Il primo giorno della settimana, Maria di Màgdala si recò al sepolcro di mattino, quando era ancora buio, e vide che la pietra era stata tolta dal sepolcro. Corse allora e andò da Simon Pietro e dall’altro discepolo, quello che Gesù amava, e disse loro: «Hanno portato via il Signore dal sepolcro e non sappiamo dove l’hanno posto!». Pietro allora uscì insieme all’altro discepolo e si recarono al sepolcro. Correvano insieme tutti e due, ma l’altro discepolo corse più veloce di Pietro e giunse per primo al sepolcro. Si chinò, vide i teli posati là, ma non entrò. Giunse intanto anche Simon Pietro, che lo seguiva, ed entrò nel sepolcro e osservò i teli posati là, e il sudario – che era stato sul suo capo – non posato là con i teli, ma avvolto in un luogo a parte. Allora entrò anche l’altro discepolo, che era giunto per primo al sepolcro, e vide e credette. Infatti non avevano ancora compreso la Scrittura, che cioè egli doveva risorgere dai morti.
Nell'inatteso e nuovo stato del matrimonio in cui si trovava, la principessa del cielo Maria, sollevò subito la sua mente purissima al Padre della luce, per conoscere come si dovesse comportare per compiacerlo maggiormente nei nuovi obblighi di tale stato. Perché io potessi dare qualche notizia di ciò che a tale scopo sua Altezza pensò tanto santamente, il Signore mi richiamò alle qualità della donna forte, descritte da Salomone nell'ultimo capitolo dei suoi Proverbi, scorrendo il quale, per quanto possibile, dirò ciò che mi fu dato ad intendere. All'inizio della seconda sezione si legge:
Una donna perfetta chi potrà trovarla?. Il suo prezzo viene da lontano e dagli ultimi confini della terra. La domanda in realtà esprime un'esclamazione, se la si intende per la nostra grande e forte donna Maria, ma se la si riferisce a qualunque altra in confronto a lei, esprimerà una negazione, poiché in tutto il resto della natura umana e della legge comune non si può trovare un'altra donna forte come la Principessa del cielo. Tutte le altre furono e saranno deboli, senza poterne eccettuare alcuna che non sia associata al demonio per la colpa. Chi troverà dunque un'altra donna forte? Né i re e gli imperatori, né i principi più potenti della terra, né gli angeli del cielo, né lo stesso potere divino ne troverà una uguale, perché mai ne creerà un'altra come Maria santissima. Ella è l'unica e la sola senza pari, la sola senza uguali, la cui insuperabile dignità solo il braccio dell'Onnipotente ha misurato, poiché egli, dandole il suo Figlio eterno, della sua medesima sostanza, uguale a sé, immenso, increato ed infinito, non le poteva dare di più.
335 calciatori che compongono 16 squadre, per una manifestazione sempre più multiculturale. È la "Clericus Cup", giunta quest'anno alla sua settima edizione. Un vero e proprio campionato di calcio in cui si affrontano sacerdoti e seminaristi appartenenti agli istituti pontifici di Roma e provincia. I partecipanti, raggruppati in 4 gironi, con determinazione e sano agonismo hanno superato la prima fase ed attendono ora gli accoppiamenti per i quarti di finale del torneo, in programma dal 13 aprile.
Il "campionato mondiale pontificio" come è stato definito da più parti è organizzato dal CSI (Centro Sportivo Italiano) e patrocinato dall'Ufficio Sport della CEI, dal Pontificio Consiglio per i Laici e da quello per la Cultura. 56 le nazionalità presenti nel torneo, che vede nei messicani la rappresentanza più numerosa con ben 46 presenze. Seguono gli italiani e gli statunitensi (29 calciatori), i brasiliani (23) e gli spagnoli (21).
Nelle corsie dell’Evangelico Hospital di Curitiba, vicino a San Paolo in Brasile, si erano verificate negli ultimi anni parecchie morti sospette. Così tante che il ministero della sanità brasiliana ha cominciato a indagare sulla dottoressa Virginia Soares de Souza, i cui pazienti, malati di cancro, morivano “troppo velocemente” rispetto a un normale decorso della malattia.
Chi si oppone all’aborto e si rifiuta di praticarlo «infligge una forma di tortura alla donna». È quanto si legge nel “Rapporto del relatore speciale sulla tortura e altri trattamenti o pene crudeli, inumani o degradanti”, firmato dal commissario Juan E. Méndez, documento presentato durante la 22ma sessione del Consiglio dei diritti umani dell’Onu. Si legge: «Enti internazionali e regionali attivi nell’ambito dei diritti umani hanno cominciato a riconoscere che l’abuso e il maltrattamento di donne che cercano servizi di salute riproduttiva possono causare tremende e durevoli sofferenze fisiche e psicologiche».
