MaM
Messaggio del 2 gennaio 2003:Cari figli, come mamma ai suoi figli vi ho chiamato e voi mi avete risposto, permettetemi di riempire il vostro cuore di amore così che il vostro cuore diventi un cuore di amore che donerete agli altri senza riserve, così mi aiuterete nel migliore dei modi nella mia missione di conversione dei miei poveri figli che non hanno conosciuto l'amore di Dio e l'amore di mio Figlio Gesù. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Notizie dai giornali cattolici



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In quel tempo, Gesù prese con sé Pietro, Giacomo e Giovanni e li condusse su un alto monte, in disparte, loro soli. Fu trasfigurato davanti a loro e le sue vesti divennero splendenti, bianchissime: nessun lavandaio sulla terra potrebbe renderle così bianche. E apparve loro Elia con Mosè e conversavano con Gesù. Prendendo la parola, Pietro disse a Gesù: «Rabbì, è bello per noi essere qui; facciamo tre capanne, una per te, una per Mosè e una per Elia». Non sapeva infatti che cosa dire, perché erano spaventati. Venne una nube che li coprì con la sua ombra e dalla nube uscì una voce: «Questi è il Figlio mio, l’amato: ascoltatelo!». E improvvisamente, guardandosi attorno, non videro più nessuno, se non Gesù solo, con loro. Mentre scendevano dal monte, ordinò loro di non raccontare ad alcuno ciò che avevano visto, se non dopo che il Figlio dell’uomo fosse risorto dai morti. Ed essi tennero fra loro la cosa, chiedendosi che cosa volesse dire risorgere dai morti.
Dal numero in uscita del mensile "Il Timone", anticipiamo questo articolo che fa il punto sulla devozione per il santo di Pietrelcina a dieci anni dalla canonizzazione.
Concludiamo oggi il nostro approfondimento a partire dalla pubblicazione dell’Organizzazione Internazionale del Lavoro dedicata al rapporto tra occupazione e religioni, intitolata "Convergenze: lavoro dignitoso, giustizia sociale e tradizioni religiose". Dopo aver riflettuto sul contributo di valori dell’Islam e dell’Ebraismo, Fausta Speranza parla di punti fermi in tema di lavoro per la tradizione della Chiesa cattolica con Flaminia Giovanelli, sotto-segretario del Pontificio Consiglio della Giustizia e della Pace.
Lutto nel mondo della musica per la scomparsa questa mattina di Lucio Dalla, morto per un attacco cardiaco a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti. Musicista e poeta, l’artista bolognese avrebbe compiuto il 4 marzo 69 anni. Innumerevoli i suoi brani di successo, a partire da “4 marzo 1943”, a “Caruso”, inciso in una trentina di versioni in tutto il mondo, a “Come è profondo il mare”, a “Futura”, alla filastrocca “Attenti al lupo” record assoluto di vendite. Personalità eclettica e profonda, cosi come emerge in questa intervista realizzata nel 2000 da padre Vito Magno, dove Lucio Dalla parla del suo rapporto con le fede.
La teoria del "gender" che vorrebbe negare la differenza tra maschi e femmine, e che si sta diffondendo in diversi Paesi, è al centro oggi di un incontro organizzato dall’Associazione Scienza e Vita a Savona. Secondo tale teoria, criticata anche dal movimento femminista negli Stati Uniti, femminilità e mascolinità sarebbero costruzioni sociali indotte, dalle quali occorre liberarsi per stabilire un’autentica eguaglianza tra gli esseri umani. Ma “il rispetto delle differenze non equivale ad una finta e impossibile omogeneità” spiega Giulia Galeotti, autrice del libro “Gender-Genere. Chi vuole negare la differenza maschio-femmina? L’alleanza tra femminismo e Chiesa cattolica”.
Ricorre oggi il primo anniversario dell’assassinio di Shahbaz Bhatti, ministro cattolico pakistano per le Minoranze Religiose. Fortemente impegnato per la difesa delle minoranze e per la revisione della Legge sulla blasfemia e dopo aver chiesto la liberazione di Asia Bibi, la donna cristiana madre di 5 figli condannata a morte in nome di questa norma, il 2 marzo 2011 veniva ucciso con 30 colpi di arma da fuoco. Numerose oggi le iniziative che ricordano il suo sacrificio. Il fratello Paul Bhatti attuale consigliere speciale del Primo Ministro Gilani per le Minoranze religiose, ha ricordato ai microfoni della Radio Vaticana la figura di Shahbaz: pubblicheremo in mattinata l’intervista. Intanto vi riproponiamo uno scritto di Shahbaz Bhatti, che appare come un vero e proprio testamento spirituale del ministro pakistano. Ce ne parla Alessandro Gisotti:
“Perché sia adeguatamente riconosciuto in tutto il mondo il contributo delle donne allo sviluppo della società”: è questa l’intenzione di preghiera generale di Benedetto XVI per il mese di marzo. Il Papa torna dunque a sottolineare con forza il contributo del “genio femminile” alla vita della Chiesa e della società. Su questa intenzione di preghiera, Alessandro Gisotti ha intervistato Chiara Amirante, fondatrice del Movimento “Nuovi Orizzonti”.
Lettera del card. Sandri ai vescovi di tutto il mondo per la tradizionale Colletta del Venerdì santo. Sostenere "una missione specificamente pastorale, ma che nel contempo offre a tutti indistintamente un encomiabile servizio sociale. Così cresce quella fraternità che abbatte le divisioni e le discriminazioni per inaugurare sempre di nuovo il dialogo ecumenico e la collaborazione interreligiosa", che sono un'opera di pace.
