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Messaggio del 2 gennaio 2010:Cari figli, oggi vi invito a venire con me con totale fiducia, perché io desidero farvi conoscere mio Figlio. Non abbiate paura, figli miei. Io sono con voi, sono accanto a voi. Vi mostro la strada come perdonare voi stessi, perdonare gli altri e, con pentimento sincero nel cuore, inginocchiarvi davanti al Padre. Fate sì che muoia in voi tutto ciò che vi impedisce di amare e salvare, di essere con Lui e in Lui. Decidetevi per un nuovo inizio, l’inizio dell’amore sincero di Dio stesso. Vi ringrazio.

Notizie dai giornali cattolici



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San Giuseppe dopo l'istruzione e il comando dell'Altissimo diede spazio alla divina Principessa nelle umili occupazioni; tutti e due ebbero occasione di offrire a Dio il grato sacrificio della loro volontà: Maria santissima esercitando sempre la più profonda umiltà ed obbedienza verso il suo sposo ed operando tutti gli atti di queste virtù con eroica perfezione, senza tralasciare nulla e san Giuseppe, d'altra parte, ubbidendo all'Altissimo con la prudente e santa umiliazione che gli veniva dal vedersi assistito e servito da colei che riconosceva per signora sua e di tutte le creature, e per Madre dello stesso Dio e creatore. In questo modo il prudente santo compensava l'umiltà, che non poteva esercitare, con altri atti servili ceduti alla sua sposa: questo l'umiliava ancora di più ed era per lui uno stimolo ad annientarsi nella stima di se stesso. E con tale timore contemplava Maria santissima, ed in lei il Signore che portava nel suo seno verginale, dove egli lo adorava tributandogli magnificenza e gloria. Alcune volte, come premio della sua santità e riverenza, gli si manifestava il bambino divino incarnato, in un modo straordinario; ed egli lo adorava nel seno della sua purissima Madre, come attraverso un cristallo tersissimo. La Regina trattava e conferiva ora più familiarmente con il glorioso santo intorno ai misteri dell'incarnazione, perché non temeva più di conversare con lui sulle cose divine, essendo egli già illuminato ed informato sui sublimi misteri dell'unione ipostatica delle due nature, divina ed umana, nel grembo verginale della sua sposa.
I dati dell'Annuario statistico della Chiesa. I fedeli di Roma sono passati, dal 2010 al 2011, da 1.196 a 1.214 milioni, con un aumento relativo dell' 1,5%. L'Asia si conferma un continente religiosamente vivo: crescono fedeli e sacerdoti, in aumento anche i religiosi professi non sacerdoti, i seminaristi e, in controtendenza rispetto ai dati mondiali, anche il numero delle suore.
O Vergine Immacolata, in questo giorno solen­nissimo, e in quest'ora memoranda, in cui appa­rendo per l'ultima volta nelle vicinanze di Fati­ma a tre innocenti pastorelli, vi dichiaraste per la Madonna del Rosario e diceste d'essere venuta ap­positamente dal cielo per esortare i cristiani a cambiar vita, a far penitenza dei peccati e a recita­re ogni giorno il S. Rosario, noi animati dalla vo­stra bontà veniamo a rinnovarVi le nostre promes­se, a protestarVi la nostra fedeltà e ad umiliarVi le nostre suppliche. Volgete, o Madre amatissima, su di noi il vostro sguardo materno ed esauditeci. ... Continua, clicca su questa news per leggerla tutta.
La Madonna, Sposa dello Spirito Santo, ne parla spesso nei suoi massaggi a Medjugorje, soprattutto in concomitanza con la festa di Pentecoste, ma non solo. Ne parla molto soprattutto nei primi anni, in quei messaggi dati sporadicamente (prima di iniziare a darli tutti i giovedì);messaggi spesso non riportati nei libri più diffusi e che sono caduti nel dimenticatoio. Dapprima invita a digiunare a pane ed acqua il venerdì, in seguito aggiunge il mercoledì e ne spiega il motivo:" in onore dello Spirito Santo" (9.9.'82). Invita ad invocare ogni giorno frequentemente lo Spirito Santo con preghiere e canti, in particolare recitando il Veni Creator Spiritus o il Veni Sancte Spiritus.