Il Consiglio per i Diritti Umani dell’Onu, a Ginevra, lo scorso 21 marzo, ha avviato un’inchiesta sull’arcipelago gulag della Corea del Nord. La decisione è stata presa sulla base dell’ultimo rapporto sulla violazione sistematica dei diritti umani nel “regno eremita”, datato 1 febbraio 2013. Gli “Special Rapporteur” Vitit Muntarbhorn e poi Marzuki Darusman hanno inviato annualmente all’Onu documenti sulla Corea del Nord dal 2004. Su quel regime totalitario sono state adottate 16 risoluzioni dall’Assemblea Generale e si sono accumulati ben 22 rapporti. Non vi è stata, finora, alcuna risoluzione del Consiglio di Sicurezza (l’unica che avrebbe avuto un carattere vincolante) in merito al sistematico abuso subito dai cittadini dell’ultimo regime autenticamente stalinista al mondo. Quella avviata il 21 marzo è la prima inchiesta del Consiglio dei Diritti Umani sulla Corea del Nord.
Le forze armate norcoreane sono in "assetto da combattimento" avendo per obiettivo gli Stati Uniti: lo riporta l'agenzia ufficiale Kcna, secondo cui il target sono "le basi Usa continentali, delle Hawaii e di Guam".
Secondo l'agenzia, l'esercito è stato posto in stato d'allerta, mentre alle "unità speciali strategiche" è stato ordinato di prepararsi per un eventuale attacco contro gli Stati Uniti.
"Il comandante dell'esercito del popolo coreano - si legge nella dichiarazione diffusa dall'agenzia ufficiale nordcoreana - dichiara che tutte le truppe d'artiglieria, comprese le unità missilistiche strategiche e le unità di artigliera a lunga gittata devono entrare in stato d'allerta di pronti al combattimento".
Sabato 23 marzo, in diverse città della Repubblica Messicana è stata celebrata la messa di avvio. Sono più di 18.000 i missionari di Gioventù e Famiglia Missionaria che stanno portando la Buona Novella a parrocchie e comunità bisognose in occasione della Settimana Santa. I missionari sono perlopiù ragazzi e ragazze, ma anche famiglie complete che si sono impegnate a dare un contributo di valore per la evangelizzazione. Tra i missionari partecipano anche medici e dentisti che offrono visite gratuite nelle comunità annunciando con il Vangelo la carità che si fa vita concreta.
Aprire il cuore alla dolcezza del perdono di Dio: l’invito di Papa Francesco è contenuto nell’omelia della Messa che il Pontefice ha presieduto questa mattina nella “Casa Santa Marta” in Vaticano, alla presenza degli ospiti della "Domus". Ogni uomo vive la “notte del peccatore”, ha detto il Papa, ma Gesù ha una “carezza” per tutti.
C’è attesa al Carcere minorile romano di Casal del Marmo per la visita del Papa giovedi prossimo. Il Ministero della Giustizia afferma che la celebrazione della “Messa in Coena Domini” sarà un momento di riservata preghiera, che coinvolgerà soltanto Papa Francesco, i 46 ragazzi ospiti della struttura, la guardasigilli Paola Severino e la responsabile del Dipartimento per la Giustizia Minorile Caterina Chinnici.
Magdi Cristiano Allam abbandona la Chiesa Cattolica con un articolo su «il Giornale» del 25 marzo. È una notizia dolorosa per chi, come me, si considera amico del giornalista convertito dall’islam, con cui ha condiviso diverse iniziative. Purtroppo, però, era una notizia nell’aria da tempo. La conversione dell’amico Magdi Cristiano era in qualche modo ancora incompiuta. Come molti cattolici «adulti», di sinistra o di destra (perché ce ne sono anche a destra), pensava che – tanto più sulle materie dove si sentiva competente – fosse lui a dovere giudicare il Magistero e non il Magistero a dovere giudicare lui.
Perché aspettare la morte di un donatore di organi per prenderglieli? È questa, in estrema sintesi, la domanda che un bioeticista canadese si fa sull’ultimo numero del Giornale di etica sanitaria della prestigiosa università di Cambridge.
NON CONTA ESSERE VIVI O MORTI. Analizzando il caso di un paziente che ha subito gravi lesioni cerebrali, Walter Glennon, bioeticista dell’università di Calgary, scrive: «Ciò che importa non è se il donatore sia morto o meno, o quando la morte deve essere dichiarata, ma che il donatore o chi per lui acconsenta [a donare gli organi], che il donatore si trovi in una condizione irreversibile senza speranza di un significativo miglioramento, che il modo in cui gli si prende gli organi non gli causi dolore e sofferenza e che le intenzioni del donatore vengano portate a compimento con un trapianto di successo».
