Marie Fleming chiede il suicidio assistito, la Corte respinge: «Il suicidio assistito è nemico dell’interesse pubblico e come provato da altri paesi, una volta legalizzato il rischio di abusi è reale».
Prima di tutto, prima di ogni riflessione, c’è la domanda: “Ma io lo avrei fatto?”. La risposta non è immediata, ma alla fine è un “no, forse no”. La mia debolezza mi scuote e solleva allo stesso tempo. Eppure, di fronte a Walter Bevilacqua, tolgo il cappello, con quel soffio di devozione piccola ma sincera che può sorgere anche tra uomini lontani.
Un pastore dei monti della valle Divedro, a pochi passi dal confine svizzero. Aveva vissuto lì, senza sposarsi mai, allevato dal nonno. Una vita per il lavoro, «senza mai un giorno di pausa», tra animali e agricoltura. È morto l’altro ieri, a 68 anni, nell’Ospedale in cui effettuava la dialisi per la sua grave malattia renale. Il cuore ha ceduto. La sua morte diventa notizia e schianto quando don Fausto Frigerio, il parroco del paese, rivela, durante la cerimonia funebre, che mesi prima aveva rinunciato al trapianto di un rene, per il quale era giunto il suo momento in lista d’attesa. Perché? «Sono solo – aveva confidato – non ho famiglia. Lascio il mio posto a chi ha più bisogno di me. A chi ha figli e ha più diritto di vivere».
A novembre Philip Giddings, presidente della Camera dei laici, si è opposto all’ordinazione vescovile delle donne. Per questo oggi hanno cercato di cacciarlo ma la mozione di sfiducia del Sinodo anglicano non è passata.
Il vicario del Papa per la diocesi di Roma: «per un elettore cattolico tali argomenti non possono essere lasciati alla coscienza individuale dei futuri parlamentari, perché hanno valenza pubblica e quindi politica»
Il 21 gennaio inizia il suo processo: l’uomo americano di origini iraniane sarà giudicato da Pir-Abassi, un «giudice spietato», famigerato per le tante violazioni dei diritti umani.
“E' un inferno, un inferno!” Farisa ha ancora negli occhi tutte le sofferenze che ha provato nel suo viaggio disperato dall'Eritrea in Israele. Come lei, sono tanti i profughi africani caduti nelle mani dei beduini del Sinai. Il mercato di uomini che da anni affligge la biblica catena montuosa tra Egitto e Israele riempie spesso le pagine dei giornali. Inascoltate tutte le richieste della Comunità Internazionale, accade spesso che Eritrei ed Etiopi in fuga verso il mondo arabo (o Israele) vengano catturati.
La storia del lucchese Ivano Fanini, Presidente di Amore & Vita, la società ciclistica più longeva al mondo, quanto a bellezza di ideali e audacia nel perseguirli è di quelle da romanzo. Dalle sue battaglie contro il doping costategli minacce ininterrotte, alle 25 udienze private, un record, concesse da Giovanni Paolo II a lui e alla sua squadra; dalle sue ardite collaborazioni con i Nas capaci di rivoluzionare la storia recente del ciclismo, fino a una lotta all’aborto tutta particolare condotta insieme all’amico Roberto Formigoni.
Sono nati insieme e hanno deciso di morire insieme. E’ la storia di due fratelli gemelli di Anversa sordi dalla nascita che a causa di una malattia la quale ha colpito entrambi – molto probabilmente di origine genetica – avrebbero in futuro perso progressivamente anche la vista fino a diventare ciechi in modo totale.
E così lo scorso 14 dicembre, a 45 anni, hanno deciso di porre fine alla loro esistenza con una iniezione letale, dopo aver bevuto insieme un ultimo caffè.
Sabato scorso 12 gennaio davanti al Vescovado di Trieste si è tenuta una manifestazione organizzata da Arcigay per dare dell’omofobo e del razzista al Vescovo Mons. Giampaolo Crepaldi. La cronaca diceva che vi aveva partecipato anche un “prete” di Gorizia, ma si trattava di un sacerdote ridotto allo stato laicale che non fa più parte del clero di quella diocesi. E’ fuori dubbio, invece, che tra la folla urlante c’erano anche due assessori della Giunta comunale di Trieste.
