Dalla grotta della natività, i tre re se ne andarono a riposare in una locanda nella città di Betlemme. Quella notte, ritiratisi in disparte in una stanza, tra innumerevoli lacrime e sospiri si misero a parlare di ciò che avevano visto, degli effetti che avevano ricevuto e di ciò che avevano notato nel bambino Gesù e nella sua Madre santissima. Con questi discorsi s'infiammarono ancor più di amore divino, ammirando la maestà e lo splendore del bambino, la prudenza, la severità e il pudore della Madre, la santità dello sposo Giuseppe, la povertà di tutti e tre e l'umiltà del luogo dove aveva voluto nascere il Signore del cielo e della terra. I re sentivano la fiamma dell'incendio divino che bruciava i loro cuori devoti e, senza potersi contenere, proruppero in accenti di grande dolcezza e in atti di venerazione e amore, dicendo: «Che fuoco è questo che sperimentiamo? Che efficacia è quella di questo gran Re, che ci muove a tali desideri e affetti? Come dovremo comportarci con gli uomini? Come potremo frenare i nostri gemiti e sospiri? Che faranno quelli che hanno conosciuto così arcano, nuovo e sovrano mistero? O grandezza dell'Onnipotente, nascosta agli uomini e dissimulata sotto tanta povertà! O umiltà mai immaginata dai mortali! Se solo potessero venire tutti qui, affinché nessuno rimanesse privo di questa felicità!».
In occasione dell'Anno della fede l'Immagine della Madonna di Pompei viene esposta dal 28 maggio fino al 31 maggio nella Chiesa di San Salvatore in Lauro, in via dei Coronari a Roma. Da lì, nel pomeriggio del primo giugno, sarà portata in processione nella Basilica di San Pietro. Nella Basilica Vaticana l'immagine sarà accolta dall'arciprete, il cardinale Angelo Comastri, per essere posta sulla tomba del Beato Giovanni Paolo II, per la venerazione dei fedeli.
Si è concluso oggi il 55.mo pellegrinaggio militare internazionale a Lourdes, ispirato all’Anno della Fede voluto da Benedetto XVI. Ad accompagnare il folto gruppo di pellegrini italiani al Santuario mariano è stato l’ordinario militare, mons. Vincenzo Pelvi.
Molte parole e molti gesti restano impressi della prima visita di Papa Francesco in una parrocchia romana. Un incontro particolarmente sentito in cui, tra l’altro, il Papa ha dato la Prima Comunione a 16 bambini. In particolare, ha colpito il suo chinare il capo dinanzi ai bimbi, come per chiedere la loro preghiera e benedizione. Il pensiero è andato al 13 marzo, quando si è presentato al mondo, chiedendo la preghiera dei fedeli perché Dio lo benedisse. Dell’origine e del valore della benedizione, che la Chiesa annovera tra i sacramentali, cioè gesti sacri, Fausta Speranza ha parlato con il biblista prof. mons. Roberto Penna, docente alla Pontificia Università Lateranense.
Da arcivescovo di Buenos Aires, ha sempre lasciato spazio alle iniziative apostoliche dei movimenti . Ora vale anche per loro l’invito a «uscire da se stessi»
trent'anni fa, nel maggio del 1983, un team di ricercatori francesi diretti da Luc Montagnier pubblicava sulla rivista americana “Science” un articolo in cui si rivelava per la prima volta l’esistenza di un nuovo virus, l’HIV, responsabile della "Sindrome da immunodeficienza acquisita", meglio nota come Aids. Trent’anni dopo, 34 milioni di persone vivono con questo virus, e circa 1,8 milioni muoiono di Aids ogni anno. Nonostante esistano nuovi farmaci in grado di migliorare e allungare la vita dei malati affetti da questo virus, la migliore arma, ad oggi, continua ad essere la prevenzione, e si attende ancora un vaccino.
Per seguire Gesù dobbiamo spogliarci della cultura del benessere e del fascino del provvisorio. E’ quanto sottolineato stamani da Papa Francesco, nella Messa alla Casa Santa Marta. Il Papa ha quindi sottolineato che dobbiamo fare un esame di coscienza sulle ricchezze che ci impediscono di avvicinare Gesù. Alla Messa, concelebrata dal cardinale Philippe Barbarin, arcivescovo di Lione, hanno preso parte un gruppo di collaboratori del Pontificio Consiglio degli Operatori Sanitari, guidati dal presidente mons. Zygmunt Zimowski, e un gruppo di collaboratori dei Servizi Economici del Governatorato, guidati dal dott. Sabatino Napolitano.
A forza di sbarazzarsi dei vecchi cimeli nel nome dell’avanguardia, del nuovismo, della liberazione da oppressioni non meglio specificate, della decostruzione, del post-qualunque cosa, della ribellione al principio di non contraddizione, insopportabile retaggio della logica aristotelica, la cultura contemporanea si è ritrovata vuota e triste come una casa sfitta. Nelle sue stanze l’aria si è fatta irrespirabile. La forza scioccante di tanta arte prodotta in opposizione alle convenzioni si è imborghesita, diventando la più bolsa delle convenzioni. Gli intellettuali “contrarian”, quelli ostili alle idee da salotto e ai loro meccanismi onanistici, si sono rifugiati in bolle culturali sterili come quelle che disprezzavano e dai loro amboni hanno dettato uno sciapo manifesto ideologico: la dimensione del significato è assurda e inutile. Il significato non esiste. E se esiste fa schifo. Svuotiamo i musei polverosi, bruciamo le vecchie librerie, cancelliamo i dogmi, recidiamo i fili, spariamola grossa, scriviamo tanto e male, rigettiamo la trascendenza e cancelliamo la religione organizzata, diciamo ovvietà che possono sembrare intelligenti ai lettori di Hitchens e agli ammiratori di Cattelan.
In Italia, in caso di separazione, gli alimenti corrisposti al coniuge sono detraibili dalla dichiarazione dei redditi, ma non vi è alcuna detrazione se il denaro è trasferito all’interno della famiglia, per esempio per mantenere un figlio all’università. Quando si introduce una agevolazione fiscale (rottamazioni, ristrutturazioni…), essa viene riconosciuta senza limite di reddito; i sostegni alla maternità e le detrazioni per i figli a carico sono corrisposti invece in relazione al reddito. Chi fa sindacato gode di permessi e di distacchi; chi va a scuola per parlare con i docenti dei figli deve chiedere le ferie.