Clara Iatosti insieme a Paolo Beccegato, Responsabile Area Internazionale della Caritas, e Maurizio Di Schino in collegamento telefonico, parlano dell'enigma che avvolge la sparizione del padre gesuita Paolo Dall'Oglio.
Una delle accuse che i giudei e i loro capi presentarono a Pilato contro Gesù salvatore nostro fu che egli aveva predicato, incominciando a fomentare il popolo fin dalla Galilea. Per questo il governatore gli domandò se fosse galileo. Una volta informato che era nato e cresciuto in quella provincia, gli parve di avere un qualche motivo per dichiarare non di sua competenza la causa di Cristo nostro bene - che egli trovava senza colpa -, liberandosi dal fastidio di coloro che insistevano perché lo condannasse a morte. Erode in quei giorni si trovava a Gerusalemme per celebrare la Pasqua. Costui era figlio dell'altro Erode che aveva ordinato la strage degli innocenti perseguitando Gesù appena nato e che, avendo sposato una donna giudea, era passato al giudaismo e divenuto un proselito israelita. Per questa ragione, anche suo figlio Erode Antipa osservava la legge di Mosè ed era venuto a Gerusalemme dalla Galilea, di cui era tetrarca. Fra Pilato ed Erode non intercorrevano buoni rapporti, perché entrambi avevano autorità sulle principali province della Palestina e poco tempo prima il governatore, sollecito nell'affermare il dominio dell'impero romano, aveva fatto decapitare alcuni galilei mentre offrivano, sacrifici, mescolando il loro sangue con quello dei sacrifici stessi. Il re se ne era sdegnato, per cui Pilato, volendogli opportunamente dare qualche soddisfazione, decise di mandargli il Signore in quanto suo suddito, affinché lo esaminasse e giudicasse; in realtà egli sperava che Erode lo avrebbe lasciato libero, riconoscendolo innocente e denunciato per invidia dai sommi sacerdoti e dagli scribi.
Da oltre mille anni, tutte le Chiese dell'Oriente vivono intensamente la solennità dell’Assunzione in cielo della Madre di Dio premettendoLe quindici giorni di austero digiuno, chiamati “piccola Quaresima della Vergine”, durante i quali in tutti i monasteri e in tutte le chiese si celebra, con grande partecipazione di popolo, l'Ufficio mariano della “Paraclisis”, antico ufficio di supplice implorazione alla Vergine, per i bisogni materiali e spirituali di ogni fedele. In questa preghiera, tutti ripetono l’invocazione “Santa Madre di Dio, salvaci!”. Anche quest’anno, come da 40 anni a questa parte, inizia oggi nella Basilica di Santa Maria in Via Lata in via del Corso a Roma (dalle ore 21.30 alle 22.30) la "Quindicina dell'Assunta", con salmi, preghiere e letture e con il canto in italiano degli inni paracletici bizantini una gioiosa preparazione alla Pasqua di gloria della Madre di Dio, per chiedere attraverso la Sua intercessione la pace della terra, l'unità delle Chiese, la benedizione divina sulle nostre famiglie e su ogni creatura umana. La Quindicina avrà il suo momento celebrativo culminante nella veglia dell'Assunta la sera del 14 agosto, nella Basilica Papale di Santa Maria Maggiore, dalle ore 20.30 alle ore 22.30, con l'Ufficio delle letture e la Santa Messa della vigilia. (R.B.)
“Essere uomini radicati e fondati nella Chiesa: così ci vuole Gesù”: è uno dei passaggi forti dell’omelia che Papa Francesco ha pronunciato ieri nella Festa di Sant’Ignazio di Loyola nella Chiesa del Gesù a Roma. Una celebrazione di grande significato, essendo Papa Bergoglio il primo Pontefice della Compagnia di Gesù.
