Leandro Aletti, ginecologo che ha lavorato soprattutto in Mangiagalli a Milano, è noto alle cronache per le battaglie contro l’aborto e per le denuncie fatte e ricevute nel corso del suo impegno. Durante l’intervista il rischio di aver in mente un articolo “già fatto” in cui far rientrare le parole dell’intervistato è fortissimo: farsi raccontare tutti i fatti, le ingiustizie e spiegare tutte le sue motivazioni. Ma per fortuna la verità è più forte di tutti i pezzi già scritti in testa e Leandro Aletti racconta solo alcuni fatti che hanno segnato la sua storia, per il resto “lascia la scena” a Cristo, vero fondamento.
Nel mondo circa 700 persone si ammalano di lebbra ogni giorno e si stima che almeno altrettanti siano i casi non identificati. Questi sono i dati diffusi dall’AIFO, Associazione Italiana Amici di Raoul Follereau, in occasione della 60° giornata mondiale dei malati di lebbra, ricorrenza istituita nel 1954 proprio dal giornalista e scrittore francese e che si celebra ogni anno l’ultima domenica di gennaio. Le cifre diffuse evidenziano come il morbo di Hansen, meglio noto come lebbra, sia un problema tutt’altro che risolto, nonostante dal 1980 sia disponibile una cura.
All'Angelus Benedetto XVI parla delle odierne Giornate della memoria, dei malati di lebbra e di intercessione per la pace in Terra santa. Il Vangelo di oggi "ci fa pensare al nostro modo di vivere la domenica: giorno del riposo e della famiglia, ma prima ancora giorno da dedicare al Signore".
Riportiamo di seguito le parole rivolte oggi a mezzogiorno durante la recita della preghiera dell'Angelus da Benedetto XVI ai fedeli e pellegrini convenuti in piazza San Pietro.
Al termine dell’Angelus, un bambino ed una bambina di due diverse parrocchie romane hanno letto un messaggio a nome dell’Acr di Roma e hanno liberato dalla finestra dell’appartamento ponteficio due colombe, simbolo di pace.
Il modo con cui i giovani usano la rete per esprimersi è un segno di libertà. Gli stessi giovani dimostrano di saper valutare criticamente le notizie veicolate dalla rete. Compito dell’informazione è cercare il vero oltre il verosimile. E sulle difficoltà ad entrare nel mondo del lavoro per le nuove generazioni un monito a sbarazzarsi dei miti della “Milano da bere” per riscoprire il valore della socialità. È quello che ha detto il cardinale Angelo Scola, dialogando ieri sabato 26 gennaio con il direttore del Tg di La7, Enrico Mentana, davanti ad oltre 300 giornalisti e comunicatori intervenuti stamattina al tradizionale incontro per la celebrazione del santo patrono San Francescodi Sales.
I cimiteri cristiani sono considerati dagli studiosi un vero e proprio archivio della fede. Molte testimonianze cristiane precedenti il 313, anno dell’editto di Milano e della proclamazione dell’esistenza legale della Chiesa come società e del suo diritto ad avere dei beni, sono andate perdute o sono frammentarie. I cimiteri costituiscono, quindi, delle preziose fonti dirette per analizzare e comprendere la vita pubblica e privata dei Cristiani dei primi secoli.
I Martiri rappresentano la più solenne testimonianza della Verità: sacrificando la propria vita, incorrendo in pene e torture diffusero il Credo evangelico sulle orme di Gesù. Tra i più importanti esempi di fede cristiana, San Sebastiano rappresenta certamente una figura simbolica ed esaustiva di questa testimonianza.
Mentre nelle discussioni televisive, giornalisti e politici disquisiscono sullo spread e sui temi economico-finanziari, rischiamo di dimenticare quei valori non negoziabili che dovrebbero essere al centro delle nostre scelte esistenziali. Aborto, eutanasia e soppressione dei disabili nel grembo materno sono solo alcune prove concrete della battaglia oggi in corso sulla dicotomia fra il dare e l’avere.
Dal vangelo secondo Luca (Lc 1,1-4; 4-14-21)
Poiché molti hanno cercato di raccontare con ordine gli avvenimenti che si sono compiuti in mezzo a noi, come ce li hanno trasmessi coloro che ne furono testimoni oculari fin da principio e divennero ministri della Parola, così anch’io ho deciso di fare ricerche accurate su ogni circostanza, fin dagli inizi, e di scriverne un resoconto ordinato per te, illustre Teòfilo, in modo che tu possa renderti conto della solidità degli insegnamenti che hai ricevuto.
In quel tempo, Gesù ritornò in Galilea con la potenza dello Spirito e la sua fama si diffuse in tutta la regione. Insegnava nelle loro sinagoghe e gli rendevano lode.
Venne a Nàzaret, dove era cresciuto, e secondo il suo solito, di sabato, entrò nella sinagoga e si alzò a leggere. Gli fu dato il rotolo del profeta Isaìa; aprì il rotolo e trovò il passo dove era scritto:
«Lo Spirito del Signore è sopra di me; per questo mi ha consacrato con l’unzione e mi ha mandato a portare ai poveri il lieto annuncio, a proclamare ai prigionieri la liberazione e ai ciechi la vista; a rimettere in libertà gli oppressi, a proclamare l’anno di grazia del Signore».
Riavvolse il rotolo, lo riconsegnò all’inserviente e sedette. Nella sinagoga, gli occhi di tutti erano fissi su di lui. Allora cominciò a dire loro: «Oggi si è compiuta questa Scrittura che voi avete ascoltato».