Torno a scrivere di un antieroe, ma mai come questa volta è un dispiacere. Nutro troppa stima nei confronti di Magdi Allam per etichettare la sua scelta con una critica superficiale o, come tanti stanno facendo in queste ore, con qualche stupido twit ironico. Lo devo al suo coraggio, alla sua onestà intellettuale, alla sua lucidità di giudizio.
Mi convinse e mi commosse profondamente la lettera con cui annunciava, sul Corriere della Sera di cui era vicedirettore, le ragioni di quella conversione alla Chiesa cattolica sancita nella bellissima notte del 22 maggio 2008, quando Benedetto XVI lo battezzò (nonostante qualche velata opposizione interna alla Curia), al fianco del suo padrino Maurizio Lupi. Del Gesù annunciato e custodito dalla Chiesa cattolica aveva scoperto, grazie al grande Papa, la profonda ragionevolezza. Ringraziò tante persone, da alti prelati a semplici sacerdoti, ma soprattutto fu grato a Ratzinger per la sua testimonianza di un Dio che non poteva essere contro la ragione, né poteva, al contempo, non essere contro la violenza che tanto islamismo continuava invece a propugnare proprio in nome di Dio.
A chi non è mai capitato di ricevere via web un appello urgentissimo con cui si informa che un bimbo, ricoverato in un precisato ospedale, ha immediata necessità di sangue, oppure la comunicazione della polizia che ci avverte di averci colti a visitare siti che violano il diritto d’autore, o un qualsiasi preoccupante allarme sociale?
E a chi non è mai accaduto che una carissima amica al ritorno da un pellegrinaggio, preferibilmente da Medjugorje, ci abbia donato una preziosissima foto con l’immagine di una Croce luminosa che si staglia contro un cielo nero o con la sagoma di una Madonna materializzata da nuvole azzurrine?
E per finire, quante volte ci siamo sentiti dare dei fissati, se non di peggio, dai giovani che abbiamo messo in guardia dall’ascoltare alcune tipologie di musica?
Come fare quindi a sapere se gli allarmi siano veri, se la foto miracolosa abbia qualche probabilità di avere una provenienza divina, o se certe musiche siano molto pericolose per chi le ascolta abitudinariamente?
Vi segnaliamo tre siti che forse non tutti conoscono e che non solo contengono una miniera di informazioni utili, ma soprattutto aiutano a capire se siamo di fronte ad un’innocua (o quasi) burla oppure se sia
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 13,21-33.36-38)
In quel tempo, [mentre era a mensa con i suoi discepoli,] Gesù fu profondamente turbato e dichiarò: «In verità, in verità io vi dico: uno di voi mi tradirà».
I discepoli si guardarono l'un l'altro, non sapendo bene di chi parlasse. Ora uno dei discepoli, quello che Gesù amava, si trovava a tavola al fianco di Gesù. Simon Pietro gli fece cenno di informarsi chi fosse quello di cui parlava. Ed egli, chinandosi sul petto di Gesù, gli disse: «Signore, chi è?». Rispose Gesù: «È colui per il quale intingerò un boccone e glielo darò». E, intinto il boccone, lo prese e lo diede a Giuda, figlio di Simone Iscariòta. Allora, dopo il boccone, Satana entrò in lui.
Gli disse dunque Gesù: «Quello che vuoi fare fallo, fallo presto». Nessuno dei commensali capì perché gli avesse detto questo; alcuni infatti pensavano che, poichè Giuda teneva la cassa, Gesù gli avesse detto: «Compra quello che ci occorre per la festa», oppure che dovesse dare qualche cosa ai poveri. Egli, preso il boccone, subito uscì. Ed era notte.
Quando fu uscito, Gesù disse: «Ora il Figlio dell'uomo è stato glorificato, e Dio è stato glorificato in lui. Se Dio è stato glorificato in lui, anche Dio lo glorificherà da parte sua e lo glorificherà subito. Figlioli, ancora per poco sono con voi; voi mi cercherete ma, come ho detto ai Giudei, ora lo dico anche a voi: dove vado io, voi non potete venire».
Simon Pietro gli disse: «Signore, dove vai?». Gli rispose Gesù: «Dove io vado, tu per ora non puoi seguirmi; mi seguirai più tardi». Pietro disse: «Signore, perché non posso seguirti ora? Darò la mia vita per te!». Rispose Gesù: «Darai la tua vita per me? In verità, in verità io ti dico: non canterà il gallo, prima che tu non m'abbia rinnegato tre volte».