MaM
Messaggio del 6 novembre 1981:Avete visto l'inferno, dove vanno a finire i peccatori. Ve l'ho mostrato affinché conosciate la condizione di quelli che stanno lì.

Notizie dai giornali cattolici



GennaioFebbraioMarzoAprileMaggioGiugnoLuglioAgostoSettembreOttobreNovembreDicembre



I santi evangelisti hanno fatto passare sotto silenzio i patimenti di Gesù nella notte del rinnegamento di Pietro e gli insulti che ricevette nella casa di Caifa, mentre tutti e quattro riferiscono la nuova consultazione fatta tra i membri del sinedrio per presentarlo a Pilato, come si vedrà nel capitolo seguente. Io allora dubitai se fosse opportuno proseguire il mio racconto e manifestare quanto mi era stato dato di comprendere, perché nel contempo mi fu fatto capire che nel nostro pellegrinaggio terreno non ci sarà svelata ogni cosa, né conviene che si dica a tutti ciò di cui si viene a conoscenza, poiché nel giorno del giudizio saranno palesati questo ed altri misteriosi eventi della vita e della passione del nostro Redentore. Inoltre, su quanto io posso dichiarare, non trovo parole adeguate al mio pensiero e molto meno all'oggetto che concepisco, perché l'argomento è ineffabile e superiore alla mia capacità. Tuttavia, per obbedire, esporrò quello che mi sarà concesso di intendere, per non essere ripresa per aver taciuto una verità così sublime da confondere e condannare la vanità e la dimenticanza umana. Confesso dinanzi al cielo la mia durezza a non morire di vergogna e dolore, per aver commesso colpe che tanto costarono a quel Dio che mi diede l'esistenza: non possiamo negare l'orrore e la gravità del peccato che fece strazio dell'Autore della grazia e della gloria. Sarei la più ingrata di tutti gli uomini, al pari dello stesso demonio, se da oggi in poi non aborrissi la colpa più della morte: questo debito desidero trasmettere e ricordare a tutti i cattolici, figli della Chiesa.
Il Dio di Gesù Cristo e Geova, una strana personalità Se prendiamo il racconto biblico dell'incontro tra Abramo e i tre angeli, offertoci dalla prima Lettura dell'odierna Liturgia, noi cattolici, educati dalla nostra Chiesa, ricaviamo da quel racconto varie idee su Dio. La prima consiste nel fatto che le espressioni "il grido è giunto fino a me... sono sceso per... lo voglio sapere..." sono tutte antropomorfiche, cioè fanno agire Dio alla maniera umana, ma non vanno prese alla lettera perché appunto cozzano contro l'onnipresenza e l'onniscienza di Dio che non ha bisogno di spostarsi per recarsi in un luogo. ...
Pubblichiamo oggi la prima parte di una riflessione sulla enciclica “Lumen fidei” di papa Franceso, firmata da mons. Vincenzo Bertolone, arcivescovo di Catanzaro-Squillace.
In Siria dagli anni '80, dove ha costituito una comunità monastica islamo-cristiana, p. Paolo Dall'Oglio era stato espulso da Assad nel 2012. Rientra ogni tanto in Siria dalla parte controllata dai ribelli, dei quali è amico. Si stanno verificando le notizie. Il Paese è nel caos e "non si vede la fine del tunnel".
L'incontro si è tenuto a RIOCENTRO presso Rio de Janeiro a ridosso delle jmj 2013. Erano presenti più di 65.000 giovani del cammino neocatecumenale accompagnati dai propri catechisti. CATECHISTA 2.0 oltre i vari momenti divisi per facilitarne la fruibilità stà preparando anche un video unico dalla registrazione in diretta di TV2000.
Il Centro Congressi di Rio era troppo piccolo per i giovani del Cammino neocatecumenale - il numero dei partecipanti infatti ha superato di molto le previsioni - e molti ragazzi hanno dovuto accontentarsi di seguire l’incontro dai teleschermi. Ma questo non li ha distolti dall’ascolto attento dell’annuncio fatto da Kiko Arguello. L’iniziatore del Cammino ha fatto presente la parola della Pentecoste, la discesa dello Spirito Santo sugli apostoli. L’amore infinito di Dio all’uomo si è fatto presente domenica 28 sera anche per i ragazzi che gremivano la sala e l’esterno del Centro Congressi, toccando il loro cuore. Il segno più evidente è stato la risposta alla chiamata vocazionale, fatta dagli iniziatori del Cammino Neocatecumenale, tanto che il palco non riusciva a contenere i giovani disponibili ad entrare in seminario (circa 3mila) e le ragazze (mille) che hanno sentito la chiamata alla vita consacrata e all’evangelizzazione. I giovani sono andati incontro ai cardinali per ricevere una benedizione, che da il “la” al cammino di discernimento della propria vocazione.
Se nell'Inferno i dannati si disperano, perché il Sangue di Cristo è loro di eterna condanna, nel Purgatorio le anime soffrono temporaneamente; il Sangue di Cristo forma l'oggetto principale della loro speranza ed è per noi viventi il mezzo per sollevare le loro pene. L'esistenza del Purgatorio è verità di fede. Le anime, se non godono già la visione beatifica, si trovano nello stato voluto dall'amore purificante di Dio, che chiamiamo comunemente purgatorio. Ma, è anche di fede, che noi possiamo alleviare quelle pene, applicando per le Anime Sante i meriti del Sangue di Gesù. Subito dopo la sua morte il Signore apparve alle anime dei giusti, che da secoli attendevano la sua venuta, piene di fede nella virtù salvatrice della sua Passione. «Tu, o Signore, per mezzo del tuo Sangue, liberasti i prigionieri da quella fossa profonda, dove non è