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Messaggio del 1 settembre 1992: L ’aborto è un grave peccato. Dovete aiutare molto le donne che hanno abortito. Aiutate loro a capire che è un peccato. Invitatele a chiedere perdono a Dio e ad andare a confessarsi. Dio è pronto a perdonare tutto, poiché la sua misericordia è infinita. Cari figli, siate aperti alla vita e proteggetela.

Notizie dai giornali cattolici



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Profonda gioia per l’elezione del cardinale Jorge Mario Bergoglio, arcivescovo di Buenos Aires, a Successore di Pietro con il nome di Francesco è stata espressa anche dai movimenti ecclesiali e nuove comunità. “Il nome che ha scelto come Papa è già un'immagine del Pontificato che porterà avanti: semplicità e umiltà”, ha detto Kiko Argüello, iniziatore assieme a Carmen Hernandez, del Cammino neocatecumenale.
Visita a sorpresa, nel pomeriggio, di Papa Francesco nella clinica romana Pio XI. Il Santo Padre si è recato nella casa di cura per salutare il cardinale argentino Jorge Mejía, 90 anni, archivista e bibliotecario emerito di Santa Romana Chiesa, che nei giorni scorsi è stato colto da un malore. “Pregate anche voi per me - ha detto il Papa al personale della clinica - e grazie per il vostro lavoro con i malati e le persone che soffrono”. Grande sorpresa dei malati e dei visitatori nel vedere il nuovo Pontefice, applaudito a lungo dai presenti.
Abbiamo lasciato la nostra celeste principessa Maria alla metà del primo anno della sua infanzia nel tempio, volgendo altrove il discorso per dare qualche notizia delle virtù che, bambina negli anni ma adulta in sapienza, esercitava con le sue facoltà, come anche dei doni e delle rivelazioni divine che riceveva dalla mano dell'Altissimo. La santissima bambina cresceva in età ed in grazia davanti a Dio e agli uomini, ma con tale corrispondenza che sempre la devozione superava la natura; mai la grazia si misurò con l'età, ma con la volontà divina e con gli alti fini ai quali la destinava l'impetuosa corrente della Divinità, che si andava a riversare e placare in questa città di Dio. L'Altissimo continuava ad assicurare i suoi doni e favori rinnovando sempre le meraviglie del suo braccio onnipotente, come se fossero state riservate per la sola Maria santissima. Sua Altezza corrispondeva in quella tenera età, colmando il cuore del Signore di perfetto ed adeguato compiacimento e gli angeli santi del cielo di ammirazione. Gli spiriti celesti osservavano tra l'Altissimo e la piccola Principessa una certa gara e competizione. Il potere divino, per arricchirla, traeva ogni giorno dai suoi tesori benefici nuovi ed antichi 1 riservati solo per Maria purissima; ella d'altra parte, siccome era terra benedetta, non solo non lasciava infruttuoso in se stessa il seme dell'eterna parola e dei suoi doni e favori, né solamente dava cento per uno come i più grandi santi, ma con stupore del cielo, sebbene tenera bambina, superava in amore, gratitudine, lode ed in tutte le virtù possibili i più eccelsi ed ardenti serafini, senza che ci fossero tempo, luogo, occasione o ministero in cui non operasse il sommo della perfezione allora a lei possibile.
Nell'incontro con il Collegio cardinalizio, Francesco parla di fiducia nello Spirito che guida la Chiesa e promuove la comunione nelle differenza, di "nuovi metodi di evangelizzazione" per rispondere alla missione di sempre. "Sentiamo che Benedetto XVI ha acceso nel profondo dei nostri cuori una fiamma: essa continuerà ad ardere perché sarà alimentata dalla sua preghiera, che sosterrà ancora la Chiesa nel suo cammino spirituale e missionario".
"Il Comune riesce a rispondere bene alle esigenze dei cittadini se colui che governa ha, alla base del suo impegno politico, l'esigenza di vivere la fratellanza con tutti, e guarda anche al cittadino come ad un fratello: e' uno degli insegnamenti che ci ha lasciato Chiara Lubich, alla quale oggi Roma Capitale intitola una targa e oggi piu' che mai, all'alba del nuovo Pontefice Papa Francesco, ci sembra importante ricordarlo". Cosi' l'assessore alla Famiglia, all'Educazione e ai Giovani di Roma Capitale Gianluigi De Palo, alla cerimonia di scoprimento della targa di intitolazione a Chiara Lubich, fondatrice del Movimento dei Focolari, scomparsa esattamente cinque anni fa. La targa si trova presso la stazione della metro B1 di viale Libia, zona cara alla Lubich che visse nel Quartiere Africano per molti anni, prima in via Tigre', poi in via Valnerina.
Giudicare e definire le reazioni del mondo arabo ad un determinato evento è sempre faccenda assai complessa. Soprattutto quando si tratta di un qualcosa che coinvolge direttamente il mondo cristiano. Leggendo i media arabi di ieri appare evidente come la reazione sia perfettamente divisa a metà. Almeno nelle manifestazioni pubbliche e a mezzo stampa. Fatto assai importante nel comporre un giudizio completo e coerente, la circostanza, assai strana, che il Partito Giustizia e Sviluppo, ala politica dei Fratelli musulmani in Egitto, abbia rilasciato tramite il suo numero due la prima dichiarazione in assoluto nel mondo arabo dopo l’elezione del cardinal Bergoglio al soglio di Pietro. Parole caute, accorte e in un certo senso foriere di ciò che accadrà nei prossimi anni. “La sfida del dialogo avrà effetti in tutto il mondo” recita la nota. E come dare (almeno non stavolta) torto a chi, dall’altro capo del Mediterraneo, a Roma non vede più un uomo culturalmente irremovibile ma capace anche di aperture su alcuni temi come Ratzinger, bensì un esponente dei Gesuiti, storicamente noti per la forza nel propagare un’idea e nel costruirvi all’interno un fortino pressoché inespugnabile.
