Dopo la celebrazione della Messa del Crisma di ieri mattina, Papa Francesco ha chiamato Benedetto XVI e "ha fatto una lunga e intensa telefonata con il senso della comunione, dopo il momento della grande celebrazione comunitaria di tutti i sacerdoti". E' stata "una telefonata molto, molto bella, intensa e significativa". Queste le parole del direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi, il quale ha tenuto poco fa un briefing per illustrare le cerimonie pasquali che vedranno impegnato nelle prossime ore Papa Francesco. Dopo la telefonata a Benedetto XVI, Jorge Mario Bergoglio è stato ieri a pranzo con sette sacerdoti, “un pranzo - ha detto ancora Lombardi - con una bella conversazione, perché erano sacerdoti che avevano molte storie da raccontare e molto interessanti sulla loro attività.
Che dire?
A volte la realtà supera di gran lungo la fantasia ed il desiderio.
L’altra sera ho ricevuto una telefonata da un mio carissimo amico: il direttore della Caritas Diocesana. Vedendo sul display del cellulare il suo nome, rispondendo e senza neppure lasciarlo parlare, dico:”Viva Papa Francesco”. E lui replicando mi dice: “Ecco, appunto, Papa Francesco domani ti invita a pranzo!”
E, tra il mio stupore, meraviglia, sbigottimento, e gioia ci siamo dati appuntamento per ieri mattina alle 12.30 a Porta sant’Anna.
Gli Stati Uniti fanno passare nei cieli due bombardieri nucleari e Pyongyang si prepara a un attacco missilistico. Approvato, sembra, anche il processo per la costruzione di un nuovo ordigno nucleare. Pechino ripete il suo stanco mantra: “Calmare le tensioni”.
La memoria di p. Tentorio è ancora viva e presente nella comunità. Per questo oggi, in occasione del Venerdì Santo, i fedeli hanno voluto ricordare il suo sacrificio e la sua testimonianza di fede, in attesa di festeggiare domenica la Pasqua di risurrezione". È quanto racconta ad AsiaNews p. Giovanni Vettoretto, missionario del Pontificio istituto missioni estere nell'Arakan Valley (Cotabato del nord, Mindanao) e confratello di p. Fausto Tentorio, il sacerdote del Pime ucciso a colpi di pistola il 17 ottobre 2011. In particolare, la parrocchia di Nostra Signora del Perpetuo Soccorso, dove ha lavorato a lungo il sacerdote di origini italiane, ha reso omaggio "alla sua personale testimonianza di fede", frutto di una vita spesa al servizio della missione.
"In questa realtà che sembra non avere scampo preghiamo che dopo il Calvario vi sia la Resurrezione. Qui la Passione di Gesù è la sofferenza di milioni di persone che patiscono ogni giorno il dramma della guerra, dell'odio, della povertà". È quanto afferma ad AsiaNews p. Giuseppe Moretti, parroco dell'unica chiesa dell'Afghanistan, la cappella interna all'ambasciata italiana a Kabul (v. foto). Il sacerdote definisce la piccola comunità cristiana, composta da 12 suore e alcune decine fra militari e funzionari di ambasciate, una "Chiesa catacombale, silenziosa, discreta, ma operosa perché testimonia Cristo al popolo afghano con il proprio esempio di vita e con la presenza quotidiana dell'Eucarestia".
"Voglio essere parte della Chiesa, pregare la Parola di Dio, seguire gli insegnamenti del Vangelo e testimoniare Cristo agli altri". Angelo Gomes (tutti i nomi dell'articolo sono fittizi per questioni di sicurezza, ndr), 31enne musulmano del Bangladesh, nella notte di Pasqua riceverà il battesimo e diventerà cattolico. Tra qualche giorno si sposerà con Martha, la donna che gli ha fatto scoprire Cristo. "Inizierò una nuova vita - racconta il giovane ad AsiaNews - che finalmente sarà piena".