Il 16 gennaio la Segreteria di Stato vaticana ha diffuso un comunicato che contiene un’intervista alla Radio Vaticana di mons. Dominique Mamberti, segretario per le relazioni della Santa Sede con gli Stati, e una «Nota sulla libertà e l’autonomia istituzionale della Chiesa Cattolica» preparata dalla Rappresentanza permanente della Santa Sede presso il Consiglio d’Europa. A quest’ultima Rappresentanza fanno capo anche i rapporti con la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo, che non è un organo dell’Unione Europea, con cui non ha nulla a che fare, ma del Consiglio d’Europa, una realtà più ampia di cui fanno parte anche i Paesi non comunitari che sono geograficamente almeno parzialmente europei, compresi la Russia e la Turchia.
Saeed Abedini, cittadino statunitense di origini iraniane, è accusato di attentato alla sicurezza nazionale. Il processo inizierà il prossimo 21 gennaio. Il giudice sarà Abbas Pir-Abbassi responsabile di diverse violazioni dei diritti umani.
“Discernimento” e “vigilanza” sono indispensabili nell’opera di carità della Chiesa sempre illuminata dalla fede. Lo ha sottolineato il cardinale Robert Sarah, presidente del Pontificio Consiglio "Cor Unum", in apertura ieri dell’Assemblea plenaria dell’organismo, a Villa Aurelia a Roma, dedicata al tema “Carità, antropologia cristiana e nuova etica globale”.
Benedetto XVI ha ricevuto, ieri in Vaticano, la delegazione ecumenica della Finlandia, in occasione della festa di Sant'Enrico, Patrono del Paese. Alla vigilia dell’inizio della Settimana per l’Unità dei Cristiani, il Papa ha dunque colto l’occasione dell’udienza per mettere l’accento sull’importanza del cammino ecumenico. Un percorso, ha detto, che va intrapreso innanzitutto con umiltà. Il Papa ha poi esortato i cristiani ad essere uniti nel portare la luce del Vangelo sulle grandi questioni morali che le società devono oggi affrontare.
Dal Vangelo secondo Marco ( Mc 2,1-12)
Gesù entrò di nuovo a Càfarnao, dopo alcuni giorni. Si seppe che era in casa e si radunarono tante persone che non vi era più posto neanche davanti alla porta; ed egli annunciava loro la Parola.
Si recarono da lui portando un paralitico, sorretto da quattro persone. Non potendo però portaglielo innanzi, a causa della folla, scoperchiarono il tetto nel punto dove egli si trovava e, fatta un'apertura, calarono la barella su cui era adagiato il paralitico. Gesù, vedendo la loro fede, disse al paralitico: «Figlio, ti sono perdonati i peccati».
Erano seduti là alcuni scribi e pensavano in cuor loro: «Perché costui parla così? Bestemmia! Chi può perdonare i peccati, se non Dio solo?». E subito Gesù, conoscendo nel suo spirito che così pensavano tra sé, disse loro: «Perché pensate queste cose nel vostro cuore? Che cosa è più facile: dire al paralitico "Ti sono perdonati i peccati", oppure dire "Alzati, prendi la tua barella e cammina"? Ora, perché sappiate che il Figlio dell'uomo ha il potere di perdonare i peccati sulla terra, dico a te - disse al paralitico -: alzati, prendi la tua barella e va' a casa tua».
Quello si alzò e subito prese la sua barella, sotto gli occhi di tutti se ne andò, e tutti si meravigliarono e lodavano Dio, dicendo: «Non abbiamo mai visto nulla di simile!».
Rapporto sulle violenze religiose in Pakistan contro i cristiani e le altre minoranze: solo nel 2012 sono state attaccate cinque chiese, tre templi Indù saccheggiati e un minareto di una moschea Ahmadi distrutto.
Ieri il presidente dell’Egitto ha incontrato gli Stati Uniti e li ha rassicurati sulla sua tolleranza per ottenere gli aiuti economici di cui ha disperato bisogno.
Il governo cinese vuole «sradicare la fede dei tibetani e trasformare il Tibet in una regione atea dove il “comune spirito di civilizzazione” venga propagandato tra il popolo tibetano». È questo, in sintesi, il motivo di tutte le azioni repressive del partito comunista in Tibet, che dal 1950 sta attuando un «genocidio culturale» (Dalai Lama dixit) e una delle più grandi azioni di violazione della libertà religiosa e di culto al mondo. È questa la sintesi del “Rapporto sulla repressione religiosa in Tibet 2012? stilato dal Centro tibetano per la democrazia e i diritti umani.
Tempi era a Parigi alla “Manifestazione per tutti” e ve la racconta come nessun altro. Slogan, testimonianze, ironie e pure il più grande “Gangnam Style” che sia mai stato ballato sotto la Tour Eiffel