Alla Messa conclusiva della Gmg a Capocabana hanno partecipato oltre 3 milioni di persone. Un grande successo. Ascoltiamo il commento del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi,.
Grande l'entusiasmo dei giovani polacchi sulla spiaggia di Copacabana, quando Papa Francesco ha annunciato che la prossima Gmg si svolgerà a Cracovia, in Polonia, nel 2016.
Alla Messa di Copacabana hanno partecipato 3 milioni di pellegrini; agli oltre 2 milioni di giovani che hanno trascorso la notte sulla spiaggia di Rio dopo la Veglia, infatti, se ne sono aggiunti centinaia di migliaia dalla metropoli carioca e da tutto il Brasile. 1500 i vescovi 15mila i sacerdoti. Tra le autorità: i presidenti di Brasile, Argentina, Bolivia e Suriname. Il Papa ha “inviato” in missione tutti i giovani del mondo e all’Angelus ha annunciato la città della prossima Gmg.
Degna cosa sarebbe parlare della passione, delle ignominie e dei tormenti di Gesù con parole così vive ed efficaci da penetrare più di una spada a doppio taglio, fino a dividere con intensa sofferenza la parte più intima di noi stessi. Difatti, le pene che gli furono inflitte non furono comuni: non si troverà mai dolore simile al suo dolore ! La sua persona non era come quella degli altri uomini; inoltre egli non patì per sé né per le sue colpe, ma per noi e per i nostri peccati. È opportuno, dunque, che descriviamo i travagli del suo martirio non in modo usuale, ma forte ed incisivo, così da proporli ai nostri sensi. Me infelice, che non posso dar efficacia alle mie espressioni, né trovare quelle che l'anima mia desidera per manifestare questo segreto! Esporrò solo ciò che arriverò a comprendere e mi spiegherò come potrò e mi sarà propinato, benché la scarsezza del mio talento coarti e limiti la grandezza dell'illuminazione, e i termini inadeguati non arrivino a dichiarare il concetto più nascosto del cuore. Supplisca a tale lacuna la vitalità della fede che noi, membri della Chiesa, professiamo. E se i vocaboli sono ordinari, siano. straordinari l'afflizione e il sentimento, sia altissimo il giudizio, veemente la comprensione, profonda la riflessione, cordiale la riconoscenza e fervente l'amore, poiché tutto sarà meno della verità dell'oggetto e meno di quanto noi dovremmo corrispondere come servi, amici e figli adottati per mezzo della morte di Cristo, nostro bene.
Se una parola, un fatto, un incontro vi ha lasciato il presentimento che valga la pena accostarsi alla povertà come mistero e non come problema, come benefico scandalo e scandalosa risorsa nello stesso tempo e non come disgrazia che riguarda altri e di cui deve occuparsi lo Stato, venite a Palermo. Non perché il rapporto dell’Istat diffuso settimana scorsa assegna alla Sicilia il primato della povertà relativa in Italia (col 29,6 per cento delle famiglie in tale condizione) e una posizione molto alta nella classifica della povertà assoluta con 180 mila nuclei familiari che non sono in grado di accedere al paniere dei beni di prima necessità. Numeri buoni solo per alimentare l’angoscia, il senso di impotenza, la speculazione politica.
Alcune vicende hanno un andamento circolare. Come la seguente. Un lui italiano e un lui uruguaiano si “sposano” in Spagna. I due poi vogliono vivere stabilmente in Italia e così chiedono alla questura di Reggio Emilia la carta di soggiorno prevista per i coniugi di cittadini di paesi membri dell’Unione europea. La richiesta però viene loro negata proprio perché secondo la legge italiana i due lui non sono una coppia di coniugi. Ma quest’ultimi non si arrendono e chiedono giustizia ai giudici. Nel febbraio del 2012 il Tribunale di Reggio Emilia dà loro ragione in base ad un decreto legislativo (30/2007) che recepisce la direttiva europea n. 38/2004 sulla libera circolazione e soggiorno dei cittadini dell’Unione europea e dei loro familiari. Il punto era capire se il partner uruguaiano secondo il diritto italiano era da considerarsi come un “familiare”. Da una parte il giudice afferma che i due certamente non sono coniugi per il nostro ordinamento, dall’altra però non permettere ad una coppia di vivere insieme sarebbe ostacolare la loro libertà, intromettersi nella loro vita privata. Inoltre, richiamando un parere della Commissione europea, il Tribunale aggiunge che “la direttiva [n. 38/2004] deve essere applicata in conformità del principio di non discriminazione, sancito in particolare dall’art. 21 della Carta dell’Unione europea”, la quale vieta qualsiasi discriminazione anche quelle fondate sull’orientamento sessuale. Insomma se il partner uruguaiano non lo consideri uno di famiglia questi potrebbe anche rimanerci male.
Almeno due, tre milioni di giovani alla Veglia sul lungomare e sulla spiaggia di Copacabana, fra canti, preghiere, testimonianze e le parole di papa Francesco. La Chiesa e il mondo come un cantiere in cui è necessario partecipare personalmente per cambiarli in meglio, sull'esempio di Madre Teresa di Calcutta. L'adorazione eucaristica e il silenzio della notte.