MaM
Messaggio del 25 marzo 1996:Cari figli! Vi invito a decidervi di nuovo ad amare Dio al di sopra di tutto. In questo tempo in cui, a causa dello spirito consumistico, si dimentica cosa significa amare ed apprezzare i veri valori, io vi invito di nuovo, figlioli, a mettere Dio al primo posto nella vostra vita. Che satana non vi attiri con le cose materiali ma, figlioli, decidetevi per Dio che è libertà e amore. Scegliete la vita e non la morte dell'anima. Figlioli, in questo tempo in cui meditate la passione e la morte di Gesù, vi invito a decidervi per la vita che è rifiorita con la resurrezione e che la vostra vita oggi si rinnovi attraverso la conversione che vi condurrà alla vita eterna. Grazie per avere risposto alla mia chiamata!

Notizie dai giornali cattolici



GennaioFebbraioMarzoAprileMaggioGiugnoLuglioAgostoSettembreOttobreNovembreDicembre



La giovane di Sassello proclamata beata continua a emozionare e incontrare vite anche attraverso tivù, piecès teatrali, libri, documentari, tesi di laurea, senza cadere in cliché sterili e banali.
Una coppia lesbica si è sottoposta nel 2007 alla fecondazione eterologa: una donna ha donato l'ovulo fecondato da uno sconosciuto, l'altra se l'è fatto impiantare e ha partorito. Ma lo Stato israeliano ha riconosciuto solo la seconda come madre. Il giudice Alyssa Miller domenica scorsa, per il «senso comune», ha riconosciuto entrambe le donne come madri del bimbo.
In occasione dell'uscita del suo libro ("L'ultimo esorcista") tempi.it ha incontrato il sacerdote che ha dedicato la vita a combattere il demonio: «I diavoli sono tantissimi, ma gli angeli sono molti di più, sono miliardi e vincono sulle presenze sataniche». «Benedetto XVI è un grande nemico del demonio».
Al via oggi, presso il Palazzo della Cancelleria a Roma, la 23ª edizione del “Corso sul Foro Interno”, quindi sul Sacramento della Riconciliazione, organizzato dalla Penitenziera Apostolica. Partecipano oltre 700 sacerdoti di 84 nazioni. Intervengono, tra gli altri, il cardinale Manuel Monteiro de Castro, penitenziere maggiore, e mons. Gianfranco Girotti, reggente della Penitenzieria.
“La gioia per la guarigione di Danila coinvolge tutta l’associazione perché rappresenta un segno del cammino della comunità sanante che è la Chiesa e anche l’Unitalsi”. È il commento di Salvatore Pagliuca, presidente nazionale Unitalsi, sulla recente guarigione inspiegabile di Danila Castelli. “Un segno della guarigione del cuore che è il vero miracolo che avviene ogni giorno a Lourdes e coinvolge tante persone sane e malate, che trovano nel pellegrinaggio la scoperta della forza della fede”, ha aggiunto. “Esprimo a nome di tutti i soci dell’Unitalsi la più sincera gioia e felicità per quanto accaduto alla sorella Danila - ha affermato Dante D’Elpidio, vice presidente nazionale Unitalsi -; credo che la sua esperienza sia uno straordinario dono per tutta la comunità cristiana, questa guarigione inspiegabile che seguivamo da tempo, rappresenta un invito oggi come domani a rinnovare la fede in Dio”.
Da qualche tempo sulla pagina ufficiale della Diocesi di Pescara spuntano editoriali e articoli da terzapagina atti a dividere anziché unire. Uso questo slogan progressista a proposito, perché i due scritti che ho sottomano sembrano proprio contraddire la loro stessa filosofia di fondo. Infatti, risulta che diversi sacerdoti della medesima diocesi abbiano protestato con chi di dovere ma senza alcun effetto, neanche l’apertura di un dibattito sulla stessa pagina. Così che non si capisce se il capodiocesi condivide quel che nei summenzionati articoli si sostiene o se ama il quieto vivere.