L’elezione al soglio pontificio di Papa Francesco, ha suscitato la simpatia di tutti gli appassionati di calcio, in particolare dei calciatori argentini che giocano nel mondo e dei tifosi della Roma che hanno per capitano Francesco Totti. E’ nota infatti la passione dell’Arcivescovo di Buenos Aires per il gioco del calcio. Papa Francesco è tifoso del San Lorenzo de Almagro, società calcistica del quartiere Boedo di Buenos Aires. Una squadra di calcio che Lorenzo Massa, un sacerdote salesiano, ospitò nell'oratorio della sua parrocchia in Calle Mexico. Si racconta che insieme alla disponibilità dell’oratorio don Lorenzo convinse i ragazzi a seguire la messa ogni domenica.
Papa Francesco. Abbinare il più importante titolo della Chiesa cattolica universale al più comune dei nomi maschili fa un certo effetto. E anche un po’ tenerezza. Ci si emoziona ancora di più, poi, ad associare questo nome ad un Papa del genere. Un Papa che si affaccia timido dalla Loggia della Basilica vaticana e dice “Buonasera”. Un Papa che mentre parla gli trema la voce tanto da “incespicarsi” nell’Ave Maria. Che dedica il suo primo pensiero al predecessore e che da “Capo” della Chiesa necessita immediatamente della benedizione del suo popolo. Piccoli gesti che hanno colpito la vasta folla di fedeli armata di smart phone e tablet che popolava ieri piazza San Pietro. E che non sono passati inosservati alle migliaia di persone incollate alla tv o al computer che hanno colto ancora più da vicino certe accortezze del nuovo Papa.
«Quando incontri una persona, non ti aspetti mai che diventerà Papa» scherza padre Pierbattista Pizzaballa, custode francescano di Terra Santa, ricordando i viaggi in Argentina a Buenos Aires dove ha avuto modo di incontrare più volte Jorge Mario Bergoglio. Il nuovo Papa è il primo ad avere scelto come nome Francesco, in onore del “poverello di Assisi”. «Per tutti noi dell’Ordine dei Frati minori è una grande gioia», dichiara a tempi.it.
«Bergoglio per le strade di Buenos Aires, sull’autobus, in metropolitana è, se vogliamo, una immagine sintetica ma che dice molto della persona, del suo modo di stare con la gente e anche di intendere il suo ministero di vescovo». A dirlo è Alver Metalli, giornalista e scrittore italiano che per anni ha vissuto in Argentina, dove ha diretto la versione spagnola del mensile 30Giorni: «Quello di Bergoglio è un cristianesimo che va incontro agli uomini con la ricchezza della vita che nasce alla fede. E questo con carità e letizia».
Eletto Papa Francesco, un gesuita con lo spirito riformatore di un francescano, quindi, si presume, un pastore fedele alla dottrina della Chiesa che vuole evangelizzare il mondo con l’ardore di un mistico, tanto da avviare il suo Pontificato pregando, come per ricordare al mondo cattolico che così si prega e a quello anti-cattolico che anche i cattolici pregano! Davanti a queste eccelse qualità, ottime intenzioni, ferventi devozioni, si staglia, invece, uno scenario oscuro. Appena nota l’elezione di un Papa “venuto dalla fine del mondo”, infatti, sembra che una specifica creatura sia venuta fuori dall’ignoto; strana creatura, dai contorni imprecisi, dalle sembianze grottesche, una creatura ibrida, chimerica, che assomma su di sé i caratteri, spesso in palese contraddizione, di tante altre bestie del creato: si parla di ciò che può essere definito come “cattolico da sottobosco”.
Dal Vangelo secondo Giovanni (Gv 7,1-2.10.25.30)
In quel tempo, Gesù se ne andava per la Galilea; infatti non voleva più percorrere la Giudea, perché i Giudei cercavano di ucciderlo. Si avvicinava intanto la festa dei Giudei, quella delle Capanne. Quando i suoi fratelli salirono per la festa, vi salì anche lui: non apertamente, ma quasi di nascosto. Alcuni abitanti di Gerusalemme dicevano: «Non è costui quello che cercano di uccidere? Ecco, egli parla liberamente, eppure non gli dicono nulla. I capi hanno forse riconosciuto davvero che egli è il Cristo? Ma costui sappiamo di dov'è; il Cristo invece, quando verrà, nessuno saprà di dove sia». Gesù allora, mentre insegnava nel tempio, esclamò: «Certo, voi mi conoscete e sapete di dove sono. Eppure non sono venuto da me stesso, ma chi mi ha mandato è veritiero, e voi non lo conoscete. Io lo conosco, perché vengo da lui ed egli mi ha mandato». Cercarono allora di arrestarlo, ma nessuno riuscì a mettere le mani su di lui, perché non era ancora giunta la sua ora.