MaM
Messaggio del 12 agosto 2005:Cari figli, anche oggi vi invito a pregare in modo speciale per i giovani e le famiglie. Cari figli, pregate per le famiglie, pregate, pregate, pregate. Cari figli, grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Notizie dai giornali cattolici



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San Giovanni, alla fine del primo capitolo del suo Vangelo, riferisce la vocazione di Natanaele - quinto discepolo di Cristo - e incomincia il secondo capitolo dicendo: Tre giorni dopo, ci fu uno sposalizio a Cana di Galilea e c'era la madre di Gesù. Fu invitato alle nozze anche Gesù con i suoi discepoli. Da queste parole sembra che si possa dedurre che la nostra Signora si trovava a Cana prima che fosse invitato allo sposalizio il suo Figlio santissimo. Al fine di accordare ciò con quello che ho detto nel capitolo precedente e capire che giorno fosse, feci alcune domande per obbedienza. Mi fu risposto che, nonostante la diversità delle opinioni dei narratori, la storia della Regina e il Vangelo concordano e che il fatto avvenne in questa maniera: Cristo nostro Signore con i suoi cinque apostoli, entrando in Galilea andò direttamente a Nazaret, predicando ed insegnando. Il viaggio durò alcuni giorni; non molti, ma certamente più di tre. Giunto a Nazaret, egli battezzò la sua beatissima Madre - come già si è detto - e subito con i suoi discepoli andò a predicare in alcune località vicine. Nel frattempo Maria santissima si recò a Cana per le nozze di alcuni parenti di quarto grado da parte di sant'Anna; da lei gli sposi seppero della venuta del Salvatore del mondo e che già aveva dei seguaci. Per decisione della santissima Madre e del medesimo Signore, che imperscrutabilmente così disponeva per i suoi alti fini, Gesù fu invitato alle nozze con i suoi discepoli.
Sembra una scena apocalittica. Da una parte gli organi di stampa internazionali si accaniscono contro i presunti scandali della Chiesa cattolica mentre dall’altra emergono figure luminose come papa Francesco e Benedetto, si prospetta la prossima canonizzazione di Giovanni Paolo II e papa Giovanni, e ci viene donata un’enciclica che è una sintesi viva della nostra fede. È come se il demonio si accanisse a gettare fango mentre emergono queste poderose figure ed eventi carichi di luce. È come se la Provvidenza ci dicesse che i tempi duri stanno finendo e che la fede in Dio e il buon senso sono sul punto di trionfare.
Ancora una volta si torna a discutere del Liverpool care pathway, il protocollo di fine-vita applicato in molti ospedali inglesi. Si tratta di una procedura con la quale i medici valutano l’aspettativa di vita del paziente e, in base a quella, proseguono con la sospensione di medicine, alimentazione e idratazione. Un criterio ritenuto dagli esperti non troppo affidabile. Per questo il Lcp non ha ancora ottenuto il cosiddetto “gold standard”, un termine usato in medicina per indicare l’esame diagnostico più accurato per accertare lo stato di salute. E il governo cerca di correre ai ripari.
Il Sangue di Gesù ci ha redenti ed elevati ad uno stato soprannaturale, ma non ci ha resi impeccabili. Ognuno di noi è soggetto a forti tentazioni, alle quali, purtroppo, a volte seguono cadute catastrofiche. Dev'essere perciò l'uomo eternamente dannato, perché cede alla tentazione? No. «Iddio, ricco di misericordia, conobbe la nostra fragilità e pensò ad apprestare un rimedio vitale» (S. Tommaso). In virtù del Sangue Divino, nel Sacramento della Penitenza, vengono rimessi i nostri peccati. No, la Confessione non è opera umana, ma un Sacramento istituito da Gesù Cristo: «Qualunque cosa legherete sulla terrà, sarà legata nel cielo, qualunque cosa scioglierete sulla terra, sarà sciolta in cielo». «Per lavare i nostri peccati, non c'è che il lavacro del Sangue di Cristo» (S. Caterina). Oh! bontà immensa di Gesù, che ha trovato il modo di rinnovare perennemente la redenzione delle nostre anime, il modo di versare continuamente il suo Sangue nel Sacramento del perdono! Quante nefandezze deve detergere il Preziosissimo Sangue! Eppure Gesù chiama continuamente il peccatore a questo Sacramento e gli dice che non si spaventi del gran numero delle sue colpe, perché Egli è disposto sempre a perdonare: Venite, venite voi che siete funestati dalla macchia di qualsiasi peccato! Chi si bagna in questo Sangue di salute, sarà mondato! Corriamo dunque ai piedi del sacerdote. «Egli non fa altro che gettare sul nostro capo il Sangue di Cristo» (S. Caterina). Non facciamoci vincere dal rossore, dal rispetto umano o da qualsiasi altro timore; non è l'uomo, ma è Gesù che ti aspetta nel confessionale.