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Messaggio del 25 febbraio 1984:«Il peccato del mondo è quello di non interessarsi a Dio. L’uomo è capace di conoscere l’esistenza di Dio. Tutti sono chiamati a cercare Dio e a realizzare ciò che Lui vuole».

Notizie dai giornali cattolici



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In quel tempo, Gesù camminava davanti a tutti salendo verso Gerusalemme. Quando fu vicino a Bètfage e a Betània, presso il monte detto degli Ulivi, inviò due discepoli dicendo: «Andate nel villaggio di fronte; entrando, troverete un puledro legato, sul quale non è mai salito nessuno. Slegatelo e conducetelo qui. E se qualcuno vi domanda: “Perché lo slegate?”, risponderete così: “Il Signore ne ha bisogno”».
Gli inviati andarono e trovarono come aveva loro detto. Mentre slegavano il puledro, i proprietari dissero loro: «Perché slegate il puledro?». Essi risposero: «Il Signore ne ha bisogno».
Lo condussero allora da Gesù; e gettati i loro mantelli sul puledro, vi fecero salire Gesù. Mentre egli avanzava, stendevano i loro mantelli sulla strada. Era ormai vicino alla discesa del monte degli Ulivi, quando tutta la folla dei discepoli, pieni di gioia, cominciò a lodare Dio a gran voce per tutti i prodigi che avevano veduto, dicendo:
«Benedetto colui che viene,
il re, nel nome del Signore.
Pace in cielo
e gloria nel più alto dei cieli!».
Alcuni farisei tra la folla gli dissero: «Maestro, rimprovera i tuoi discepoli». Ma egli rispose: «Io vi dico che, se questi taceranno, grideranno le pietre».
L'Altissimo non dormiva né prendeva sonno tra i dolci gemiti della sua diletta sposa Maria, sebbene fingesse di non udirli, ricreandosi con essi nel prolungato esercizio delle sue pene, che le erano occasione di trionfi così gloriosi e di essere tanto ammirata e lodata dagli spiriti celesti. Perdurava intanto il fuoco lento di quella persecuzione, affinché la divina fenice Maria si rinnovasse molte volte nelle ceneri della sua umiltà e il suo purissimo cuore e spirito rinascessero a nuovo essere e stato della divina grazia. Tuttavia, quando giunse il momento opportuno di mettere termine alla cieca invidia e gelosia di quelle giovani ingannate, affinché le loro menzogne non andassero a discredito di colei che doveva essere l'onore di tutta la natura e della grazia, il Signore stesso parlò in sogno al sacerdote e gli disse: «La mia ancella Maria è gradita ai miei occhi, è perfetta ed eletta e non ha colpa in quello che le si attribuisce». La medesima rivelazione ebbe Anna, la maestra delle giovani. Al mattino subito il sacerdote e la maestra parlarono insieme circa la divina luce e l'avvertimento che entrambi avevano ricevuto. Per questa conoscenza del cielo si pentirono dell'inganno subito e chiamarono la principessa Maria, domandandole perdono di aver dato credito alla falsa relazione delle educande, proponendole inoltre tutto ciò che parve loro conveniente per sottrarla e difenderla dalla persecuzione che le facevano e dalle pene che le procuravano.
A Lourdes, vi è una statua di bronzo che raffigura un uomo cieco (con gli occhi spenti) che tiene ugualmente la mano sopra gli occhi nell’atteggiamento di chi guarda lontano. Una scritta sotto questa statua paradossale ne rivela il mistero: «Questo monumento è stato voluto da una donna italiana, che a Lourdes ha ritrovato la fede. Ritrovare la fede è più che ritrovare la vista!». La donna in questione è Alessandra di Rudinì Carlotti, una delle amanti di Gabriele d’Annunzio, che dopo un difficile cammino tra le spine del «piacere» sregolato ha fiorito nella regola del Carmelo. La storia emozionante di Alessandra è una delle cinque storie di conversione raccontate nello stile affascinante del Cardinale Angelo Comastri, arciprete della Basilica di San Pietro nel libro Nel buio brillano le stelle. Storie di conversioni del XX secolo. Le altre quattro storie coinvolgenti raccontate nel modo unico di Comastri sono quelle di: Charles de Foucauld, Alessandro Serenelli (l’assassino di santa Maria Goretti), Benedetta Bianchi Porro e Paolo Takashi Nagai.
La figura di San Giuseppe custode umile e fedele, al centro dell’omelia di Papa Francesco, è rimasta anche nel cuore della gente, come l’appello rivolto a ciascuno ad aver cura dell’altro, di tutti, per non lasciare “ inaridire il nostro cuore”.
