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Messaggio del 25 aprile 2015:Cari figli! Sono con voi anche oggi per guidarvi alla salvezza. La vostra anima è inquieta perché lo spirito è debole e stanco da tutte le cose terrene. Voi figlioli, pregate lo Spirito Santo perché vi trasformi e vi riempia con la sua forza di fede e di speranza perché possiate essere fermi in questa lotta contro il male. Io sono con voi e intercedo per voi presso mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Notizie dai giornali cattolici



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Nel giorno in cui la nostra principessa Maria compiva quattordici anni, si radunarono gli uomini della tribù di Giuda e della stirpe di Davide, da cui discendeva la celeste Signora, i quali si trovavano allora in Gerusalemme. Fra gli altri fu chiamato Giuseppe nativo di Nazaret, che soggiornava nella stessa città santa, perché era uno di quelli della stirpe regale di Davide. Aveva trentatré anni, una bella figura e un aspetto attraente, ma di incomparabile modestia e serietà; dotato di santissime inclinazioni, era soprattutto castissimo nelle opere e nei pensieri e, fin dal dodicesimo anno d'età, aveva fatto voto di castità. Era parente della vergine Maria; in terzo grado, e di vita purissima, santa ed irreprensibile agli occhi di Dio e degli uomini.
In un’antica abbazia alle porte di Roma padre Ildebrando ha una stanza dove riceve le persone. Chi va da lui subisce l’azione straordinaria del diavolo. Vessazioni, infestazioni, possessioni diaboliche. Padre Ildebrando ogni giorno combatte contro satana. E la sua storia è avvincente.
Durante la Settimana Santa, pensiamo alla “pazienza” che Dio ha con ognuno di noi. Lo ha detto questa mattina Papa Francesco durante la breve omelia della Messa presieduta, come di consueto, nella Cappella della “Casa Santa Marta” in Vaticano, alla quale erano presenti, tra gli altri, i giornalisti de L’Osservatore Romano.
Anche il mondo dello sport ha applaudito all’elezione di Papa Francesco. Felici soprattutto gli argentini che militano nel Campionato di calcio italiano. Tra di loro c’è il capitano dell’Inter, Javier Zanetti, 40 anni il prossimo 10 agosto. Nato a Buenos Aires, ad oggi è il giocatore straniero in attività con più presenze in serie A. Uomo di sport ma anche di fede, non ha dimenticato i bambini argentini: con la moglie ha infatti creato un’associazione che si occupa di fornire aiuto economico ai piccoli disagiati e alle loro famiglie nella zona di Buenos Aires.
“Senza insegnanti non esiste la scuola!” è il motto della Campagna Mondiale per l’Educazione (Cme) lanciata in occasione della Settimana di Azione Mondiale per l’Educazione scolastica che viene promossa ogni anno con l’obiettivo di attirare l’attenzione di mezzi di comunicazione, rappresentanti istituzionali e della società in generale sull’urgenza di realizzare una educazione primaria qualificata.
Il 25% dei bambini nella fascia di età tra 0 e 5 anni, in India, muoiono per cause legate alla diarrea. Per milioni di persone del Paese asiatico, la mancanza di acqua costituisce una sfida costante. Due terzi della popolazione indiana - riferisce l'agenzia Fides - non ha strutture sanitarie igieniche adeguate. La situazione è particolarmente allarmante per la diffusione di malattie diarroiche conseguenti alla scarsa igiene. Nello Stato sudorientale dell’Andhra Pradesh mancano le latrine, e oltre 665 milioni di abitanti indiani usano fare i loro bisogni fisiologici all’aperto, vicino fogne a cielo aperto o campi, e spesso nei pressi di sorgenti sotterranee.
