Il nostro Salvatore, vero e nuovo Isacco, Figlio dell'eterno Padre, giunse al monte del sacrificio, lo stesso sul quale, in passato, avrebbe dovuto essere immolato Isacco, figlio del patriarca Abramo e figura di Cristo. Il durissimo comando, che era stato un tempo sospeso su Isacco, veniva ora eseguito sull'innocentissimo Agnello. Il Calvario era un luogo immondo e disprezzato, destinato al castigo dei malfattori, dei condannati, dai cadaveri dei quali riceveva cattivo odore e in conseguenza di ciò maggiore ignominia. Il nostro amatissimo Gesù vi arrivò affaticato, trasformato dalle piaghe e dal dolore, insanguinato, ferito e sfigurato. La forza della divinità, che deificava la sua santissima umanità per mezzo dell'unione ipostatica, l'assistette non tanto per alleviare i suoi tormenti, ma piuttosto per essergli di aiuto e conforto durante gli stessi, cosicché il suo infinito amore fosse completamente appagato e la sua vita conservata fino a che non fosse giunto il momento di consegnarla liberamente alla morte sulla croce. Raggiunse la sommità del Calvario anche l'afflitta Madre, con il cuore colmo di amarezza. Era fisicamente molto vicina al suo diletto, ma spiritualmente fuori di sé per il dolore: tutta si trasformava in lui e nella sofferenza che egli stava vivendo. Accanto a lei stavano Giovanni e le tre Marie; ella, infatti, aveva domandato e ottenuto dall'Altissimo il favore di ritrovarsi presente e vicina al Signore ai piedi della croce con questa sola e santa compagnia.
Come ho detto, i miracoli eucaristici sono numerosi. Tra i più celebri vi è quello di Lanciano, città dell’Abruzzo, in Italia, accaduto nel secolo VIII. E’ il meno documentato da un punto di vista storico, ma è un autentico grattacapo per gli scienziati che se ne sono interessati. Il fatto è simile a quello accaduto a Bolsena. Un monaco basiliano celebra la Messa pieno di dubbi sulla possibilità che il pane dell’Ostia diventi vero corpo di Cristo, e mentre pronuncia la formula della consacrazione l’Ostia diventa carne e il vino sangue vero.
750 anni fa di questi giorni si verificava a Bolsena, in provincia di Viterbo, un grande prodigio che viene ricordato con il nome di “miracolo eucaristico di Bolsena”. Un sacerdote, mentre celebrava la Messa, ebbe dei dubbi sulla reale presenza di Cristo nell’Ostia Consacrata e in quel momento l’Ostia cominciò a versare sangue, confermando prodigiosamente la presenza reale di Cristo nel pane eucaristico.
Il Vangelo di questa prima domenica di agosto vuole farci riflettere sulla nostra relazione con le ricchezze di questo mondo.
Proprio in questo contesto si inserisce la domanda posta da un uomo a Gesù su come dividere l’eredità. “Uno della folla gli disse: «Maestro, dì a mio fratello che divida con me l'eredità». (Lc 12,13).
La domanda rende chiaro il contesto nel quale ci troviamo: il litigio di due fratelli che hanno divergenze su come spartire l’eredità. Non viene indicato il tempo da quando questi due fratelli discutevano. L’unica notizia certa sembra essere che i due non avessero trovato un accordo, e per questo coinvolgono un mediatore, un maestro che potesse dirimere la questione facendo riferimento alla legge.
“Ma egli rispose: «O uomo, chi mi ha costituito giudice o mediatore sopra di voi?». (Lc 12,14).
La prossima edizione della GMG si terrà nella città del beato Giovanni Paolo II. Lo ha annunciato Papa Francesco prima della preghiera dell'Angelus nel corso della Messa di chiusura della GMG Rio 2013. Dopo Czestochowa nel 1991, la Polonia ospiterà dunque per la seconda volta il mega-raduno mondiale dei giovani cattolici.
Pubblichiamo la meditazione preparata da monsignor Enrico dal Covolo, Rettore Magnifico della Pontificia Università Lateranense, per la puntata di oggi, domenica 4 agosto 2013, del programma quotidiano di informazione religiosa "Ascolta si fa sera" di Rai Radio 1.
Angelus nel ricordo della Gmg. Le Giornate Mondiali della Gioventù non sono "fuochi d'artificio", momenti di entusiasmo fini a se stessi; sono tappe di un lungo cammino. "Ricordiamo sempre: i giovani non seguono il Papa, seguono Gesù Cristo, portando la sua Croce. E il Papa li guida e li accompagna in questo cammino di fede e di speranza".