La Chiesa ricorda oggi Sant’Alfonso Maria de’ Liguori, il vescovo napoletano che seppe penetrare così bene il cuore dei poveri del 1700. Per lui, compositore del celebre canto natalizio ‘Tu scendi dalle stelle’, l’Incarnazione del Verbo era il modello da seguire per una Chiesa che voglia essere la Sposa di un Dio vicino al suo popolo. E uno dei grandi temi affrontati da Papa Francesco nel suo viaggio apostolico a Rio de Janeiro è stato proprio quello di una Chiesa che vive in mezzo alla gente, una Chiesa materna e misericordiosa.
Nella grande "Settimana dei giovani", presenti solo mille fedeli da Libano, Siria, Iraq. Nessuna citazione del loro dramma alla Via Crucis. Il corrispondente libanese di AsiaNews azzarda qualche ipotesi: per papa Francesco è l'America latina "il continente della speranza"; le Chiese d'Oriente soffrono di sonnolenza. Oppure - più probabile - l'occidente è stanco di un Oriente senza soluzioni e abbandona la regione al suo destino.
Condizioni per l’acquisto dell’indulgenza plenaria
L'indulgenza Plenaria del Perdono di Assisi. Una notte dell'anno del Signore 1216 Francesco era immerso nella preghiera e nella contemplazione nella chiesetta della Porziuncola presso Assisi, quando improvvisamente dilagò nella chiesina una vivissima luce e Francesco vide sopra l'altare il Cristo e alla sua destra la sua Madre Santissima, circondati da una moltitudine di Angeli. Francesco adorò in silenzio con la faccia a terra il suo Signore! Gli chiesero allora che cosa desiderasse per la salvezza delle anime. La risposta di Francesco fu immediata: "Santissimo Padre, benché io sia misero peccatore ti prego che a tutti quanti pentiti e confessati, verranno a visitare questa chiesa, gli conceda ampio e generoso perdono, con una completa remtssione di tutte le colpe". "Quello che tu chiedi, o Frate Francesco, è grande - gli disse il Signore -, ma di maggiori cose sei degno e di maggiori ne avrai. Accolgo quindi la tua preghiera, ma a patto che tu domandi al mio Vicario in terra, da parte mia, questa indalgenza". E Francesco si presentò subito dal Pontefice Oriorio III che in quei giorni si trovava a Perugia e con candore gli raccontò la visione avuta. il Papa lo ascoltò con attenzione e dopo qualche difficoltà dette la sua approvazione. Poi disse: "Per quanti anni vuoi questa indilgenza?". Francesco scattando rispose: "Padre Santo, non domando anni ma anime". E felice si avviò verso la porta, ma il Pontefice lo richiamò: "Come non vuoi nessun documento?". E Francesco: "Santo Padre, a me basta la vostra parola! Se questa inlalgenza è opera di Dio, Egli penserà a manifestare l'opera sua: io non ho bisogno dl alcun documento, questa carta deve essere la Santissima Vergine Maria, Cristo d notaio e gli Angeli i testimoni". E qualche giorno più tardi insieme ai Vescovi dell'Umbria, al popolo convenuto alla Porziuncola, disse tra le lacrime: "Fratelli miei, voglio mandarvi tutti in Paradiso!".
Le condizioni per I'acquisto dell'indulgenza plenaria
Il 2 Agosto di ogni anno (dalle ore 12.00 del 1° Agosto alle 24.00 del 2 Agosto) oppure la domenica stabilita dal Vescovo si acquista l'indulgenza plenaria (In virtù dei meriti di Cristo sono rimesse le pene temporali che dovremmo scontare in Purgatorio) facendo:
1. Visita, entro il tempo prescritto, a una basilica minore, la chiesa cattedrale, o una chiesa parrochiale e recita del: Padre nostro Credo
2. Confessione sacramentale;
3. Comunione eucaristica;
4. Preghiera secondo le intenzioni del Sommo Pontefice. (almeno un Padre nostro, Ave Maria, Gloria al Padre o altre preghiere a scelta);
5. Disposizione d'animo che escluda ogni affetto al peccato anche veniale.
Il cinque agosto prossimo si celebri il secondo millennio della mia nascita. Per quel giorno Dio mi permette di donarvi grazie particolari e di dare al mondo una speciale benedizione. Vi chiedo di prepararvi intensamente con tre giorni da dedicare esclusivamente a me. In quei giorni non lavorate. Prendete la vostra corona del rosario e pregate. Digiunate a pane e acqua. Nel corso di tutti questi secoli mi sono dedicata completamente a voi: è troppo se adesso vi chiedo di dedicare almeno tre giorni a me?
