Partirono da Nazaret per Betlemme Maria purissima e il glorioso san Giuseppe, agli occhi del mondo tanto soli quanto poveri ed umili pellegrini, senza che nessuno dei mortali li reputasse o stimasse più di quello che l'umiltà e la povertà giungono ad ottenere da loro. Ma, o ammirabili misteri dell'Altissimo, nascosti ai superbi ed imperscrutabili alla prudenza umana! Non camminavano soli, né poveri, né disprezzati, ma prosperi, ricchi e onorati. Erano l'oggetto più degno dell'eterno Padre e del suo amore immenso, e il più stimabile ai suoi occhi. Portavano con sé il tesoro del cielo e della Divinità stessa, e tutta la corte dei cittadini celesti li venerava. Tutte le creature insensibili riconoscevano la viva e vera arca dell'alleanza meglio di come le acque del Giordano riconobbero la sua ombra e figura quando, docili, si divisero per dare libero passaggio ad essa e a quelli che la seguivano. Li accompagnavano i diecimila angeli di cui in precedenza ho detto che erano stati destinati da Dio a servire sua Maestà e la sua santissima Madre in tutto questo viaggio. Queste schiere celesti camminavano in forma umana visibile agli occhi della divina Signora, ciascuno più risplendente di altrettanti soli, facendole scorta. Ella procedeva in mezzo a tutti, presidiata e difesa più di quanto non lo fosse la lettiga di Salomone dai sessanta prodi d'Israele che, con la spada alla cintura, la circondavano. Oltre a questi diecimila angeli, li assistevano molti altri che scendevano e salivano al cielo, inviati dall'eterno Padre al suo Figlio unigenito e alla sua Madre santissima, e da loro ritornavano con i messaggi per cui erano mandati.
Il caso di Dimyana Ubeid Abdel al-Nour, insegnante cristiana accusata di insulti contro l'islam, preoccupa il Paese. Sostenuti dal procuratore islamista Talaat Abdhallah, sempre più magistrati accolgono denunce per blasfemia e proselitismo.
Da un gruppo di laici che ascoltò le prime catechesi, nel marzo del 1972 a S. Maria Formosa, a un palazzetto dello sport colmo di giovani, di coppie, di bambini. Eccoli i frutti dell'evangelizzazione compiuta da un'équipe proveniente da Roma, di cui faceva parte Stefano Gennarini, oggi a Venezia insieme a Silvana Venditti e padre Livio Orsingher, per mostrare al Patriarca come il Cammino neocatecumenale ha messo radici in laguna.
"Ricevendo le Pontificie opere missionarie, Francesco evoca "il dovere" di portare il Vangelo in tutto il mondo. "Educare ogni cristiano, fin dall'infanzia, ad uno spirito veramente universale e missionario". "Un'attenzione particolare per le giovani Chiese, che non di rado operano in un clima di difficoltà, di discriminazione e di persecuzione, perché siano sostenute ed aiutate nel testimoniare con la parola e con le opere il Vangelo"."
NellaGiornata dei Movimenti, delle Associazioni e delle Aggregazioni laicali, evento promosso dalPontificio Consiglio per la Promozione della Nuova Evangelizzazionenell’Anno della Fede, che si terrà a Piazza san Pietro il18e il19 maggio, ilRinnovamento nello Spirito Santoconferma una partecipazione dioltre 10.000 aderenti.
Il problema non è essere peccatori, il problema è non lasciarsi trasformare nell'amore dall’incontro con Cristo: è questo, in sintesi, quanto ha detto il Papa nell’omelia presieduta stamani a Santa Marta. Hanno partecipato alla celebrazione alcuni dipendenti dei Musei Vaticani.
Oggi inizia una bellissima novena: la novena a San Filippo Neri.
“Come si può parlare di ‘nuova tirannia’, quando mai prima d’ora gli uomini hanno goduto di tanta libertà e tanti diritti?”, potrebbe chiedersi un lettore sprovveduto. Le tirannie classiche, in effetti, si caratterizzavano per il fatto di reprimere la libertà e negare i diritti. Gli uomini avevano coscienza di tale usurpazione perché, privati di qualcosa che apparteneva loro per natura, si sentivano sminuiti.
