MaM
Messaggio del 2 febbraio 1984:«Pregate, perché ho bisogno di più preghiere. Riconciliatevi e abbiate più amore gli uni per gli altri, come fratelli. Desidero che in voi fiorisca la preghiera, la pace e l’amore».

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Può un vescovo impedire ai fedeli di pregare la Madonna che ha l’unica “colpa” di apparire in una località imprevista o poco gradita alla burocrazia curiale? Può un pastore della Chiesa impedire «incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata l’attendibilità di tali fenomeni»? Beh, non c’è bisogno di aver fatto grandi studi teologici o interpellato esperti mariologi per affermare che nessuno, tantomeno un sacerdote di Dio, può impedire a chicchessia, tanto più ai suoi fedeli, di rivolgere preghiere e fare digiuni in onore della Vergine. Che si riconosca o meno la veridicità delle sue apparizioni. Credere che Maria sia apparsa ai pastorelli di Fatima o a Bernadette di Lourdes (cosa già riconosciuta come vera) non è obbligatorio: la Chiesa lo propone ai credenti solo come aiuto, senza alcun vincolo di fede. Non la deve pensare così, invece, il vescovo di Alagni- Alatri, monsignor Lorenzo Loppa che ha vietato a fedeli e clero di partecipare a incontri di preghiera legati ai "fenomeni di Medjugorje". La circolare del vescovo inviata ai parroci riguarda «incontri o celebrazioni pubbliche nelle quali verrebbe data per scontata l'attendibilità di tali fenomeni». Per questo, chiede l'annullamento di un incontro di preghiera, in programma a Fiuggi con Vicka Ivankovic, una delle veggenti di Medjugorje.
«Dobbiamo operare per evitare che si ripeta quanto avvenuto dopo la promulgazione di Humanae Vitae nel 1968». È uno dei concetti formulati dal cardinale George Pell durante la presentazione del volume di Juan José Pérez-Soba e Stephan Kampowski, entrambi docenti al Pontificio Istituto Giovanni Paolo II per Studi su Matrimonio e Famiglia, intitolato "Il Vangelo della famiglia nel dibattito sinodale oltre la proposta del Cardinal Kasper".