Il 31 luglio Papa Francesco ha celebrato la festa di sant'Ignazio di Loyola (1491-1556), fondatore del suo ordine, i Gesuiti, celebrando la Messa nella chiesa dedicata al santo a Roma. Ne ha approfittato per una vera lezione sulla trama essenziale degli «Esercizi spirituali» di sant'Ignazio.
In Italia sono le famiglie numerose le più diligenti e parsimoniose nella gestione del proprio borsellino. Lo si evince da una ricerca dell’Istat sui “Consumi delle famiglie” con la quale l’istituto statistico ha ricostruito la variazione delle spese dei nuclei familiari a seconda del numero dei componenti .
«C’è veramente grande dolore. Queste persone continuano a piazzare le bombe qui e là». Reagisce così John Onajekan, arcivescovo di Abuja, all’attentato che lunedì notte ha colpito Kano, provocando 24 morti. Nessuno ha rivendicato l’attacco, ma è probabile che si tratti dei terroristi islamici di Boko Haram, che hanno fatto esplodere una bomba vicino a un bar in un quartiere cristiano.
La gente si accalca, spinge, vuole vedere il vescovo ma, soprattutto, vuole vedere quell’anziana donna che ha spinto il prelato a venire fin lì. Di lei si riesce a scorgere solo la cuffia nera e il sorriso rugoso; è intimidita dalla ressa, le chiedono di parlare, cava dalla tasca un foglietto, per non confondersi:
«Il mio nome è Emily Bartella. Sono nata ad Asomatos ottantasei anni fa. Sono cristiana maronita. Un tempo nel mio villaggio vivevano più di duecentocinquanta persone, tutte cristiane come me. Quando nel 1974 i turchi hanno invaso questa parte dell’isola di Cipro siamo stati tutti cacciati dalle nostre case e il paese è stato trasformato in un quartier generale dell’esercito. I soldati hanno alzato barricate di filo spinato, hanno messo un cartello con il divieto di ingresso, scritto in turco, e ci hanno spinti via».
Ha lasciato tutti con il fiato sospeso, finché non ha fatto un ampio respiro e poi ha cominciato a piangere. Non era per nulla scontato che Abigail Rose, la figlia della deputata repubblicana 34enne Jaime Herrera Beutler nata il 15 di luglio, sopravvivesse.
UN CASO DISPERATO. Anzi, quando la donna durante la gravidanza aveva dichiarato pubblicamente che non c’era «soluzione medica» per il problema di sua figlia e aveva chiesto di «pregare per un miracolo», era ancora convinta che avrebbe partorito la piccola morta. Secondo la scienza infatti la bambina, affetta dalla sindrome di Potter, non sarebbe dovuta sopravvivere. La malattia riduce il liquido amniotico nel ventre materno schiacciando il bambino contro le pareti uterine, non permettendo lo sviluppo del corpo, dei polmoni e dei reni.
Articolo tratto dall’Osservatore Romano – Giovedì 25 luglio, durante il viaggio a Rio de Janeiro, il Papa ha rilasciato in spagnolo a Gerson Camarotti, di GloboNews, una lunga intervista, andata in onda domenica 28 nel corso del programma Fantástico dell’emittente brasiliana Rede Globo. Diamo qui di seguito quasi per intero, in una nostra traduzione italiana, il testo dell’intervista, pubblicata integralmente in portoghese sul sito dell’emittente (www.g1globo.com) e in italiano su quello del nostro giornale .
Celebrando la messa per la festa del fondatore della Compagnia di Gesù, papa Francesco sottolinea la necessità di essere “spostati”, al servizio di Cristo e della Chiesa: “Non ci possono essere cammini paralleli e isolati”. Per vivere questa “duplice centralità” bisogna “lasciarsi conquistare da Gesù” e chiedere al Signore “la grazia della vergogna”.