acqua». L'unico mezzo perciò per liberarle da quelle sofferenze è l'applicazione dei meriti del Sangue Divino. Tutte le opere buone, specialmente la preghiera e la carità, possono essere fatte con l'intenzione di applicarne i frutti alle Anime del Purgatorio; ma i mezzi più eccellenti sono due: far celebrare sante Messe ed accostarsi alla S. Comunione. La S. Messa non è altro che lo stesso sacrificio della Croce, che si rinnova in modo incruento sull'altare, perciò, come furono infiniti i meriti del Sangue di Cristo sulla Croce, così lo sono sull'altare. Cosa potremmo offrire di più prezioso a Dio a vantaggio di quelle Anime? E quando potrebbe essere più efficace la nostra preghiera, se non nel momento in cui riceviamo il Corpo e il Sangue di Gesù nell'anima nostra? Ci potrà allora Egli negare la sua misericordia per quelle anime tanto care al suo Cuore? Perciò, se possiamo aiutare le Anime del Purgatorio, ricordiamo che è nostro dovere farlo. Sono le anime dei nostri parenti, di persone che ci furono care e ci fecero del bene nella vita. Un giorno andremo anche noi in Purgatorio. Come vorremmo allora che tutti ci aiutassero! Ma come possiamo sperarlo, se ora siamo indifferenti verso coloro che ci hanno preceduto in quel luogo di espiazione?
Nel suo recente libro “Il Concilio segreto” (Piemme), il vaticanista di “Panorama” Ignazio Ingrao dedica l’ultimo capitolo ad esporre le ragioni per cui, secondo lui, sarebbe ormai necessario un nuovo concilio Vaticano III. La proposta comporta di considerare ormai superata la problematica della “interpretazione” (o ermeneutica) del Concilio, suscitata, coltivata e lasciata in eredità da Benedetto XVI. Comporta quindi di considerare superato il pontificato di Benedetto XVI.
A Benedetto XVI era toccato "aprire" sui preservativi, a papa Francesco invece toccano i gay. Le interviste con i giornalisti in aereo evidentemente sono destinate a creare qualche problema nella comunicazione e ad oscurare i contenuti dei viaggi pastorali. Così le spettacolari immagini della enorme folla di giovani che domenica occupava Rio de Janeiro per partecipare alla messa con papa Francesco e il suo pressante invito all’evangelizzazione, ieri erano già dimenticati, sovrastati dalla risposta che papa Francesco aveva dato a un giornalista a proposito della lobby gay in Vaticano: «Se uno è gay, chi sono io per giudicarlo?», ha detto il Papa a un certo punto. E su tutti i media internazionali è diventata prima notizia l’apertura del Papa sui gay. In Italia poi Nichi Vendola e Paola Concia non hanno perso un attimo per arruolare il Papa nel partito anti-omofobia.
Le chiese egiziane di Al-Azraa e Anba Ebram, a Minya, sono state attaccate l’altro giorno da un gruppo di sostenitori di Mohamed Morsi. Solo l’intervento dell’esercito e di alcuni giovani musulmani hanno impedito agli assalitori di entrare negli edifici. «MOLOTOV CONTRO LE CHIESE». La notizia è stata diffusa dal portavoce dell’arcivescovo del monastero Mawas: «Hanno lanciato bombe molotov contro le chiese – ha dichiarato all’agenzia Mena – ma non sono riusciti ad entrare grazie all’intervento dell’esercito e di un gruppo di cristiani e musulmani». Anche la chiesa di El-Eslah è stata attaccata.
«Non credente». Così Samuel Pruvot ha definito il capo dello Stato francese nel suo libro Francois Hollande, Dio e la Repubblica. Che a Hollande i cristiani piacciano poco non è una novità. Il presidente della Repubblica francese ha inanellato in un solo anno di governo molti atti che lo provano.
Avete visto le scene del Papa a Rio, no? Braccia aperte a ricevere chiunque gli si parasse davanti. Baci per donne e piccini. E mate con il primo che dalla folla gli allungasse cannuccia e beverone. E così, raccontano le cronache dei giornalisti al seguito, sarà stata la Gmg carioca una «Woodstock per conquistare il gregge perduto» (Repubblica), oppure un vero e proprio “espaldarazo”, come ha sognato El País, con questa sua bella illusione che il Papa sia volato in Brasile per «un riconoscimento degli indignados»? «Sulla spiaggia Francesco vara la rivoluzione della tenerezza» (Corriere della Sera) o «la visita papale ha gettato un cruda luce sull’incompetenza di politici a organizzare in modo trasparente ed efficace i Mondiali di calcio del 2014 e le Olimpiadi del 2016» (Le Monde)? Si è fatto pellegrino per esortare la gioventù a lottare contro la corruzione (Der Spiegel, New York Times) o per dimostrare che «sembra, addirittura, credere al Libro» (Vittorio Zucconi)? Infine, «da autentico papa dei poveri e dei giovani» Francesco ce la farà a spingere «l’antica chiesa di Roma a sciogliere le proprie giunture e a porsi come “facilitatrice” della fede invece che come “controllore”» (Luigi Accattoli)?
Canonizzazione di Giovanni XXIII e di Giovanni Paolo II, Ior, "resistenze" curiali alle riforme, lobby gay in Vaticano, pastorale matrimoniale e divorziati risposati nel colloquio di Francesco con i giornalisti in aereo.
Carità, solidarietà, aiuto ai poveri sono alcuni elementi che hanno fatto nascere nuove congregazioni e istituti in Brasile. Ma il papa intende la carità come un'espressione dell'evangelizzazione. La fede in Gesù Cristo è il dono più grande da condividere. E molti giovani stanno decidendo di diventare missionari per tutta la vita.