Un anno fa veniva assassinato Shabhaz Bhatti (1968-2011), il ministro per le Minoranze religiose del Pakistan, cristiano, cattolico. Venne abbattuto perché attraverso un incarico di governo interpretato secondo una precisa idea della politica aveva osato affermare pubblicamente che ciò che anima l’uomo, sotto ogni sole e in ogni tempo, è quell’irriducibile libertà di rapportarsi al Signore del tempo e delle cose che ne fa un essere naturalmente e strutturalmente religioso. Molto più, cioè, di una banale "libertà di coscienza": si tratta infatti di quella libertà suprema e fondamentale che consiste nel corrispondere all’elezione con cui Dio onora ciascuna persona, dapprima chiamandola all’essere, poi accompagnandola provvidentemente per i giorni che gli concede, infine convocandola per il giudizio finale particolare in vista di quello definitivo universale.
L’infanticidio è un diritto delle donne. Lo sostiene, con qualche opportuna sfumatura dialettica, il Journal of Medical Ethics di Melbourne, che in un recente articolo spiega le buone ragioni che legittimano l’uccisione di un neonato, quando le sue condizioni di salute siano compromesse. L’articolo rilancia una vecchia idea del vecchio bioeticista australiano Peter Singer, e ne ripropone il ragionamento di fondo. La nostra società – scrivono in sostanza gli autori della rivista di Melbourne – ha ormai legittimato la soppressione del concepito con l’aborto volontario, giustificandolo con le più svariate motivazioni. Ora, proseguono, non esiste alcuna differenza davvero sostanziale tra un concepito di uomo e un neonato. Dunque, se è legittimo per le leggi uccidere un feto di tre mesi, non si vede perché lo Stato non debba permette di fare lo stesso con un neonato handicappato.
La curiosità ce l’ha suscitata il settimanale femminile «D» del quotidiano «Repubblica» (4 febbraio 2012). In copertina il primo titolo proposto era «Mamme mie! Una coppia lesbica, i suoi 4 figli e un problema: come spiegare questa strana famiglia». Dentro, a pag. 68, grandi foto di una coppia felice con i bambini che giocano spensierati. Riassunto: «Come spiegare ai propri figli (e ai loro compagni di scuola) perché certe famiglie sono speciali? Fondando una casa editrice». Quest’ultima è «Lo Stampatello», al suo attivo quattro o cinque libri illustrati (il primo da Altan): raccontano che «non c’è un solo modello e che la ricchezza della vita sta nella varietà».
Tra molte polemiche, i risultati delle elezioni presidenziali in Senegal di domenica 26 febbraio non sono ancora ufficiali. Nella serata di mercoledì 29 sono stati però annunciati i risultati "provvisori" - che tutti in Senegal, dove mi trovo, considerano più o meno definitivi - i quali assegnano al presidente uscente Abdoulaye Wade il 34,82%, a Macky Sall, ex primo ministro di Wade e dissidente del suo stesso Partito Liberale, il 26,57%, e al primo dei due candidati socialisti, Moustapha Niasse, il 13,20%. Si profila dunque un ballottaggio, che si terrà il 18 marzo a meno di ricorsi degli sconfitti che potrebbero farlo slittare, fra Wade e Macky Sall.
Riprendiamo da "Tracce" un ricordo di Lucio Dalla, il popolare cantautore stroncato da un attacco cardiaco a Montreaux, in Svizzera, dove si trovava per una serie di concerti. Il prossimo 4 marzo avrebbe compiuto 69 anni.
Il governo ha annunciato l’intenzione di inserire nel codice penale il reato di omicidio stradale a carico di chi provoca incidenti mortali sotto l’effetto di alcool e droghe. In questo modo le pene per chi si macchia di questa colpa diventano molto più pesanti: da 8 a 18 anni di reclusione, e il ritiro a vita della patente. Si tratta di misure probabilmente necessarie come deterrente a una guida irresponsabile, ma non bisogna dimenticare che se così tanti incidenti succedono a causa di guida in stato di ebbrezza o per consumo di droghe, c’è un problema a monte, e la repressione da sola non basta a rispondervi. Lo aveva detto con chiarezza monsignor Luigi Negri, vescovo di San Marino-Montefeltro, intervenendo al Meeting di Rimini nel 2009 a un incontro organizzato dall’Ania (l’associazione delle imprese assicuratrici) sul tema della sicurezza stradale.
Non per il gusto di fare i guastafeste o per mettersi di traverso quando le cose sembrano andare per il verso giusto, ma sulla questione dell’ICI alle scuole paritarie occorre muoversi con molta prudenza, per evitare brutte sorprese in sede di applicazione delle norme. Il tanto invocato chiarimento del Presidente Monti pare aver messo d’accordo tutti: l’ICI non sarà applicata alle “scuole che svolgono la propria attività con modalità concretamente ed effettivamente non commerciali”.
Padre Piero Gheddo, oltre che un mio grandissimo amico, è una figura straordinaria per la sua fede cristiana luminosa, entusiasta e intelligente. Anche oggi, a 83 anni, trasmette questa sua letizia. Per decenni, da direttore della rivista del Pime, Mondo e missione, e anche dopo, è stato – ed è tuttora – la voce in Italia dei missionari sparsi in tutto il mondo, che ha instancabilmente girato. Spesso è stato il primo a riferire di tragedie che si stavano consumando nell’indifferenza dell’Occidente (penso, a quello che accadde in Indocina, negli anni Settanta). In questo articolo – dove riferisce il racconto di un missionario, padre Giuseppe Fumagalli - ci spiega cosa significa convertirci al cristianesimo. Vi consiglio di leggerlo.