Angelo nasce e cresce in una famiglia islamica praticante. Quando è ancora ragazzo perde entrambi i genitori. Non sapeva nulla di cristianesimo e cattolicesimo, fino a quando non incontra Martha, cattolica, e si innamora di lei. "Mi raccontava di Gesù e Maria - ricorda - e delle loro sofferenze. Rimasi sconvolto nello scoprire la crocifissione di Cristo, che Lui è morto in croce per portare a tutti noi la redenzione e aprire le porte del Paradiso".
" Ti adoro, o Croce Santa, che fosti ornata del Corpo Sacratissimo del mio Signore, coperta e tinta del suo Preziosissimo Sangue. Ti adoro, mio Dio, posto in croce per me. Ti adoro, o Croce Santa, per amore di Colui che èil mio Signore. Amen.
(Recitata 33 volte il Venerdì Santo, libera 33 Anime del Purgatorio.
Recitata 50 volte ogni venerdì, ne libera 5.
Venne confermata dai Papi Adriano VI, Gregorio XIII e Paolo VI).
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La Lituania consiste perlopiù in pianura. Eppure, a pochi chilometri da Siauliai, un piccolo comune di oltre 150 mila abitanti, sorge una piccola collina di sei metri. Per un paese dove la maggiore altitudine raggiunta sfiora i 300 metri, è comunque poca cosa. Non fosse solo che, quella collina, tempestata da centinaia di migliaia di croci conficcate nel friabile terreno del Paese Baltico, racconta una storia di fede e di dolore. Stiamo parlando della Collina delle Croci, luogo profondamente radicato nella tradizione lituana, che persino papa Giovanni Paolo II visitò nel lontano settembre di vent'anni fa. Ma andiamo con ordine.
Venerdì scorso, in una scuola del veronese, un crocifisso è stato deriso e dileggiato con gesti irrispettosi e, nel parcheggio antistante l'Istituto, altri crocifissi – rubati dalle aule – sono stati fatti a pezzi e poi bruciati. Gli autori di questi gravi gesti sono tutti ragazzini sotto i 15 anni, probabilmente non mossi da un consapevole odio religioso – specificamente diretto contro il credo cristiano – ma eccitati dall'idea di compierne una di veramente grossa, mostrandosi adulti e degni di considerazione agli occhi di qualche altro compagno più grande.
Il Giovedì Santo, 28 marzo 2013, ha dato occasione a Papa Francesco di proporre una profonda riflessione sulla «crisi dell’identità sacerdotale» e sulla presenza di troppi preti meramente «gestori», «preti tristi» che non sanno più parlare ai propri fedeli e ascoltarli. Nell’omelia della Messa Crismale, il Pontefice ha anzitutto spiegato il simbolismo dell’«unzione» che accomuna il Servo di Javhè di Isaia, il re Davide e Gesù.
L’unzione simboleggia il servizio, ed è illustrata dalle parole del Salmo 133: «È come olio prezioso versato sul capo, che scende sulla barba, la barba di Aronne, che scende sull’orlo della sua veste». «L’immagine dell’olio che si sparge, che scende dalla barba di Aronne fino all’orlo delle sue vesti sacre – ha detto il Papa – è immagine dell’unzione sacerdotale che per mezzo dell’Unto giunge fino ai confini dell’universo rappresentato nelle vesti».
Un «errore grave rispetto all’equilibrio della nostra società», poiché «quando si dà libero corso a ogni tipo di ricerca sull’embrione vuol dire che lo si considera niente, materiale da laboratorio». Il cardinale arcivescovo di Parigi, André Vingt-Trois, presidente della Conferenza episcopale francese, ha risposto così ai microfoni di Radio Notre-Dame a chi gli chiedeva un commento sulla proposta di legge, tesa a non ostacolare la ricerca sull’embrione umano, che da oggi è all’esame dell’Assemblea nazionale. L’errore, spiega il porporato, è duplice: innanzitutto di investimento, in quanto «da diversi anni ci viene detto che le cellule embrionali saranno la fonte del trattamento rigenerativo delle malattie nervose, ma a tutt’oggi non vi è nemmeno, in questo campo, un protocollo di sperimentazione; c’è la continua promessa che ciò avverrà presto ma in realtà non avviene mai. E d’altra parte esistono altre strade della ricerca molto più promettenti che sono state anche coronate da un premio Nobel». Vingt-Trois si riferisce alle cellule staminali pluripotenti indotte, prodotte in laboratorio dal medico giapponese Shinya Yamanaka, insignito nel 2012 del premio Nobel per la medicina.