Ieri pomeriggio, poco dopo le 17, Papa Francesco ha chiamato al telefono il Papa emerito Benedetto XVI per fargli i più sentiti auguri in occasione della festa di San Giuseppe e manifestargli ancora la gratitudine sua e della Chiesa per il suo servizio. Il Papa emerito ha seguito con intensa partecipazione gli eventi di questi giorni ed in particolare la celebrazione di ieri mattina e assicura al suo Successore la sua continua vicinanza nella preghiera.
"Prima di tutto ringrazio di cuore quello che il mio fratello Andrea ci ha detto". Con queste parole, Papa Francesco ha accolto e ringraziato il Patriarca ecumenico ortodosso, Bartolomeo I, che gli ha rivolto pochi minuti fa - nella Sala Clementina in Vaticano - un indirizzo di saluto all'inizio dell'udienza concessa dal Papa ai rappresentanti delle Chiese e Comunità ecclesiali, degli Ebrei e delle varie religioni.
Sètte e movimenti pseudoreligiosi a caccia di proseliti. Dall’Argentina, terra nativa di papa Francesco, infestata di gruppi pseudocristiani fino ad arrivare in Africa. A 17 anni della strage di Kanungu (Uganda) — avvenuta il 17 marzo del 2000 e che causò la morte di circa 1000 persone a causa di una sètta pseudoreligiosa (Movimento per la Restaurazione dei 10 Comandamenti) puntata speciale di Vade Retro, condotto dal giornalista David Murgia, dedicata a questo omicidio di massa con immagini e testimonianze esclusive. In particolare la testimonianza di Padre Franco Bertò, missionario comboniano che all’epoca dei fatti era proprio a Kanungu.
In occasione dei suoi due viaggi apostolici in Africa – in Camerun e Angola nel 2009, in Benin nel 2011 – Papa Benedetto XVI ha denunciato corruzione, stregoneria e tribalismo come primi responsabili dei flagelli che colpiscono quel continente. A Luanda, in Angola, celebrando la messa nella parrocchia di Sao Paolo, ha affidato al clero la missione di convertire chi crede nella stregoneria e il giorno successivo, durante la messa celebrata sulla spianata di Cimangola, sempre a Luanda, ha elencato con queste parole le tragedie africane: “…dal flagello della guerra, ai frutti feroci del tribalismo e delle rivalità etniche, alla cupidigia che corrompe il cuore dell’uomo, riduce in schiavitù gli uomini e priva le generazioni future delle risorse di cui hanno bisogno per creare una società più solidale e più giusta”.
L’allora cardinale Bergoglio, oggi Papa Francesco, nella sua veste di Arcivescovo di Buenos Aires, condannò pubblicamente la proposta di legge in discussione al Senato argentino sulla legalizzazione del matrimonio e delle adozioni omosessuali. Scrisse lettere e appelli, convocò per domenica 11 luglio 2010 una marcia contro il matrimonio omosessuale e fece leggere in tutte le chiese, durante le messe, il seguente duro messaggio ...
Parlamento del Minnessota. 12 marzo 2013. Commissione di Diritto Civile della Camera. Al centro dell’aula parlamentare sta seduta una bambina di 11 anni: capelli castani raccolti in una treccia e occhi azzurri. Si presenta: «Mi chiamo Grace e dirvi che, sebbene abbia solo 11 anni, credo che tutti meritino di crescere come me, con una mamma e un papà. Se cambierete la legge, per cui due uomini o due donne potranno sposarsi, porterete via qualcosa di necessario ai bambini come me». Così comincia il dibattito seguito al referendum consultivo del 7 novembre scorso, con cui il 51 per cento dei cittadini del Minnesota ha detto di non ritenere che il matrimonio sia solo tra uomo e donna.
“Non dimentichiamoci mai che il vero potere è servizio e che anche il Papa per esercitare il potere deve entrare sempre più in quel servizio che ha il suo vertice luminoso sulla Croce”. Sono le parole di Papa Francesco nel corso dell’omelia pronunciata ieri nel giorno dell’inaugurazione del suo pontificato. Ilsussidiario.net ha intervistato il vaticanista irlandese Gerard O’Connell.
Grande gioia ieri in Piazza San Pietro anche tra i sacerdoti romani, che sottolineano l’importanza dell’inizio del ministero del loro vescovo. Per don Luigi Coluzzi, parroco del Santo Volto di Gesù, il nuovo Pontefice è un Papa-parroco.
Una giornata indimenticabile, una gioia che fa bene al cuore. Sono i sentimenti che esprime Salvatore Martinez, responsabile in Italia di "Rinnovamento nello Spirito", presente alla Messa di Papa Francesco, in Piazza San Pietro.