Perché Maria santissima potesse ritornare alla sua casa di Nazaret, santa Elisabetta fece chiamare il suo felicissimo sposo Giuseppe. Arrivato alla casa di Zaccaria, dove lo attendevano, Giuseppe fu ricevuto con grande affetto e rispetto da Elisabetta e Zaccaria. Ormai anche il santo sacerdote sapeva che i misteri e i tesori del cielo erano affidati al gran patriarca Giuseppe, che ancora non li conosceva. La sua santissima sposa lo ricevette con umile gioia e, genuflessa alla sua presenza, gli chiese come sempre la benedizione, e lo pregò di perdonarla per aver tralasciato di servirlo per un periodo di circa tre mesi, in cui aveva assistito la sua cugina Elisabetta. Sebbene in ciò non avesse commesso colpa né imperfezione, poiché infatti aveva adempito la volontà divina con grande compiacimento e beneplacito del Signore e conformità al volere del suo sposo, con quella cortese umiltà la prudentissima Signora volle rendere al suo sposo la consolazione che non aveva potuto dargli durante la sua lontananza. San Giuseppe le rispose che il solo vederla gli leniva la pena sofferta per la sua mancanza, e lo colmava di quel conforto che la sua presenza gli avrebbe procurato. Dopo essersi riposato qualche giorno, fissarono la data della loro partenza.
Papa Benedetto è rientrato in Vaticano dopo il soggiorno di due mesi a Castel Gandolfo. L'elicottero, con a bordo il Papa emerito, è atterrato all'eliporto, in Vaticano, dove il Pontefice emerito è stato accolto dalla delegazione di cardinali e vescovi guidata dal decano, card. Angelo Sodano. Benedetto XVI, dopo un breve tragitto in auto, è poi arrivato nella sua nuova residenza, il convento "Mater Ecclesiae", recentemente ristrutturato. Al suo arrivo, è stato accolto da Papa Francesco, che gli ha dato il benvenuto con grande e fraterna cordialità. Il Pontefice emerito e Papa Francesco - ha reso noto il direttore della Sala Stampa della Santa Sede, padre Federico Lombardi - si sono recati nella Cappella del Monastero per un breve momento di preghiera. Benedetto XVI risiedeà nel convento in Vaticano con il suo segretario, il prefetto della Casa Pontificia mons. Georg Gaenswein, e con le quattro "memores Domini" che lo hanno accompagnato in questi anni.
“O Francesco d'Assisi, intercedi per la pace dei nostri cuori”. E' la preghiera di Papa Francesco pubblicata, via tablet, sul sito "sanfrancesco.org", alla pagina che mostra la webcam accesa 24 ore su 24 sulla tomba di San Francesco, nella Basilica di Assisi. Occasione dell’inedito evento, informa un comunicato della Sala Stampa del Sacro Convento, è stata l’udienza che stamani il Papa ha concesso in Vaticano al ministro generale dei Frati minori conventuali, padre Marco Tasca, accompagnato dal custode del Sacro Convento di Assisi, padre Mauro Gambetti, e dal direttore della rivista "San Francesco Patrono d'Italia", padre Enzo Fortunato.
Benedetto XVI torna oggi in Vaticano dopo il soggiorno di due mesi a Castel Gandolfo. Il Papa emerito dimorerà nel convento "Mater Ecclesiae", recentemente ristrutturato, come ha ricordato nei giorni scorsi padre Federico Lombardi, direttore della Sala Stampa Vaticana, che sulla salute di Benedetto XVI aveva precisato: “è un uomo anziano, indebolito dall'età, ma non ha nessuna malattia”.
La Chiesa è una comunità del “sì” perché nasce dall’amore di Cristo. E’ quanto affermato, stamani, da Papa Francesco nella Messa celebrata nella Cappella della Casa Santa Marta. Il Papa ha sottolineato che quando i cristiani non fanno lavorare lo Spirito Santo allora cominciano le divisioni nella Chiesa. Alla Messa, concelebrata con il cardinale Albert Malcolm Ranjith Patabendige, ha preso parte un gruppo di dipendenti dei Musei Vaticani.
Qual è stato (ed è ancora) il compito principale dei cristiani nell’organizzazione politica del mondo? La domanda non è accademica e c’entra addirittura con la nascita del nuovo governo italiano e col ruolo che in esso hanno i cattolici.
La risposta – che forse sorprenderà – è questa: la desacralizzazione del mondo. La sua laicizzazione.
Questa missione è stata iniziata dal popolo d’Israele. C’è un bellissimo saggio di Joseph Ratzinger sulla “Genesi” che sottolinea l’aspetto rivoluzionario del racconto della creazione.
Il cardinale spiega che narrare il sole, la luna e il mondo naturale come creature di un Dio totalmente trascendente, significava desacralizzare il cosmo che invece tutte le religioni sacralizzavano.
Se il sole è semplicemente un astro misuratore del tempo, l’universo è una creazione razionale che l’uomo può conoscere, usare e dominare.
