A Donetsk il viso di Cristo eletto a simbolo della guerra di indipendenza del Donbass da Kiev. Si rappresenta la trinità, intesa come l’Unità della Rus’: Malorossia (Ucraina) Belorossia (Bielorussia) e Velikorossia (Russia). In slavo antico c’è scritto: “per la fede, lo zar, e la santa trinità della Rus’” (Vita.it, 24 dicembre)
Una delle principali preoccupazioni della Chiesa negli ultimi anni è stata l'emarginazione delle credenze religiose, relegate al contesto privato. Questo fenomeno si verifica in ambienti secolarizzati nei quali si limita la manifestazione pubblica della fede, dando luogo a situazioni che hanno provocato una notevole controversia o sono arrivate perfino in tribunale.
“C'è chi tace, perché non sa che cosa rispondere, e c'è chi tace, perché conosce il momento propizio” (Siracide 20,6)
Notate come Dio ha creato la natura silenziosa, calma e produttiva. Non sentiamo e non vediamo la pianta crescere, ma cresce senza sosta, nel silenzio. Una foresta intera cresce senza far rumore. È nel silenzio che la natura produce le sue meraviglie: il fiore che si apre, la farfalla che lascia il bozzolo, la frutta che matura, il bambino che si sviluppa, i trilioni di stelle che brillano... La natura non ha fretta.
«Il portinaio aveva due figli, uno era Peppino e sarebbe diventato mio amico. Gesù quel Natale portò i doni come sempre: com’è naturale a me portò molto più che a lui»
Siamo presi come tra due fuochi nella stalla di Betlemme dipinta da Federico Barocci nel 1597: gli occhi sgranati del bue e dell’asino e quelli sorpresi dei due pastori che battono all’uscio. Nessuno ci aveva condotto così dentro il Mistero del Natale. E ci sentiamo quasi in imbarazzo non sapendo bene dove collocarci. A ben guardare questa Natività è tutta in movimento: la Vergine spalanca le braccia quasi per segnare i confini eterni del Mistero; Gesù sembra essersi liberato in quel momento dal tepore della coperta e volge gli occhi alla Madre; san Giuseppe corre alla porta ad accogliere i pastori e questi ultimi già si piegano in adorazione prima ancora d’essere entrati. E in tutto quest’andirivieni dove siamo noi? Noi che stentiamo a credere al miracolo che ha cambiato il mondo, all’evento che ha fondato le radici della nostra Europa?