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Messaggio del 2 marzo 2014:"Cari figli vengo a voi come Madre e desidero che in me come Madre troviate dimora, conforto e riposo. Perciò, figli miei, apostoli del mio amore, pregate! Pregate con umile devozione, obbedienza e totale fiducia nel Padre Celeste. Abbiate fiducia, come anch’io ho avuto fiducia quando mi è stato detto che avrei portato la benedizione della promessa. Che dal vostro cuore giunga sempre sulle vostre labbra un “Sia fatta la tua volontà”. Perciò abbiate fiducia e pregate, perché io possa intercedere per voi presso il Signore, affinché vi dia la Benedizione Celeste e vi riempia di Spirito Santo. Allora potrete aiutare tutti coloro che non conoscono il Signore. Voi, apostoli del mio amore, li aiuterete a chiamarlo “Padre” con piena fiducia. Pregate per i vostri pastori e confidate nelle loro mani benedette. Vi ringrazio.

Notizie dai giornali cattolici



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«All’amico basta un minuto del primo incontro per conoscere quanto gli altri non arriveranno a comprendere in mille anni». Lo sosteneva Richard Bach, autore del Gabbiano Jonathan Livingston. E viene da dargli ragione, accostandosi al volume Con Papa Francesco. Le chiavi del suo pensiero, che è stato scritto da Mariano Fazio, un sacerdote, ma nella circostanza prima di tutto un amico del nuovo Pontefice. A ridosso della fumata bianca, vinto dallo stupore e col cuore stracolmo di gioia per l’elezione inopinata dell’amico primate di Argentina, don Mariano ha stesso di getto in spagnolo un piccolo libro, ricchissimo di citazioni del cardinale Bergoglio-papa Francesco, nell’urgente desiderio di presentare a tutti quel vescovo, quell’uomo a molti allora sconosciuto «venuto dalla fine del mondo». Ne emerge un ritratto affettuoso e umanissimo, ma sarebbe più corretto parlare di autoritratto, perché l’autore, memore del filosofo Zenone di Elea, che definiva «l’amico un altro io», si ritrae in disparte lasciando la parola direttamente a Bergoglio.
Era conseguente al mandato di madre e maestra dei discepoli, affidatole dal Signore, che Maria santissima ricevesse luce proporzionata ad un compito così eccelso, perché conoscesse tutte le membra del corpo mistico, alla cui direzione spirituale era tenuta, e adattasse loro i suoi insegnamenti secondo il livello, la condizione e le neces­sità di ciascuno. Questo le fu concesso con la pienezza ed abbondanza che emerge da ciò che sto scrivendo. Pene­trava l'intimo di coloro che aderivano alla fede: le loro in­clinazioni, il grado della grazia e delle virtù che possede­vano, il valore delle azioni compiute, i loro fini e principi; non ignorava niente, se non quando l'Altissimo le celava per un po' qualche segreto, che poi le rivelava appena era conveniente. Tale intelligenza non era sterile e nuda, ma le corrispondeva una pari partecipazione della carità del Figlio, che ella rivolgeva a tutti nella misura in cui le era­no noti. Comprendeva anche il mistero del volere superno e ripartiva con perfetta ponderazione i suoi affetti: non da­va di più a chi si era guadagnato di meno, né di meno a chi meritava di essere maggiormente diletto e stimato, er­rore nel quale incorriamo spesso noi ignoranti discenden­ti di Adamo, persino in quanto ci sembra di operare inec­cepibilmente.
Lunedì 19 Agosto 2013, la veggente Vicka Ivankovi?, è arrivata all’aeroporto Ben Gurion di Tel Aviv, per partecipare al primo pellegrinaggio in Terra Santa del Movimento Internazionale Ecumenico di Preghiera per la Guarigione dell’Umanità. Sette sono i giorni di permanenza previsti, durante i quali la veggente di Medjugorje, avrà modo di condurre incontri di preghiera pubblici nei luoghi più significativi della cristianità in presenza, oltreché dei fedeli del posto, anche dei 550 pellegrini accorsi per l’occasione da 13 paesi di tutto il mondo.
«Sta pregando»: i volontari del Banco Farmaceutico che lo hanno invitato al Meeting di Rimini per una testimonianza, mi fermano quando faccio per entrare nel piccolo stanzino all’interno dello stand. Ho solo mezz’ora disponibile per l’intervista e i minuti volano via, mangiati nell’attesa che concluda la preghiera in quello spazio improbabile ricavato nei padiglioni della Fiera di Rimini. Eppure è il momento più importante dell’intervista, perché è ciò che meglio descrive fratel Biagio Conte, un uomo che, a causa della conversione, a Palermo in venti anni ha messo in piedi tre diverse strutture che ospitano e danno un futuro a senzatetto, stranieri dirottati qui da Lampedusa, donne abbandonate e ragazze madri. Alloggi, terreni da coltivare e altre attività artigianali per lavorare e vivere.
