bambini a impatto zero”. Come la musica e le aziende sponsorizzate da Lifegate, la radio che non nuoce alla salute e fa bene alle foreste. Non siamo ancora arrivati allo scambio neonati-alberi, ma è solo questione di tempo.
Si parla sempre di meno della guerra in Siria. La tragedia di Mosul - con le centinaia di migliaia di profughi che vivono un esilio durissimo in Kurdistan - ha portato un altro angolo del Medio Oriente in cima alle preoccupazioni dei cattolici di tutto il mondo. Ma l'effetto collaterale è che stiamo cominciando a dimenticarci che la stessa guerra continua anche là dov'è cominciata. E - dunque - che i cristiani della Siria in queste ore si preparano a vivere il loro quarto Natale consecutivo nella sofferenza.
Dopo avere ricordato nella notte di Natale la tenerezza del Bambino Gesù, nel Messaggio Urbi et Orbi del 25 dicembre 2014 Papa Francesco ha insistito sulle «tante lacrime che ci sono in questo Natale insieme con le lacrime di Gesù», a causa di tanti Erode che ancora perseguitano i bambini, cominciando da prima che nascano. Nell'omelia della Messa della notte di Natale, il Papa ha mostrato «lungo il cammino della storia, la luce che squarcia il buio e ci rivela che Dio è Padre e che la sua paziente fedeltà è più forte delle tenebre e della corruzione». Il Bambino Gesù è icona dell'infinita pazienza di Dio. «Dio non conosce lo scatto d’ira e l’impazienza; è sempre lì, come il padre della parabola del figlio prodigo, in attesa di intravedere da lontano il ritorno del figlio perduto. E tutti i giorni, con pazienza. La pazienza di Dio».