Dal 1506 una particolarissima reliquia conservata nella Basilica di Manoppello, in provincia di Pescara, continua a lasciare a bocca aperta gli esperti che si accingono a studiarla e, secondo alcune testimonianze, avrebbe colpito anche il Papa Emerito Benedetto XVI. Il 1º settembre 2006, Joseph Ratzinger si recò nella cittadina abruzzese per visitare la chiesa nella quale è conservato il cosiddetto Volto Santo, un lenzuolo trasparente delle dimensioni di un A4 che reca, da entrambi i lati, il volto di un uomo sofferente che la tradizione vuole sia quello di Cristo. Stando alle antiche cronache, la reliquia fu portata in Italia da un misterioso pellegrino che, dopo averla posata sulle mani di un uomo del luogo, scomparve nel nulla. Secondo numerosi esami che sono stati effettuati, il reperto presenterebbe caratteristiche straordinarie: non solo non sarebbe stato dipinto da mano umana e non presenterebbe tracce di pigmenti, ma il volto ritratto combacerebbe perfettamente con quello dell'uomo della Sacra Sindone. Che il Volto Santo di Manoppello possa essere quello impresso da Gesù durante la sua salita al Calvario sul telo della pia Veronica?
critto da Mario Arturo Iannaccone, Cristiada. L’epopea dei Cristeros in Messico (Lindau) è un saggio sull’insurrezione popolare dei cattolici messicani contro il governo anti-cristiano nella seconda metà degli anni ’20.
CATTOLICI IN MESSICO. L’autore spiega come «il fermento cattolico» in Messico, agli inizi del ‘900, avesse iniziato a preoccupare «non poco liberali, radicali, socialisti e massoni». Fu per contrastare ascesa e rivendicazioni di un temibile concorrente politico, che i governi anticlericali messicani che si succedettero negli anni ‘20 iniziarono a varare leggi per impedire alla Chiesa di avere un peso nella vita politica del paese. Gli “uomini di Sonora”, che allora controllavano il Messico, erano preoccupati dall’ascendente della Chiesa sul popolo. Affrontando le emergenze del paese, «degli agrari, dei nativi, dei lavoratori sottopagati, del lavoro minorile e femminile» e appoggiando riforme economiche fondate su «dottrina sociale e cattolicesimo tedesco», la Chiesa sfidava i rivoluzionari sul loro terreno.
Estremisti indù della Rashtriya Sawayamsevak Sangh (Rss) hanno fabbricato false accuse di conversioni forzate e hanno denunciato il reverendo alla polizia. Leader cristiano: “In questo Stato perseguitare i cristiani è diventata una pratica lecita”.
Gesù è stato il primo Sacerdote che ha offerto al Divin Padre il proprio Sangue per la remissione dei nostri peccati. Per perpetuare la sua offerta, nell'ultima Cena, dopo l'istituzione dell'Eucarestia, istituì anche il Sacerdozio: «Fate questo in memoria di me». Questa verità è confermata dagli Apostoli e dalla perenne tradizione della Chiesa. «Il sacerdote, dice S. Tommaso, dovendo essere ministro del Prezioso Sangue è consacrato dal Sangue di Cristo». Nella consacrazione egli riceve i più ampi poteri: consacrare il Corpo e il Sangue di Cristo, assolvere dai peccati, conferire la Grazia nei Sacramenti, pregare per il popolo e in nome del popolo cristiano; è davvero «il Signore del Sangue» (S. Caterina). Chi chiama il sacerdote ad un ufficio così alto? Non si diventa sacerdoti di proprio arbitrio, ma solo chi è chiamato dal Signore può salire l'altare. E Dio non ha preferenze per uomini di illustre casato, anzi sceglie, quasi sempre, i suoi sacerdoti tra le famiglie più umili e povere. Se grande è la responsabilità del sacerdote, grande è anche la sua dignità e il rispetto a loro dovuto. «Se al sacerdote tocca di ministrare il Sangue di Cristo, questa funzione rende divina la loro dignità e stabilisce il debito di riverenza da parte di tutti: riverenza che va a Dio stesso e a questo glorioso Sangue» (S. Caterina). Quante benemerenze del Sacerdozio cattolico! Sia nel campo della carità sia in quello delle scienze e del progresso, è sempre stato all'avanguardia fino al più sublime eroismo. Eppure il sacerdote è l'uomo più odiato e perseguitato. Ma egli, sull'esempio di Cristo, sa perdonare ai suoi persecutori ed è lieto di poter unire il proprio sangue a quello che tutti i giorni offre sull'altare.