Yang Yuzhi, madre 42enne di quattro figli, è stata trovata morta impiccata nell’Ufficio della Commissione per la pianificazione familiare della contea di Taikang, provincia di Henan. La storia di Yang è legata, come quella di Lü e Feng Jianmei, alle violenze giustificate dal Partito comunista cinese in nome della legge sul figlio unico, che ha già impedito la nascita di 400 milioni di bambini dal 1979, anno in cui la legge sul figlio unico è stata approvata.
Amanda Smith, 29 anni, inglese, racconta le pressioni per porre fine alla gravidanza. Oggi la figlia ha nove mesi e basta un po’ di pellicola per medicarla
Domani uscirà nelle librerie in Francia “Jorge Mario Bergoglio, papa Francesco. Solo l’amore ci salverà” (ed. Parole et Silence, Editions du Rocher, La Librairie éditrice vaticane, 190 pp. 15 euro). Il libro, con la prefazione del cardinale André Vingt-Trois, arcivescovo di Parigi, raccoglie alcuni interventi dell’allora arcivescovo di Buenos Aires. Proponiamo alcuni stralci di questi discorsi, anticipati dal Le Figaro.
SATANA. «Fate attenzione: noi non siamo in lotta con i poteri umani, ma contro la potenza delle tenebre. Come ha fatto con Gesù, Satana cercherà di sedurci, di perderci, di offrirci delle “alternative praticabili”. Noi non possiamo permetterci il lusso di essere creduloni o sufficienti. È vero che noi dobbiamo dialogare con tutto il mondo, ma non si dialoga con la tentazione».
Papa Francesco ha autorizzato ieri la Congregazione delle Cause dei Santi a promulgare i Decreti riguardanti 63 nuovi Beati e 7 nuovi Venerabili servi di Dio. Tra di essi figurano martiri della guerra civile spagnola, dei regimi comunisti dell’Europa Orientale e del nazismo. Tra i prossimi nuovi Beati c’è anche il giovane seminarista italiano Rolando Rivi, ucciso in modo barbaro dai partigiani nel 1945. Fu ucciso in odio alla fede ancora adolescente di quattordici anni, testimone dell’incondizionato amore che provava per Gesù.
Di seguito riproponiamo un articolo che tempi.it realizzò nel settembre scorso. Si tratta di un’intervista a Emilio Bonicelli, autore di un bel libro sulla storia di Rivi.
Papa Francesco inizia il triduo pasquale con una Santa Messa che celebra questo pomeriggio nel carcere minorile di Casal del Marmo. Vi prendono parte circa 50 giovani detenuti e il Papa laverà i piedi a dodici di essi. Per sua esplicita volontà la celebrazione sarà molto semplice, non saranno ammesse telecamere e i giornalisti rimarranno fuori dall’edificio carcerario.
Scelta singolare questa di andare in un carcere come primo atto petrino nei riguardi della società laica e civile. Come si spiega se, come ha detto Francesco ai cardinali radunati per la prima messa dopo l’elezione pontificale a Santa Maria Maggiore, «la chiesa non è una organizzazione umanitaria pietosa»?
“Desidero – ha detto Gesù Cristo alla beata Suor Faustina – che durante questi nove giorni tu conduca le anime alla fonte della Mia Misericordia, affinché attingano forza, refrigerio ed ogni grazia, di cui hanno bisogno per le difficoltà della vita e specialmente nell’ora della morte. Oggi giorno condurrai al Mio Cuore un diverso gruppo di anime e le immergerai nel mare della Mia Misericordia. E io tutte queste anime le introdurrò nella casa del Padre Mio. Lo farai in questa vita e nella vita futura. E non rifiuterò nulla a nessun’anima che condurrai alla fonte della Mia Misericordia. Ogni giorno chiederai al Padre Mio le grazie per queste anime per la Mia dolorosa Passione”.