“Chiediamo alle Caritas del mondo di aiutarci a camminare da soli. Soffriamo delle conseguenze dell’occupazione israeliana che ci piega le gambe in ogni ambito di vita. Vogliamo rialzare la testa e darci da fare per la giustizia e il diritto e per restare nella nostra terra da uomini liberi”.
“Una Chiesa senza la carità non esiste”. Con queste parole Papa Francesco ha accolto ieri mattina in udienza il Comitato esecutivo di Caritas Internationalis, riunito in questi giorni a Roma per la riunione annuale sotto la presidenza del cardinale Oscar Rodriguez Maradiaga. Il Pontefice ha messo in ampio risalto il lavoro svolto dall’organismo caritativo della Chiesa, in particolare in un momento in cui – ha affermato – la crisi mette in pericolo l’uomo, “carne di Cristo”.
Secondo la trasmissione di Mediaset “Striscia la notizia” tutti coloro che credono nella veridicità delle apparizioni di Medjugorje sono deficienti, aggettivo derivante dal verbo latino deficere, che vuol dire mancare. Cioè mancherebbero di intelligenza, conoscenza, cultura, buon senso, prudenza e via offendendo.
A dar retta alla trasmissione dello scorso 15 maggio, i devoti della Madonna di Medjugorje, che ormai ammontano a qualche decina di milioni, si sarebbero fatti abbindolare da sei ragazzini che recitavano la parte dei veggenti, avrebbero creduto ai messaggi che loro comunicavano e, per ringraziarli, li avrebbero rimpinzati di soldi fino a renderli dei ricchissimi imprenditori.
“Il mio viaggio dalla fede alla non-fede. E ritorno”. Parafrasando dall’inglese il sottotitolo di uno dei libri più celebri di John Waters, Lapsed Agnostic, ci si fa un’idea di chi sia il giornalista irlandese che sabato racconterà la sua storia in piazza San Pietro, di fronte a papa Francesco, durante la Giornata dei Movimenti. Waters è nome noto alla carta stampata dell’Isola verde: columnist della testata più famosa del Paese, l’Irish Times, ogni venerdì commenta quello che accade dalle parti di Dublino, in una società ingabbiata da una costante lotta di distruzione delle proprie radici. Ha lavorato per diverse testate in precedenza, occupandosi anche di musica e scrivendo uno dei primi libri dedicato agli U2.
Paul Bhatti, 53enne ministro dell’Armonia nazionale e degli Affari delle minoranze nel governo guidato dal Partito popolare del Pakistan fino al marzo scorso, è il fratello maggiore di Shahbaz Bhatti, il politico e ministro cristiano cattolico ucciso dagli estremisti islamici nel marzo del 2011 a Islamabad per la sua azione in difesa delle minoranze religiose pakistane. Paul, che faceva il medico in Italia e aveva pensato molte volte a intraprendere la carriera politica nel suo paese di origine ma non si era mai deciso, ha preso il posto di Shahbaz poco dopo la sua morte, venendo nominato per volontà del presidente Asif Ali Zardari consigliere per gli Affari delle minoranze nel governo del primo ministro Yousaf Raza Gillani.
Ma noi siamo ancora un popolo? Abbiamo ancora un’identità nazionale, un vero senso di appartenenza? E’ ancora permesso parlare di “identità”? O il solo patriottismo sentito, consentito e vissuto è quello per la “nazionale” per antonomasia, ossia per gli azzurri?
L’unico che sui media continua a porre questi interrogativi – solo apparentemente accademici – è Ernesto Galli Della Loggia. Lo fa da anni, ma ben pochi sembrano capire quanto profondamente queste domande abbiano a che fare con la situazione attuale del nostro Paese (anche quella economica) e con il suo sognato o sperato “rinascimento”.
Infatti aver dilapidato un patrimonio morale, culturale, civile e religioso è ancor più grave dell’aver dilapidato un patrimonio economico, anzi a ben vedere ne rappresenta l’antefatto, la premessa.