Almeno 30 mila i partecipanti quest’anno alla marcia nazionale per la Vita, più che raddoppiate le presenze rispetto allo scorso anno. Un successo. Tantissime famiglie, carrozzine, sacerdoti, suore, boy scout, striscioni, slogan, allegria, e perfino babbucce di lana per neonati, insomma tanti “pericolosi estremisti antidemocratici“. A prendere parte alla Marcia nazionale istituti religiosi, parrocchie e associazioni laicali pro-life. La manifestazione ha rilevanza mondiale e per questo sono presenti molte delegazioni straniere. «La grande mobilitazione pro-life – afferma una nota degli organizzatori – si rivela ancora occasione di grande festa per la vita e di lotta contro l’ingiusta legge 194». Prima della partenza ha preso la parola la portavoce della Marcia, Virginia Coda Nunziante, che ha ricordato come la lotta a favore della vita è anche a difesa dell’intera società, sottoposta a un’enorme e spaventosa crisi valoriale. Sono poi intervenuti i vari rappresentanti delle delegazioni straniere, tra cui Jeanne Monahan, presidente della imponente e storica March for Life di Washington. Tutti hanno ribadito l’importanza di lottare in tutto il mondo contro l’aborto in spirito di unità.
Durante la messa celebrata questa mattina, Francesco commenta l'affermazione di un gruppo di cristiani di Efeso: "non abbiamo nemmeno sentito dire che esista uno Spirito Santo". Anche oggi "tanti cristiani non sanno chi sia lo Spirito Santo, come sia lo Spirito Santo". E' un "Dio attivo in noi", un "Dio che fa ricordare", che "fa svegliare la memoria". Gesù stesso lo spiega agli Apostoli prima della Pentecoste: lo Spirito che Dio vi invierà in mio nome, assicura, "vi ricorderà tutto quello che ho detto".
Nel giorno della Madonna di Fatima, proponiamo un estratto de “Con gli occhi della sposa. I misteri del Rosario”, di Gianluca Attanasio (Edizioni Messaggero Padova 2013 – Prefazione di Massimo Camisasca).
Nella chiesa di San Tommaso della parrocchia di Santa Maria Assunta, la sera di giovedì 9 maggio scorso, Paolo Brosio, giornalista e conduttore televisivo, ha testimoniato la propria conversione alla fede, da egli stesso descritta in ben quattro libri, sunto di quattro anni della “nuova vita”. “Guardando quei libri vedo 56 anni della mia vita. Il primo libro (A un passo dal baratro, n.d.r.) è importante perché è la rinascita. E’ la Madonna che mi ha salvato” ha sostenuto Paolo Brosio, rivolgendosi alle numerosissime persone presenti in chiesa, parecchie delle quali si sono ritrovate a Roiate perché qualcuno gli ha parlato dell’incontro, perché l’ha letto sul sito internet del giornalista, perché ha avuto il bisogno di testimoniare il proprio “miracolo”. Una famiglia dei Castelli Romani ha attribuito la salvezza di un figlio, ferito in un incidente motociclistico dove è morto un altro ragazzo, all’intercessione della Madonna, pregata un anno prima a Medjugorie.