"Il nostro Papa è meraviglioso. La sua semplicità e il suo carisma hanno fatto breccia qui in Corea, dove nell'ultima settimana noi vescovi e sacerdoti siamo stati contattati da tanti non cristiani che vogliono iniziare un cammino di conversione. Da tanto tempo dico che il lavoro dello Spirito Santo è quasi tangibile: Lui è il padrone della Chiesa, inventa tutto. E re-inventa anche noi". A parlare con AsiaNews è il vescovo di Daejeon, mons. Lazzaro You Heung-sik. Secondo il presule, l'elezione di papa Francesco così come la rinuncia di Benedetto XVI "sono semi di conversione. Tutti questi eventi sono stati compresi e ben accettati qui da noi, e da tante diocesi mi dicono di richieste di adulti che vogliono iniziare il catecumenato: parlando con i miei fratelli nel sacerdozio abbiamo detto che il popolo ha visto una volta di più la bellezza della Chiesa cattolica. La semplicità e il carisma di questo pontefice hanno fatto breccia in molti cuori".
Ho dovuto metabolizzare la cosa, lo ammetto. L’impatto è stato forte, anzi fortissimo. Eppure naturale. Straordinariamente naturale. E dire che era una prima volta, uno di quei cortocircuiti della Storia che eccitano gli animi più sensibili, svincolano la retorica e giustificano le metafore più ardite. Ci andrò giù piano, avverto. Anzi volerò molto basso, come il mio amico Giuseppe che a fine giornata mentre commentava con me l’evento mi ha detto: “sembrava la gara a chi arrivava secondo”. Poi l’ha messa giù bene, per un sito spuntato come un fungo nel delirio post-conclave, spiegando che era “per dare spazio e rilevanza all’altro”. Ma è l’immagine che conta. Si perché dell’ultimo fine settimana ecclesiale ci sono due cose da trattenere, la bella omelia di Francesco nella domenica delle Palme (anche qui confesso: l’aspettavo con una certa ansia dopo i primi discorsi istituzionali martellanti sulla terna povertà-dialogo-creato), e la doppia visione in bianco offerta dalla Chiesa di Ratzinger e Bergoglio. La chiesa dei due papi. E’ inutile girarci intorno. Era un problema, il vero problema, dopo quelle dimissioni improvvise e spiazzanti, i secoli di consuetudine a piangere un pontefice prima di farne un altro, l’abitudine ecclesiale triturata dalla libertà di Benedetto XVI.
AsiaNews racconta una storia di fede e speranza proveniente da una nazione in cui la minoranza religiosa è vittima di persecuzioni e violenze. Nato e cresciuto in una famiglia islamica facoltosa, un uomo decide di offrire le sofferenze della malattia a Gesù e Maria. Dall’incontro con una suora e un pellegrinaggio nasce la spinta alla conversione. Oggi realizza statue e dipinti per testimoniare il Vangelo.
Si è celebrata ieri la XXVIII Giornata mondiale della gioventù a livello diocesano, in attesa della Gmg di Rio de Janeiro del prossimo luglio: i giovani brasiliani aspettano con emozione di incontrare Papa Francesco.
Se ama la Croce, un cristiano non può essere triste e non deve lasciarsi rubare la speranza dal male. È il messaggio che Papa Francesco ha offerto ieri mattina da Piazza San Pietro, dove ha presieduto la Messa solenne della Domenica delle Palme. Davanti a circa 200 mila persone, il Pontefice ha poi salutato tutti i giovani del mondo, dando loro appuntamento alla Gmg di Rio del prossimo luglio.
Domani si svolge a Washington DC la prima “Marcia in difesa del matrimonio”, sull’esempio della fortunatissima “March for Life” che ogni anno si snoda – sempre più partecipata – per le strade della capitale USA a sostegno dei valori della vita, del matrimonio e della famiglia. L’iniziativa, benedetta e supportata dalla Conferenza Episcopale del Nord America – che ha indetto per tutto il 2013 uno speciale tempo di preghiera proprio dedicato al matrimonio –, è stata promossa dall’”Organizzazione Nazionale per il Matrimonio” e ha goduto, nei giorni scorsi, dell’approvazione di politici, membri del Congresso e intellettuali, americani e non.
