La crisi della Nigeria, assediata dalla setta islamista che vuole distruggere l’educazione occidentale, sconfina nel paese vicino. Dove però «nessuno intende abbandonare il campo».
Le suore sono state rapite oggi pomeriggio durante l'irruzione di un gruppo di armati nel monastero. Per mons. Mario Zenari, nunzio vaticano a Damasco e per la Chiesa greco-ortodossa i ribelli hanno condotto le religiose a Yabrud, città a 80 km da Damasco.
L’Esortazione apostolica "Evangelii gaudium" (Eg) offre una ermeneutica su come annunciare il Vangelo nella società postmoderna e nei suoi cinque capitoli Papa Francesco non solo indica un modello preciso di Chiesa "aperta", "gioiosa", che sappia incontrare i lontani, fedele al Vangelo e con un rapporto preferenziale per i poveri.
L’attesa è il protoganista indiscusso delle famiglie che si aprono a diventare genitori adotti. Ma qual’è il significato dell’attesa? Perchè l’attesa acquista un valore particolare durante il tempo liturgico dell’Avvento? Esso è un tempo di attesa della venuta del Figlio di Dio, che viene a salvare il mondo dalle sue debolezze e dalla sua caducità. E l’attesa di Maria è iniziata prima del suo concepimento, perchè il suo pregare esprimeva il vivo desiderio di affrettare la venuta del Figlio di Dio in questo mondo. E dopo questa prima attesa, che si è concretizzata per Maria con la sorprendente proposta di diventare la Madre di Dio, vi è stata per Lei una seconda attesa, che va dal momento del concepimento verginale al parto verginale. Essa è stata l’attesa di dare alla luce il suo Figlio divino.
1) La prima domanda del “Padre nostro” chiede che tutti gli uomini riconoscano la grandezza di Dio come ci illustra Sant’Agostino: “La prima di tutte le cose che si chiedono è questa: sia santificato il tuo nome. E non lo si chiede quasi che il nome di Dio non sia santo, ma perché sia ritenuto tale dagli uomini. Si esprime così il desiderio che Dio si manifesti loro in modo tale che essi non stimino niente più santo di lui e che nessuno temano di offendere più di lui”. Si può collegare questa prima domanda alla virtù teologale della Fede, per mezzo della quale si crede in Dio e nella sua azione salvifica.
Ma più che essere noi ad incontrare il Signore è importante "lasciarci incontrare da Lui". "Quando noi soltanto incontriamo il Signore, siamo noi - fra virgolette, diciamolo - i padroni di questo incontro; ma quando noi ci lasciamo incontrare da Lui, è Lui che entra dentro di noi, è Lui che ci rifà tutto di nuovo, perché questa è la venuta, quello che significa quando viene il Cristo".
Il premier ha rinnovato l'invito a Francesco per una visita in Israele, che dovrebbe avvenire a fine maggio dell'anno prossimo. Discussi anche rapporti tra lo Stato e i cattolici e Autorità statali e tra Israele e la Santa Sede, con l'auspicio di una pronta conclusione dell'Accordo da tempo in preparazione.
Inabissato nei sondaggi al 15 per cento di (im)popolarità, il minimo storico, François Hollande è contestato per i suoi fallimenti politici (sciopero nelle scuole) ed economici (il Pil è in calo e la ripresina è abortita).
Perfino con la legge Taubira (adozioni a coppie gay) si è trovato contro una sorprendente maggioranza popolare.
Così cerca diversivi. E’ il vecchio trucco dei governanti che si inventavano una guerra per distrarre dai loro disastri. Hollande a settembre voleva a tutti i costi la guerra alla Siria, ma è saltata perché si sono messi di traverso il Papa e la Russia.
In Italia si pubblicano poche notizie sul Camerun, uno dei pochi paesi africani che vive in pace da mezzo secolo, con un regime paternalista alleato con la Francia, che assicura libertà di stampa, di religione e di partiti politici; quindi, i 18 milioni di camerunesi godono di un reddito annuo medio procapite di circa 1.250 dollari USA, fra i più alti nell’Africa nera. Negli ultimi tempi il Camerun deve affrontare una grave emergenza: nella Nigeria del Nord si sta diffondendo l’estremismo islamico di “Boko Haram”, che proclama di voler distruggere “l’educazione occidentale”, cioè le scuole e le chiese cristiane, con molti morti e la fuga dei cristiani verso il Sud Nigeria. Nel febbraio scorso, Boko Haram ha sequestrato un'intera famiglia francese (compresi i 4 bambini), liberandoli due mesi dopo, forse con pagamento di un riscatto. Il 15 novembre scorso, l’agenzia Fides pubblica la notizia del sacerdote francese fidei donum padre Georges Vandenbeusch sequestrato da Boko Haram nella sua missione nel Nord Camerun ai confini con la Nigeria. Fino al 2011, in quella missione c’era don Felice Cantoni, “fidei donum” della diocesi di Como.
Al Sinodo straordinario sulla famiglia indetto da Papa Francesco manca quasi un anno, ma i vescovi tedeschi hanno già molto chiare le idee sull'orientamento da dare all'assise. A nulla sono serviti gli inviti alla prudenza e i richiami all'ordine giunti da Roma. Tutti rispediti al mittente, a cominciare dalle prese di posizione del prefetto della congregazione per la Dottrina della fede, monsignor Gerhard Ludwig Müller. A originare la tensione fu, ai primi d'ottobre, il documento rilasciato dall'Ufficio preposto alla cura d'anime della diocesi di Friburgo, retta fino a settembre dal vescovo Robert Zollitsch – rimasto come amministratore apostolico –, presidente uscente della conferenza episcopale locale. In quel testo si invitava «a rendere visibile l'atteggiamento umano e rispettoso di Gesù nel contatto con le persone divorziate e con chi ha deciso di risposarsi con rito civile». In pratica, il primo passo per la riammissione dei divorziati risposati ai sacramenti, a partire dalla comunione. Non appena lo Spiegel rivelò il contenuto del testo, il Vaticano disse che non sarebbe cambiato nulla, perché quel documento era privo della firma del vescovo di Friburgo. Nulla di nuovo, dunque. Nel frattempo, a frenare voli pindarici e a richiamare all'ordine nell'ottica dell'ortodossia cattolica, arrivava il lungo intervento di Müller pubblicato sull'Osservatore Romano, il 22 ottobre.
Al Festival di Cannes lo hanno celebrato come un inno all’omosessualità. Al contrario, l’opera di Kechiche insegna che la felicità non coincide affatto con l’appagamento delle proprie pulsioni. Neanche quando le chiamiamo “amore”.