Quindi – come Ratzinger spiegò poi in un memorabile discorso a Parigi – la prima conseguenza della rivelazione biblica è la liberazione dalle superstizioni.
Ieri durante il tradizionale concerto del 1° maggio in piazza san Giovanni a Roma ha fatto discutere l’esibizione del gruppo “Management del Dolore Post Operatorio”. Il leader del gruppo Luca Romagnoli ha prima alzato al cielo un preservativo, come se fosse un’ostia durante la Messa, dichiarando: «Questo è il modello che uso io, che toglie le malattie dal mondo, prendetene e usatene tutti, fate questo, sentite a me». Poi, prima di intonare la canzone “Porno bisogno”, si è scoperto la testa con la chierica rasata a zero come San Francesco.
Kenneth Bae è definito da alcune fonti un “devoto cristiano” che, nei suoi viaggi al Nord come operatore turistico, ha sempre cercato di mantenere viva l’evangelizzazione del popolo. Gli Stati Uniti avevano chiesto la sua liberazione: ora, secondo alcuni analisti, potrebbe aprirsi una trattativa in cambio di aiuti umanitari.
1. Il Vangelo di Maria comincia con l'annuncio della sua verginità: una verginità del cuore e del corpo che la Chiesa, riflettendo sulla Rivelazione, dichiara perennemente incontaminata. Incarnandosi in Maria, il Verbo di Dio la rese ancor più vergine: il suo stesso corpo fu consacrato alla funzione di dare un corpo al Figlio di Dio fatto uomo.
2. Una esigenza primaria della vita cristiana è la purezza del cuore. Alcuni conservano il cuore vergine anche nel fidanzamento e nel matrimonio. Altri hanno scelto la verginità del cuore e del corpo come stato permanente di vita, come consacrazione a Dio. Coloro che hanno il cuore vergine sono segnati dalla predilezione di Maria, sono la sua schiera prediletta. Prima ancora di scegliere Dio, sono stati scelti da lui: rispecchiandosi in essi, Dio ravvisa la propria immagine e quella di sua Madre e stabilisce con essi un rapporto d'amore sponsale: «Beati i puri di cuore, perché vedranno Dio».
La verginità custodisce gelosamente gli sguardi, il corpo e le profondità dei pensieri. Si ammanta di rispetto, fa sì che l'amore sia veramente amore.
3. Consacrarsi a Maria significa decidersi per la purezza del cuore, qualunque sia lo stato di vita. Questa purezza interiore ed esterna è il primo dono che il mondo tenta di rapire; chi la possiede è impegnato a difenderla a costo del sangue. Luigi Gonzaga ha fustigato il proprio corpo, Maria Goretti si è lasciata trucidare, Alexandrina da Costa (Alexandrina da Balasar, beata il 25 aprile 2004) si è gettata da una finestra rimanendo paralizzata per tutta la vita: ma la purezza valeva immensamente di più del prezzo pagato. Chi l'ha nel cuore può esclamare con Maria Paola Mandelli: «Ho il cuore pieno di luce. Provo felicità di sentirmi pura! ».
Che cos'è la castità o purezza di cuore? In sostanza si riduce a un interiore rispetto alla persona nel suo essere corporeo. Essa esprime la nobiltà del cuore che ama, l'elevatezza dello spirito che rifugge di degradarsi a pensieri, parole e azioni irrispettose verso la propria e l'altrui persona.
La purezza del cuore è la virtù più insidiata dalla sovversione, che si serve dell'impurità come dirompente sociale. Essa agevola la maturazione affettiva equilibrata del giovane, conferisce elevatezza d'animo, dispone alla santità.
Nel matrimonio essa contiene nella sfera dell'amore gli atti propri della procreazione, e agevola l'armonia coniugale, con influsso benefico sui figli.
Nella vita consacrata non è una rinuncia all'amore, ma a quanto impedisce la piena espansione dell'amore spirituale. Essa orienta direttamente verso Dio l'affetto del cuore senza mediazioni create; apre a un amore più universale verso il prossimo, come è testimoniato dalla dedizione dei consacrati a opere di carità verso i bisognosi di ogni sorta; conferisce finezza cristiana nella misura che si alimenta all'amore di Dio.
Potremmo dire che il brano evangelico di oggi rappresenta il "testamento d’amore" che Gesù ci ha lasciato, valido allora come oggi.
Gesù esorta i suoi discepoli, tutta gente semplice, come abbiamo visto, ma di grande cuore e capace di fare grandi sacrifici ed anche grandi azioni - molti di loro moriranno perseguitati e martirizzati per amore del loro Signore e Maestro - ad osservare i Suoi insegnamenti: solo così essi rimarranno nel Suo Amore.
E’ questa la scelta di vita che Gesù chiede: seguite il mio esempio fino in fondo, “amatevi gli uni gli altri come Io vi ho amato” ed allo stesso modo amate voi stessi, perché chi non si ama, chi rifiuta la vita donata, non è capace né di amare gli altri, né tantomeno il Padre celeste.