Per i sacerdoti "si tratta di 'essere' preti, non limitandosi a 'fare' i preti, liberi da ogni mondanità spirituale, consci che è la loro vita ad evangelizzare prima ancora delle loro opere". "Una vocazione curata mediante una permanente formazione, nella comunione, diviene un potente strumento di evangelizzazione, al servizio del popolo di Dio".
Il giorno 21 maggio 2014 due militanti del Movimento Politico Cattolico Militia Christi sono stati aggrediti da più di una ventina di esponenti dei centri sociali i quali hanno anche aggredito i due poliziotti corsi in loro difesa. Il fatto è successo nel VII Municipio di Roma Capitale a margine di un convegno presieduto dall’On. Costantino con la quale i due esponenti del Movimento cattolico avevano intenzione di parlare.
La medesima Onorevole, infatti, aveva pesantemente accusato il Movimento Cattolico che aveva diffuso una lettera nelle scuole dell’infanzia del Comune di Roma per allertare i presidi delle stesse di un’iniziativa, di cui erano all’oscuro anche i genitori, volta a promuovere la teoria del gender tra i bimbi dai due ai sei anni.
L’esperienza insegna che non v’è persona che cerchi di vivere in conformità della sua fede, la quale non si fermi angustiata davanti a questa domanda:
Mi salverò o mi dannerò?
Turbini di pensieri le passano allora per la mente conturbata ad accrescere la sua apprensione: la conoscenza della sua debolezza, la propria incostanza, l’assalto furibondo delle passioni, le suggestioni del male, le mille insidie di cui è circondata, l’ambiente malsano in cui deve vivere: discorsi provocanti, derisioni, schemi, insulti, scandali, cattivi esempi, tutto coopera a farle nascere un senso di grande sfiducia fino a gettarla nel più profondo avvilimento.
Ecco allora venirle incontro l’infinita misericordia del Cuore di Gesù che le sussurra: «La Grande Promessa che vengo a suggerirti farà svanire i tuoi timori e ti ridonerà pace e serenità. Pensa che metto a tua disposizione l’Onnipotenza del mio Amore per mettere al sicuro la sua salvezza. Fidati di me che ho impegnato la mia parola; fidati di me che ti amo infinitamente e null’altro desidero che di vederti un giorno entrare in Cielo a godere la felicità eterna. Incomincia subito a fare le Nove Comunioni dei Primi Venerdì del mese.
Non devi pensare però alla tua personale salvezza soltanto, ma sii sollecito pure della salvezza degli altri. Proponi di diventare zelatore di questa devozione consigliando altri a fare i Primi Venerdì. Ricordati: «Chi salva un’anima assicura la salvezza della sua». Su dunque, mettiti all’opera diffondendo largamente questo opuscolo tra i tuoi parenti, amici e conoscenti. Il denaro che spenderai in questa maniera ti frutterà il cento per uno per il Cielo, e nello stesso tempo ti servirà a riparare il denaro speso malamente nella tua vita passata.
Chi si salva?
Si salva chi fa una buona morte, cioè chi muore in grazia di Dio. Chi al contrario muore in peccato mortale si perde per sempre e sarà condannato alle pene eterne dell’inferno.
Possiamo noi sapere con certezza quale sarà la nostra morte, se buona o cattiva?
No, non possiamo saperlo con certezza assoluta, perciò questa incertezza su un punto di così capitale importanza deve tenerci in una salutare trepidazione riguardo alla nostra salvezza eterna e spingerci a vivere bene, per sperare di morire bene.
Però dinnanzi a questa angosciosa incertezza possiamo aprire il cuore alla più consolante speranza, anzi alla certezza morale di assicurarci il Paradiso mediante una buona morte: ed è l’ineffabile bontà del Cuore misericordioso di Gesù che ci ha voluto concedere questo supremo conforto mediante la Grande Promessa.
Impegniamoci quindi a fare fedelmente i Nove Primi Venerdì secondo le intenzioni del Cuore di Gesù. Non facciamo i pigri dicendo che è possibile salvarsi l’anima anche senza questa pia pratica. San Gregorio Magno ci ammonisce che «quando si tratta di una eternità, le precauzioni non sono mai troppe!».
Intervista a Francesco Belletti (Forum Famiglie): «Il governo impone per decreto la privatizzazione radicale del matrimonio. La famiglia non è un bene comune?»
Dominus production e Tempi vi invitano alla visione del film “Cristiada” il 15 ottobre alle ore 20,30 presso l’Uci Cinemas Bicocca di Milano. Con la partecipazione straordinaria di Andy Garcia
In vista del Sinodo straordinario sulla famiglia, che si apre domenica fino al 19 ottobre, 6 vogliamo qui ricordare alcuni documenti del Magistero o della gerarchia cattolica in merito alla problematica dell’ammissione dei divorziati risposati al sacramento dell’Eucarestia. Questa disanima si articolerà in più puntate. Iniziamo con il punto dogmatico fondamentale che impedisce a chi ha voluto in modo deliberato il divorzio di accedere alle sacre specie, anche se poi decide di non risposarsi: l’indissolubilità del matrimonio. Se il matrimonio è indissolubile, tentare di scioglierlo tramite il divorzio è un atto gravissimo che porta all’esclusione del battezzato dalla possibilità di comunicarsi. Il coniuge che invece ha subito ingiustamente il divorzio, se vive castamente, può comunicarsi.
Lui aveva 40 anni, lei 10. In altri mondi sarebbero stati padre e figlia. Invece in Sudan erano marito e moglie. Per l’appunto: erano. Perché ieri il Tribunale amministrativo della cittadina di Karary, a nord di Khartoum, ha annullato il contratto di matrimonio, firmato tre anni fa, dopo una lunga battaglia legale che ha visto contrapposti la famiglia della bambina e quella dell’uomo. Era stata la suocera, cioè la mamma della piccola Ashgan Youssef, a portare il caso davanti a una organizzazione governativa che nel Paese africano si occupa (faticosamente) di combattere contro la violenza sulle donne: lei coraggiosamente si era riportata la figlioletta a casa, ma il mese scorso il marito aveva bussato alla porte per reclamare la sua sposa.