Al termine della messa di Pentecoste in Piazza San Pietro, ieri papa Francesco, imponendo le mani sulla testa di un malato, avrebbe fatto una preghiera di liberazione dal demonio o un vero e proprio esorcismo. Lo sostengono gli esorcisti interpellati dalla trasmissione «Vade Retro» di Tv2000, l'emittente della Cei.
Dopo che le schiere celesti avevano celebrato nella grotta di Betlemme la natività del loro Dio fatto uomo, nostro redentore, alcune di esse furono subito inviate dal Signore in diverse parti, perché annunziassero la buona notizia a coloro che, secondo la divina volontà, erano pronti ad accoglierla. Il santo principe Michele si recò dai santi padri del limbo, e annunciò loro che era già nato l'Unigenito dell'eterno Padre fatto uomo, e che si trovava in una mangiatoia tra animali, umile e mansueto, come essi lo avevano profetizzato. Specialmente parlò ai santi Gioacchino ed Anna da parte della fortunata madre, perché ella stessa glielo aveva ordinato, e si congratulò con loro, perché la loro figlia teneva già nelle sue braccia l'atteso dalle genti, annunziato da tutti i Profeti e Patriarchi. Quello fu il giorno della maggior consolazione ed esultanza, che in un così lungo esilio avesse ricevuto tutto quel gran numero di giusti e santi. Riconoscendo tutti il nuovo uomo e Dio vero come l'autore della salvezza eterna, formarono nuovi cantici di lode in suo onore, lo adorarono e gli resero culto. San Gioacchino e sant'Anna, per mezzo del messo celeste san Michele, pregarono Maria santissima, loro figlia, di venerare a nome di entrambi il bambino Gesù, frutto benedetto del suo grembo verginale. La gran Regina del mondo, all'udire con estremo giubilo tutto ciò che il santo principe le riferì rispetto ai padri del limbo, esaudì subito questo desiderio.
Qual è il rapporto tra Satana e la Madonna è quanto racconta il Presidente “Associazione Internazionale degli esorcisti” padre Francesco Bamonte, nella puntata di “Vade Retro” del 17 maggio 2013. Maria, da sempre, è il più forte alleato nella battaglia contro il Diavolo: per questo l’arma più potente contro il Demonio è il rosario, la corona cara a Padre Pio e a quanti invocano l’intercessione della Madonna. Ripercorrendo i santuari più noti e le occasioni in cui la Vergine Immacolata ha richiamato la realtà dell’inferno nelle sue apparizioni, si parlerà della potenza di Maria e della preghiera, scudo e spada tagliente contro gli attacchi di Satana.
Le notizie dell’Agenzia Fides sono disponibili, in otto lingue, anche su una “App” per smartphone, chiamata “Missio”, che si può scaricare gratuitamente. Il servizio, informa la Fides stessa, è stato inaugurato da Papa Francesco durante l'udienza con i direttori nazionali delle Pontificie Opere Missionarie e con il personale dell’Agenzia Fides, il 17 maggio scorso in Vaticano. Il Papa ha cliccato su un iPad, lanciando l’applicazione, realizzata da padre Andrew Small, direttore nazionale delle Pontificie Opere Missionarie negli Stati Uniti.
Durante la messa di questa mattina Francesco dice che bisogna vincere quel "pezzo di incredulità" che è in tutti noi. "La preghiera per chiedere un miracolo, per chiedere un'azione straordinaria dev'essere una preghiera coinvolta, che ci coinvolga tutti". Un episodio avvenuto in Argentina dimostra che serve una preghiera "che lotta".
La mostrano le vicende differenti di persone che hanno dedicato la vita alla evangelizzazione. Il beato Clemente Vismara, una vita irta di difficoltà e problemi, che ha realizzato grandi opere del Vangelo senza mai perdere l'entusiasmo per la propria vocazione.
I due assalti hanno colpito la chiesa di St. Mary in un sobborgo di Alessandria d'Egitto e quella del piccolo villaggio di Menpal nell'Alto Egitto. Negli scontri una persona è morta in seguito a un arresto cardiaco.