«Il Cammino è una grazia, è una grazia riconosciuta nella Chiesa, riconosciuta dalla Chiesa». A chi vi fa parte è richiesto di caratterizzare la propria vita «all'interno di una spiritualità che desidera essere sempre all'interno della Chiesa». E' possibile così «arricchire la Chiesa con il nostro carisma e nello stesso tempo garantire il nostro carisma perché non fatichiamo a vivere i momenti comuni della Chiesa. E' uno scambio che arricchisce reciprocamente chi ha un carisma e chi chiede di essere garantito in quel carisma dalla Chiesa stessa». Sono le parole che mons. Francesco Moraglia, Patriarca di Venezia, ha rivolto a chi sta riscoprendo il proprio battesimo attraverso il Cammino neocatecumenale. In più di duemila, da tutta la diocesi di Venezia, sono convenuti ieri, venerdì 10 maggio, al palasport veneziano dell'Arsenale. Sul parterre, in particolare, sedeva un gran numero di bambini in età scolare; altri, più piccoli, stavano sulle tribune con i genitori. Insieme provenivano dalle sessanta comunità presenti nel Patriarcato, in dieci parrocchie di Venezia, Mestre e Caorle.
C’è una reliquia in Polonia, nel Santuario di Jasna Góra, a Czestochowa, che ricorda un evento che più di trent’anni fa sconvolse l’umanità intera. È la cintura con il sangue del Beato Giovanni Paolo II che fa memoria dell’attentato che subì il Papa in Piazza San Pietro, il 13 maggio 1981, Festa della Madonna di Fatima.
«La scienza ha dimostrato che l’embrione non è ‘un semplice ammasso di cellule’ o un ‘progetto di uomo’, ma è già un individuo che deve solo avere a disposizione un ambiente adeguato e un tempo definito per il suo sviluppo, fino ad una riconoscibile forma umana”, afferma Giovanni Stirati, medico, docente universitario e bioeticista. Stirati appartiene al movimento neocatecumenale ma la sua dichiarazione è espressa a carattere personale. «Una semplice constatazione di fatto che non riguarda solo i credenti. Credo che negli scopi della campagna UnoDiNoi possano ritrovarsi anche persone non cristiane, di diverso orientamento culturale e religioso, che riconoscano con onestà intellettuale, priva di componenti ideologiche, gli aspetti antropologici ed etici dell’embrione umano».
Fedele alla Linea racconta la storia di Giovanni Lindo Ferretti ma, come dice il regista Germano Maccioni, «non è propriamente una biografia. Tra questa e il film intercorre la stessa differenza che può esserci tra una carta d'identità e la storia personale». È quindi ben più di una semplice teoria di eventi, date, album e canzoni, ma una visione panoramica, a 360 gradi, su una delle personalità più grandi e controverse del nostro secolo: Giovanni Lindo Ferretti, frontman dei CCCP - Fedeli alla linea, gruppo musicale punk post '68, e poi dei CSI - Consorzio Suonatori Indipendenti – e dei PGR - Per Grazia Ricevuta –. Il documentario, appena uscito nelle sale e disponibile in diverse date, narra la storia di un uomo che diventa storia sociale di una lunga generazione di perdizione, per arrivare a un auspicato e desiderato – seppur forse non ben conosciuto – ritorno all'ordine, alla fede primigenia e al suo casolare in Cerreto Alpi, paesello in provincia di Reggio Emilia, e alla sua antica tradizione di pastore e di allevatore equestre. «Avrei voluto – dice Giovanni Lindo Ferretti – che il film fosse incentrato per il 90 per cento sui cavalli e il 10 per cento sulla mia persona. Germano Maccioni ha invertito le proporzioni, ma è il suo documentario, non il mio, e va bene così».
Ho ricevuto la lettera di uno studente, che mi chiede cosa è per me il silenzio, una domanda interessante soprattutto in questa epoca. Per me cristiano, fare silenzio significa liberarmi dalle distrazioni e preoccupazioni quotidiane per cercare Dio, per mettermi in contatto con Dio nella preghiera, nella meditazione della Parola di Dio. Se parlo troppo, se mi distraggo continuamente seguendo mille pensieri, idee, notizie, futilità, “gossip” che il nostro mondo, e specialmente giornali, televisione e internet, ci offrono continuamente, Dio non lo incontro perché il mio pensiero e il mio cuore sono troppo rivolti ad altro; e anche se prego in questa situazione, la preghiera può essere una formula meccanica e vuota, non un dialogo con Dio. San Tommaso definisce la preghiera: “Ascensus mentis et cordis in Deum” (elevazione della mente e del cuore in Dio), per amarlo, ringraziarlo e chiedergli quanto mi è necessario.