Il 14 agosto Medici senza frontiere, Msf, ha annunciato la chiusura di tutti i suoi progetti in Somalia, inclusi quelli nella capitale Mogadiscio. Il fatto è di una gravità inaudita. Msf, la più grande organizzazione medico-umanitaria del mondo, opera in oltre 60 Paesi, prestando assistenza a popolazioni minacciate da guerre, epidemie, catastrofi naturali: accettata e al riparo da violenze poiché mantiene un atteggiamento neutrale in caso di conflitti armati, basando i propri interventi unicamente sui bisogni della popolazione, in conformità con quanto dichiarato nella sua carta di fondazione.
«Sono i copti i veri eroi anonimi di questa crisi». Gilberto Mastromatteo, giornalista di Avvenire al Cairo, ha raccolto alcuni commenti in relazione alla drammatica situazione dei cristiani nel paese. Il direttore del settimanale copto Watani, Youssef Sidhom, gli ha spiegato che «i cristiani sono sotto attacco in tutto il paese. Ci sono persone ancora barricate in casa e senza viveri, in balia delle minacce delle bande islamiche». Il direttore racconta che a metà agosto «sono state attaccate o bruciate oltre 60 chiese. E non sempre l’esercito riesce a garantire la protezione dei civili. Ma i copti si stanno comportando con dignità e equilibrio, evitando reazioni che alimenterebbero ancora di più la spirale di odio». A suo parere, esiste una differenza tra i giovani Fratelli musulmani e i più anziani. I primi, spiega, si sono schierati assieme ai cristiani per difendere le chiese dal «fanatismo delle vecchie leve. L’unica speranza che abbiamo sono loro».
«Il fatto che tutti mi chiedano perché sono venuto al Meeting significa che c’è un pregiudizio». Intervista molto seria (ma anche no) al comico arrivato a Rimini .
Paul Bhatti, ex ministro dell’Armonia nazionale e degli Affari delle minoranze e medico, è il fratello maggiore di Shahbaz Bhatti, il politico e ministro cattolico pakistano ucciso dagli estremisti islamici nel marzo del 2011 a Islamabad per la sua azione in difesa delle minoranze religiose. Paul, che è stato invitato a rendere la sua testimonianza alla Giornata dei Movimenti il 19 maggio scorso a Roma, è oggi ospite per la seconda volta del Meeting per l’Amicizia fra i popoli. Qui anticipa i temi che tratterà nel corso dell’appuntamento riminese.
Ancora violenze e saccheggi nei confronti della Chiesa cattolica nella Repubblica Centrafricana. Secondo notizie pervenute all’Agenzia Fides domenica 18 agosto i sacerdoti e le religiose delle Sœurs de la Charité sono stati costretti a rifugiarsi a Bouar da Bohong (che si trova a 80 km da Bouar, nell’ovest del Paese) a causa delle violente rappresaglie dei ribelli della coalizione Seleka.
Quella di Vladimir Vorob’ev è una delle tante testimonianze di come Dio può cambiare la storia. Con queste parole, Emilia Guarnieri ha salutato uno degli ospiti più attesi del Meeting di Rimini di quest’anno, a celebrazione di una storica amicizia che lega la manifestazione ciellina con il mondo russo-ortodosso, ben prima della caduta del muro. Vladimir Vorob’ev, sacerdote ortodosso, è rettore dell’Università Ortodossa di Tichon, presso la quale è Preside del Dipartimento di Storia Moderna della Chiesa Ortodossa. Rettore della Chiesa di San Nicola di Mosca, padre Vorob’ev è anche membro della Commissione Sinodale per la Canonizzazione dei Santi, membro della redazione scientifica per la pubblicazione di Orthodox Encyclopedia, e Presidente della Società di Teologia Ortodossa.
Otto minuti di telefonata. Sono bastate però per far dire dopo a Stefano Cavizza, giovane studente di Camin (Padova): “È stato il giorno più bello della mia vita". D’altronde non capita tutti i giorni che rispondendo al telefono di casa si senta dall’altra parte: “Sono Papa Francesco, diamoci del tu”. Le telefonate senza intermediari ormai sono il “pezzo forte” di Papa Bergoglio. Seppur giudicate come “anomalie” o “rotture di protocollo”, il Pontefice non smette di chiamare vecchi amici o semplici fedeli che hanno chiesto di parlare con lui.
Nuove aggressioni ad opera dei Fratelli Musulmani contro le comunità cristiane a Minya e in altri governatorati dell'Alto Egitto. A Deir Muwass gli islamisti tagliano l'erogazione di acqua per impedire ai cristiani di spegnere gli incendi. Gli arresti dei leader della Fratellanza esasperano il clima di odio. A Kerdasa (Giza), gli estremisti assaltano una stazione di polizia e urinano sui cadaveri degli agenti.