sentinelle-in-piedi-tempi-copertinaLe Sentinelle in piedi, ovvero quanto di peggio possa capitare al giornalista collettivo. Perdigiorno omofobi o una nuova Rosa Bianca? Compulsivi occupatori di suolo pubblico, oppure – per dirla col sociologo Introvigne – «l’ultimo tassello della Controrivoluzione»? È bene chiarirsi le idee in fretta perché il 5 ottobre accadrà qualcosa che pochi si aspettano. In contemporanea in 100 città italiane (cento) le Sentinelle (Sip) sfideranno boicottaggi, fischi e sputi e scenderanno in piazza con la loro vincente (e poetica) ortoprassi: posizionati a scacchiera (a due metri l’uno dall’altro), in un potente e rigoroso silenzio, con un libro in mano in segno di approfondimento continuo («noi studiamo, voi?»).
«Il martirio è probabilmente la via più breve per il paradiso». Così Abu Mariam, francese, spiega a Foreign Policy la sua decisione di andare in Siria («un luogo sacro raccomandato dal Profeta»). Abu è uno dei tremila islamici con passaporto dell’Unione Europea ed è entrato nelle file degli jihadisti del califfo Abu Bakri Al Baghdadi per combattere i miscredenti e guadagnarsi il paradiso. Quando era adolescente, ha «bevuto, preso droga, fatto sesso», spiega a Fp. Poi, a 19 anni, si è convertito all’islam. È fuggito da un quartiere malfamato di Tolosa, dove viveva, e ora porta un kalashnikov e guerreggia sulle montagne Kassab, in Siria, per conto dello Stato Islamico. Sostiene di non essere «mai stato più felice».
Intervista al legale dei buttafuori del locale, tutti assolti. Il caso ebbe grande risonanza sui media che iniziarono a parlare dell’urgenza di una legge che contrastasse le discriminazioni per l’orientamento sessuale.
Sono musulmani, nati in Europa, cresciuti nelle grandi città e molti di loro hanno meno di trent’anni, i tremila cittadini dell’Unione Europea arruolatisi in Siria e in Iraq nell’esercito dello Stato Islamico. Da quando l’Isis ha travalicato i confini con l’Iraq è stato chiaro a tutti i paesi europei che i militanti islamici espatriati e mandati a combattere contro Assad, sarebbero diventati un pericolo per la propria sicurezza. A una settimana dalla risoluzione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che impegna i paesi membri a evitare le trasferte dei potenziali jihadisti, le nazioni più “multi-culturaliste” stanno cercando di affrontare il problema.
Mi sento come una persona scelta perché possa avvenire il miracolo. Claudia aveva chiesto un appuntamento con me per riversare un po’ della sua grande preoccupazione nella relazione importante creatasi, due mesi fa, tra noi. Il nostro primo incontro: «Ho una grave situazione di salute: due fibromi molto grandi si sono formati nel mio utero. I medici sanno di non potermi praticare un taglio cesareo per la possibilità di gravi emorragie, ed è molto improbabile che possa avere un parto spontaneo. Come faccio a portare avanti questa seconda gravidanza?». Così diceva guardando con sofferenza la sua prima bambina, quasi come si dicesse perché Cecilia sì e quest’altro figlio no?
L’ultima tappa del pellegrinaggio di Padre Filippo Neri era la Basilica di Santa Maria Maggiore dove i fedeli si recavano per inginocchiarsi di fronte all’immagine della Madonna “Salus populi romani”. L’icona, che ora si trova nella cappella Paolina o Borghese, dalla tradizione è ritenuta opera dell’evangelista Luca che su un legno di cedro di dimensioni piuttosto significative dipinse la Vergine, con il manto azzurro scuro filettato d’oro, che tiene tra le braccia il Bambino Gesù. Proprio a questa Madonna il cardinale Bergoglio si rivolse all’indomani della sua elezione al soglio pontificio.
Si parla molto in questi giorni sulla stampa internazionale del caso del vescovo di Ciudad del Este, in Paraguay, monsignor Rogelio Livieres Plano, sollevato dal suo incarico dal Santo Padre dopo che non aveva accolto il «consiglio» di dimettersi. Certamente - sul punto sono d'accordo la Santa Sede e lo stesso Livieres - le ragioni dell'intervento vaticano vanno al di là di vicende personali del vescovo, e derivano dal contrasto insanabile fra il prelato e gli altri vescovi paraguaiani. Livieres - che era l'unico vescovo del Paese ad avere un seminario fiorente e pieno - ha idee di tipo teologico e politico conservatrici, mentre gli altri vescovi del Paraguay la pensano grosso modo all'opposto.
La Madonna apparendo a Fatima il 13 giugno 1917, tra l’altro, disse a Lucia:
“Gesù vuole servirsi di te per farmi conoscere e amare. Egli vuole stabilire nel mondo la devozione al mio Cuore Immacolato”.
Poi, in quella apparizione, fece vedere ai tre veggenti il suo Cuore coronato di spine: il Cuore Immacolato della Mamma amareggiato per i peccati dei figli e per la loro dannazione eterna!
Lucia racconta: “Il 10 dicembre 1925 mi apparve in camera la Vergine Santissima e al suo fianco un Bambino, come sospeso su una nube. La Madonna gli teneva la mano sulle spalle e, contemporaneamente, nell’altra mano reggeva un Cuore circondato di spine. In quel momento il Bambino disse: “Abbi compassione del Cuore della Tua Madre Santissima avvolto nelle spine che gli uomini ingrati gli configgono continuamente, mentre non v’è chi faccia atti di riparazione per strapparglieLe”.
E subito la Vergine Santissima aggiunse: “Guarda, figlia mia, il mio Cuore circondato di spine che gli uomini ingrati infliggono continuamente con bestemmie e ingratitudini. Consolami almeno tu e fa sapere questo:
A tutti coloro che per cinque mesi, al primo sabato, si confesseranno, riceveranno la santa Comunione, reciteranno il Rosario e mi faranno compagnia per quindici minuti meditando i Misteri, con l’intenzione di offrirmi riparazioni, prometto di assisterli nell’ora della morte con tutte le grazie necessarie alla salvezza”.
E’ questa la grande Promessa del Cuore di Maria che si affianca a quella del Cuore di Gesù.
Oggi inizia la Novena alla Madonna di Fatima.