Siamo nel tempo della Quaresima e la Chiesa ci presenta la figura di Abramo, l’icona dell’uomo che ha fede e obbedisce a Dio, rischiando molto. Dio prova la sua fede: - prima gli dice di abbandonare la terra in cui è nato, le sue proprietà, le conoscenze che aveva e il posto che occupava nella società e lo manda in un paese lontano, misterioso con la promessa di farlo padre di un popolo numeroso. Abramo parte da Ur e va dove Dio gli indica, fidandosi di lui. - Poi lo mette alla prova dicendogli di sacrificargli il suo unico figlio, Isacco. Le religioni dei popoli che non conoscono Dio (come quelli delle Americhe pre-colombiane) chiedevano sacrifici umani e Abramo obbedisce a Dio accettando questa sua volontà. Quando Dio lo chiama risponde: “Eccomi!”.
«La famiglia soffre, ma non è morta. Essa è il cuore della vita civile e sociale di un popolo, non può essere uccisa senza gravi conseguenze per tutti. [… ] Quella monogamica nata dall’unione tra un uomo e una donna, più che oggetto del passato, mi appare come una bellissima tentazione del futuro. Come una promessa, una sfida, una possibilità che ci attende». Mentre gran parte degli italiani accolgono con giubilo il provvedimento sul divorzio breve, mentre i legami si liquefano sempre più e i rapporti di coppia sono più precari dei contratti offerti ai neo laureati, Massimo Camisasca [nella foto] torna a proporre con forza l’unica via possibile: la famiglia. Il fondatore e superiore della Fraternità Sacerdotale dei Missionari di San Carlo Borromeo lo fa dalle pagine del suo libro “Amare ancora – Genitori e figli nel mondo di oggi e di domani”, Edizioni Messaggero di Padova, 143 pagine, a pochi mesi dall’incontro mondiale di maggio.
Che la cocaina non sia più la droga da performance esclusiva delle classi alte, dei ricchi professionisti o della gente di spettacolo non è notizia di oggi. Una recente inchiesta di Repubblica (febbraio 2012) informa, come fosse una novità, che ora si “dopano” di cocaina anche artigiani, infermieri, magazzinieri, camionisti o medici. La cocaina è la droga da performance più assunta del mondo da almeno trent’anni. I medici sono stati i primi – come dimostrano i casi di Sigmund Freud o William Halsted – ma da tempo si registra un aumento dei consumatori in categorie più umili. Dagli anni Ottanta, solidi studi epidemiologici dimostrano che la cocaina è entrata nel consumo di lavoratori e professionisti di tutte le categorie, dal magistrato all’operaio specializzato. La variabile capace di cambiare la platea di consumo nel breve periodo è il costo medio della dose da mezzo grammo. Quando i costi della “striscia” aumentano temporaneamente per effetto del contrasto di polizia, dei sequestri, dello smantellamento delle organizzazioni criminali che gestiscono il traffico, i consumatori ripiegano su sostanze dagli effetti simili alla cocaina come le anfetamine.
Doveva rimediare a una espressione che aveva fatto infuriare la comunità gay, così la giornalista Lucia Annunziata non ha trovato niente di meglio che usare i funerali di Lucio Dalla per fare l’atto riparatore, attaccando – tanto per cambiare – la Chiesa. Alcuni giorni fa infatti, in una trasmissione televisiva, parlando delle polemiche sul festival di Sanremo, aveva detto: "Io Celentano l'avrei difeso anche se avesse detto che i gay devono andare al campo di sterminio”. Immaginarsi la reazione degli attivisti omosessuali. Così domenica la Annunziata ha cercato di farsi perdonare: "I funerali di Lucio Dalla – ha detto durante il suo programma in tv - sono uno degli esempi di quello che significa essere gay in Italia: vai in chiesa, ti concedono i funerali e ti seppelliscono con il rito cattolico, basta che non dici che sei gay. E' il simbolo di quello che siamo, c'è permissivismo purché ci si volti dall'altra parte". Questa uscita ha però provocato anche la dura reazione degli amici di Lucio Dalla, perché il cantante scomparso non aveva mai parlato della sua presunta omosessualità men che meno si era mai considerato gay.