Con il caso di Vicenza, il 10 maggio, sale a quattro il numero delle persone – tre donne e un uomo – aggredite con acidi in Italia in meno di un mese. La prima vittima, il 16 aprile, è stata Lucia Annibali, un avvocato di Urbino di 35 anni, gravemente ustionata in volto dal vetriolo lanciatole addosso da due uomini che l’aspettavano sulla porta di casa. Poi, il 30 aprile, è toccato a un infermiere di 32 anni colpito da un getto di acido muriatico a Roma mentre, con una collega, era in stazione in attesa di prendere un treno. Il 6 maggio è stata la volta di una impiegata di un supermercato, Samanta F., 32 anni, incinta, aggredita per strada a Cuggiono, in provincia di Milano, da un uomo in scooter che le ha ustionato una parte del volto lanciandole dell’acido muriatico. Le persone che hanno suonato alla porta dell’ultima vittima di Vicenza, una donna di 31 anni, hanno usato invece la soda caustica.
Colorata, serena e allegra: così si potrebbe dipingere la passeggiata romana del popolo pro-life italiano che, ieri, ha attraversato il centro della Capitale durante la Marcia Nazionale per la Vita. Nazionale, a ben vedere, è quasi riduttivo perché - accanto a tante sigle dell'associazionismo italiano, impegnate a difesa della vita umana fin dal suo concepimento - hanno marciato anche delegazioni giunte a Roma per l'occasione dalla Polonia, dalla Francia e persino dalla lontana Cina. Durante la prolusione iniziale anche Jeanne Monahan, la Presidente della March for life degli USA, ha salutato tutti i partecipanti, promettendo di camminare in mezzo a loro fino in fondo.
Oggi, 13 maggio, si festeggia la Madonna di Fatima. Il 5 maggio 1917, perdurando la prima guerra mondiale, papa Benedetto XV invitò i cattolici di tutto il mondo a unirsi in preghiera per ottenere la pace con l’intercessione della Madonna. Otto giorni dopo – il 13 maggio – la Vergine apparve a tre pastorelli portoghesi: Lucia di 10 anni, Francesco di 9 e Giacinta di 7. La Madonna diede loro appuntamento in quello stesso luogo, – una località in aperta campagna, denominata Cova de Iria, per il 13 di ogni mese. Il 13 maggio 1967, per il 50° anniversario delle apparizioni, papa Paolo VI si recò a Fatima, dov’era ad attenderlo, con un milione di pellegrini, Lucia, la veggente sopravvissuta. E folle innumerevoli hanno sempre fatto corona a Giovanni Paolo II, che vi si è recato più di una volta, e in particolare il 13 maggio 1982 per ringraziare la Madonna di avergli salvato la vita nell’attentato subito in Piazza san Pietro il 13 maggio 1981.
Nel clima di confusione che viviamo abbiamo bisogno di incontrare persone la cui vita è afferrata da Cristo per cui non c’è un dettaglio che non solo impedisca di riconoscere la Sua Presenza ma anche di amarla con profonda gratitudine. Quest’anno per Paolino e anche per me è stata e continua ad essere una grande possibilità, una grande risorsa per la nostra adesione al Mistero. Questa grande Presenza, come amava definirla il servo di Dio monsignor Luigi Giussani, non ce ne ha risparmiata una che sia una.
Insieme all'uomo è stato condannato anche un saudita. Entrambi erano colleghi di una giovane donna, fuggita in Svezia dopo la conversione. La ragazza vive ora sotto la protezione di alcune ong e non vorrebbe più fare ritorno in patria.