Renzo Martinelli è l’unico regista italiano che abbia davvero il coraggio di andare controcorrente. E per «corrente» intendiamo il mainstream di pensiero che, quando non è marxista tout court, non riesce a uscire dalla vulgata politicamente corretta. In un cinema italiano che, dopo aver dato lezioni al mondo, si è immiserito nelle commediole, i cinepanettoni, l’immigrazionismo e l’agenda gay, Renzo Martinelli è quasi il solo che sia stato capace di misurarsi col genere epico. E storico, come il suo penultimo film Barbarossa con Rutger Hauer, incentrato sulla battaglia di Legnano. Con al suo attivo film di denuncia come Vajont, o la ricostruzione del sequestro Moro in Piazza delle Cinque Lune, la biografia di Carnera, o l’imbarazzante Porzûs (ricostruzione dell’eccidio della brigata partigiana Osoppo, di cui facevano parte il fratello di Pasolini e lo zio del cantautore De Gregori, per mano di partigiani stalinisti), Martinelli è rimasto colpito dal riaffacciarsi sulla scena mondiale del problema islamico e ha narrato ne Il mercante di pietre, con Harvey Keitel, la vicenda di un occidentale contemporaneo che si converte all’islam radicale e partecipa a un attentato. Ora ritorna sul tema del controverso rapporto con l’islam affondando il bisturi (anche se sarebbe meglio dire la cinepresa) nella storia europea con la sua ultima fatica, Undici settembre 1683, che sarà nelle sale in aprile.
“Credo nel Gesù che ho amato sin da bambino, leggendolo nei Vangeli e vivificato da autentici testimoni, religiosi e laici cristiani, attraverso le loro opere buone, ma non credo più nella Chiesa. La mia conversione al cattolicesimo, avvenuta per mano di Benedetto XVI nella notte della Veglia Pasquale il 22 marzo 2008, la considero conclusa ora in concomitanza con la fine del suo papato”. Queste le parole di Magdi Cristiano Allam (il quale assunse il nome “Cristiano” proprio il giorno del battesimo in San Pietro in Vaticano) pubblicate oggi su Il Giornale e sul sito internet di “Io Amo l’Italia”, movimento politico di cui è presidente.
Non è cosa di tutti i giorni vedere due papi conversare, pregare e pranzare fraternamente assieme. Anzi, è decisamente un evento unico, anche se solo uno dei due è il pontefice in carica (l’altro lo è stato ed ora è emerito). Ma soprattutto non è consueto vedere un’unità così profonda ed è quasi impossibile trovare due uomini che – chiamati a un altissimo ministero – hanno vissuto e vivono questa responsabilità concependosi davvero come “servi” e mettendo se stessi totalmente in secondo piano rispetto a Colui che amano, a cui la Chiesa appartiene (“la Chiesa non è nostra, ma è di Cristo”: è una delle ultime frasi che ci ha lasciato papa Benedetto spiegando la sua rinuncia). Tuttavia è prevedibile che l’avvenimento di Castel Gandolfo fra Benedetto XVI e papa Francesco rinfocolerà le chiacchiere dei media e lo strologamento su presunti dossier segreti – non è il caso di dire “papelli” – che sarebbero stati consegnati dall’uno all’altro (anche se c’è una smentita ufficiale).
Dal vangelo secondo Giovanni (Gv 12,1-11)
Sei giorni prima della Pasqua, Gesù andò a Betània, dove si trovava Làzzaro, che egli aveva risuscitato dai morti. E qui fecero per lui una cena: Marta serviva e Làzzaro era uno dei commensali. Maria allora prese trecento grammi di profumo di puro nardo, assai prezioso, ne cosparse i piedi di Gesù, poi li asciugò con i suoi capelli, e tutta la casa si riempì dell'aroma di quel profumo. Allora Giuda Iscariòta, uno dei suoi discepoli, che stava per tradirlo, disse: «Perché non si è venduto questo profumo per trecento denari e non si sono dati ai poveri?». Disse questo non perché gli importasse dei poveri, ma perché era un ladro e, siccome teneva la cassa, prendeva quello che vi mettevano dentro. Gesù allora disse: «Lasciala fare, perché ella lo conservi per il giorno della mia sepoltura. I poveri infatti li avete sempre con voi, ma non sempre avete me». Intanto una grande folla di Giudei venne a sapere che egli si trovava là e accorse, non solo per Gesù, ma anche per vedere Làzzaro che egli aveva risuscitato dai morti. I capi dei sacerdoti allora decisero di uccidere anche Làzzaro, perché molti Giudei se ne andavano a causa di lui e credevano in Gesù.