Mio caro Malacoda, preparati alla riabilitazione di Erode. La giustificazione sociale dell’infanticidio non sarà un successo facilmente raggiungibile. Avremo qualche problema “morale” a condurre questa campagna mediatica e culturale in parallelo con quella sulla pedofilia, ma abbiamo da tempo posto in essere tutte le premesse pratiche che la rendono praticabile, basta indurre dal vissuto ormai moralmente accettato dalla stragrande maggioranza delle società occidentali evolute i princìpi che lo sostengono, ancorché sottintesi. Si tratta della solita questione di chi invoca la fine dell’ipocrisia in campo politico e della morale pubblica, ma non sa o non osa farlo in quello teoretico o dei cosiddetti “valori”. È il coraggio del pensiero, e delle ultime conseguenze delle nostre libertà, quello che manca.
«Ci saranno spettacoli, musiche, canti tradizionali, tavole rotonde, presentazione di libri, testimonianze per non lasciare la città in silenzio durante il Gay pride che si terrà a Palermo il 22 giugno. Vogliamo dire no alle adozioni e al matrimonio gay e dire sì alla bellezza della famiglia naturale. Perciò inviteremo a partecipare tutte le persone che incontreremo nel parco Cassarà». Così Filippo Campo, membro dell’associazione “Sos ragazzi” di Roma e Palermo, presenta il Family day siciliano. Con la sua, altre 12 associazioni regionali e nazionali lo scorso 16 maggio hanno costituito il comitato “Family day Palermo”, «che è aconfessionale e apartitico, perché tutela un istituto naturale, vero e buono per ogni essere umano», spiega Campo.
Per presentare l’ultimo libro sto facendo un giro per l’Italia del Sud che ricorda gli annunci ferroviari degli espressi di una volta: Catanzaro, Reggio, Messina, Catania, Siracusa. Poi andrò a Terrasini, Agrigento, Trapani, Palermo, Caltanissetta. È una vera immersione fra la gente del Sud, soprattutto siciliani, per i quali ho un’ammirazione pregiudiziale. Qui una persona è considerata un fine e non un mezzo: è un’espressione approssimativa ma rende l’idea. Inoltre mi è capitato d’incontrare coppie di sposi giovani e sorridenti assieme a persone sposate da cinquant’anni e più. Sembra che qui il matrimonio sia più solido che altrove ed è uno dei motivi dell’allegria che si respira: occhi limpidi, sorrisi aperti, cordialità illimitata.
Le giornate di ieri e di oggi del Papa con i movimenti colpiscono i media soprattutto per il fiume immenso di persone che arriva in Piazza San Pietro.
I movimenti nati nella Chiesa sono ormai come bei rami frondosi della grande quercia che abbraccia tutte le miserie umane.
Ma la cosa più rivelatrice è scoprire quella piccola “gemma d’aprile” da cui nascono questi rami. Perché nell’inizio è contenuta l’essenza di una cosa.
E senza il rinnovarsi di quella piccola gemma – come diceva Péguy – tutto il grande albero non sarebbe che legna secca. Da ardere.
Su queste colonne di recente ho raccontato la vicenda di Chiara Amirante e di Nuovi Orizzonti. Altre volte ho parlato di don Luigi Giussani e di Comunione e liberazione. In diverse occasioni ho ripercorso dall’inizio le apparizioni di Medjugorje riferendo dell’immenso popolo che da lì è nato.
Anche all’inizio di uno dei movimenti più grandi e vitali di oggi, il Cammino Neocatecumenale, c’è lo stesso “segreto”, la piccola gemma.
Tutto nasce sempre nel silenzio di un cuore umano affascinato da Cristo, trasformato e riempito delle sue grazie dallo Spirito Santo (è ciò che si chiama carisma).
Non c’erano finora libri che ripercorressero la storia del Cammino, ma nelle scorse settimane è uscito un preziosissimo memoriale dove è lo stesso Kiko Arguello, il fondatore, a raccontarla.
Quello di Kiko è un nome che alle cronache dei giornali forse dice poco (perché l’uomo non frequenta salotti), ma è invece molto importante per la Chiesa e per la vita del suo immenso popolo.
Kiko dunque racconta cosa gli è accaduto, come è stato sorpreso da Gesù e “chiamato”: il suo bel libro, “Kerigma”, è stato tradotto dalla San Paolo.