Il cannibalismo no, ma Allaha permette ed approva la decapitazione e la mutilazione. Così ha detto il leader dell'organizzazione terroristica nigeriana Boko Haram, Abubakar Shekau, commentando le accuse rivolte ad alcuni dei suoi miliziani che avrebbero commesso atti di cannibalismo.
E' accaduto nella provincia di Kontum, dove un gruppo di volontari è stato bloccato dalla polizia e costretto a tornare indietro. Uno degli assaliti, torturato dal capo del partito comunista locale, è finito in ospedale per molteplici lesioni interne.
L’ultimo editoriale di Eugenio Scalfari su Repubblica è “un segno della grande attenzione che lui, ma oltre a lui, l’intero mondo laico” sta dedicando a Papa Francesco, tuttavia su alcune delle affermazioni fatte dal fondatore del quotidiano romano, è necessario “fare qualche considerazione”.
Ai microfoni della Radio Vaticana, il direttore della Sala Stampa della Santa Sede ha innanzitutto sconfessato l’affermazione sostenuta da Scalfari, secondo il quale il Papa avrebbe “abolito il peccato”.
Al contrario, “chi segue veramente il Papa giorno per giorno sa quante volte egli parli del peccato” e “della nostra condizione di peccatori”, mettendo tuttavia, proprio per questo, in rilievo “il messaggio della misericordia di Dio” come “centro del suo annuncio del Vangelo”, il quale “si capisce tanto più profondamente quanto più si comprende la realtà del peccato”.
«Se ciò che Dio vuole da noi è l’amore, la cosa che vuole che facciamo, innanzitutto, è perseverare. Alla fine l’unico peccato è arrendersi». L’inno di un’icona del punk rock, leader degli Screeching Weasel
Voglio condividere con i lettori la gioia di avere ascoltato la preghiera di Papa Francesco per la famiglia a Nazaret, dove mi trovo in pellegrinaggio con altre firme della Nuova Bussola Quotidiana - Marco Invernizzi, Rino Cammilleri, Alessandro Pagano - e dove il Papa è apparso in video dopo l'Angelus di domenica 29 dicembre 2013, collegato con la Basilica dell'Annunciazione in Terrasanta così come con Loreto e la Sagrada Familia di Barcellona. Affidando alla Sacra Famiglia, nel giorno della sua festa, il prossimo Sinodo, il Pontefice ha ricordato con forza che la famiglia è «sacra e inviolabile», che in essa vive «lo splendore dell'amore» e che nella famiglia di Nazaret «Dio ha voluto avere un padre e una madre, proprio come noi». Il segreto della famiglia, ha ripetuto Francesco riprendendo quanto aveva già detto altre volte, parte dalle piccole cose, dalla buona educazione, dalle tre parole fondamentali: permesso, grazie, scusa. Nella famiglia, ha detto il Papa, si sperimentano anche il dolore e le ingiustizie umane: nella strage di Erode si annunciano tanti altri attentati alla vita, nell'esperienza della Sacra Famiglia profuga riconosciamo i milioni di profughi di oggi e le colpe di chi spesso non è capace di accoglierli.
«Gli scienziati moderni sono persuasi che ogni indagine debba necessariamente cominciare con un dato di fatto. Anche le guide religiose dell’antichità erano persuase che ciò fosse necessario. Loro cominciavano con il fatto del peccato, un fatto pratico come le patate. Un uomo poteva essere o meno lavato in acque miracolose, ma non c’era dubbio, in ogni caso, che volesse lavarsi. Ma ai nostri giorni certi leader religiosi di Londra, non dei semplici materialisti, hanno cominciato a negare non l’assai contestabile efficacia dell’acqua, ma l’incontestabile sporcizia. Certi nuovi teologi mettono in discussione il peccato originale, che è l’unico aspetto della teologia cristiana che può veramente essere dimostrato. (…) Nella loro spiritualità quasi fastidiosa ammettono che Dio è senza peccato, una cosa che non possono vedere nemmeno in sogno. Ma negano praticamente il peccato nell’uomo, cosa che si vede per strada». Queste parole sono state scritte da G.K. Chesterton nel 1908. Ciò dimostra che «l’abolizione del peccato» è un qualcosa che tanti teologi perseguono da molto tempo al punto che già 105 anni fa questa tendenza si era già affermata. Ammesso e non concesso che papa Francesco davvero abbia abolito il peccato, come Eugenio Scalfari sosteneva ieri nella sua solita, lunghissima omelia domenicale, non avrebbe certo fatto una rivoluzione, come Scalfari invece pretende.