La Custodia di Terra Santa, da sempre affidata ai frati francescani, ha appena messo in Rete il nuovo sito web dedicato alla Basilica del Santo Sepolcro. Le pagine sono consultabili in quattro lingue – italiano, inglese, francese e spagnolo – comprendono brevi testi esplicativi, il tour virtuale fotografico della Basilica voluta dall’imperatore Costantino, la possibilità di scaricare foto di qualità, l’aggiornamento in tempo reale delle news sulla Terra Santa e una sezione dedicata alle testimonianze dei pellegrini antichi e moderni.
I salesiani, attraverso l’opera “Don Bosco di Fambul” a Freetown, sono accanto ai bambini della Sierra Leone, afflitti da problemi personali, familiari, scolastici e legali, spesso connessi con i fenomeni di disoccupazione, lavoro minorile, emarginazione, violenze sessuali, mutilazioni genitali e traffico di minori dilaganti nel Paese. L’opera, che è appena stata riconosciuta membro della “Child Helpline International”, riferisce l'agenzia Fides, ha attivato una linea telefonica d’emergenza che funziona 24 ore su 24 e coinvolge assistenti sociali, avvocati e infermieri che offrono il loro aiuto e la loro consulenza professionale gratuitamente. Oltre al "telefono amico", l’opera Don Bosco di Fambul, da 10 anni presente in Sierra Leone, propone un programma di riabilitazione di 10 mesi a circa 70 bambini di strada e che vivono nelle baraccopoli; un progetto di rinnovamento familiare a 1500 giovani e un rifugio a 400 ragazze vittime di abusi, che comprende anche una borsa di studio o un corso di formazione professionale della durata di 18 mesi. (R.B.)
“I santi hanno appreso la vera scienza: quella che ci fa evadere dalle cose create, per lanciarci in Dio e non vivere che di lui”. Scriveva così la Beata Elisabetta della Trinità, carmelitana, morta in un convento in Francia a soli ventisei anni all’inizio del 20.mo secolo. Alla sua vita è dedicata la lettura che questa sera, come ogni lunedì di Quaresima, si svolge nella chiesa romana di Santa Maria della Vittoria all’’interno della rassegna “Ritratti di Santi”. A presentare il profilo della Beata, attraverso gli scritti del padre carmelitano Antonio Maria Sicari, è l’attrice Claudia Koll che, al microfono di Paolo Ondarza, racconta il suo incontro con Elisabetta della Trinità.
L'immenso patrimonio culturale della Biblioteca Apostolica Vaticana è ora raccolto in un solo libro. E' stata appena pubblicata, infatti, la Guida ai fondi manoscritti, numismatici e a stampa della Biblioteca, due tomi di Francesco D'Aiuto e Paolo Vian, costati dodici anni di lavoro, che prendono per mano il lettore guidandolo alla scoperta dei 250 fondi della Biblioteca e della loro storia. L'opera, quasi unica nel suo genere e molto attesa dai ricercatori, conferma la vocazione umanistica della Biblioteca dei Papi, un'istituzione di conservazione e studio che vuole essere "veramente cattolica", cioè universale, aperta "alla ricerca e al travaglio dell'uomo". Dunque un luogo che - smentendo triti luoghi comuni - non cela misteri, né segreti, ma è anzi aperto a ogni conoscenza che può migliorare l'umanità.
La Chiesa è oggi in festa per il Santo per eccellenza, Giuseppe, il padre putativo di Gesù. Innumerevoli sono i messaggi d’auguri di personaggi pubblici, come di semplici fedeli, giunti in queste ore a Benedetto XVI per il suo onomastico. Ma quale valore ha la figura di un Santo la cui discrezione e la cui umiltà appaiono quasi una provocazione per l’epoca attuale, tutta protesa alla massima visibilità garantita dalle reti sociali?
Il 17 marzo del 1861 fu proclamato il Regno d’Italia con gran parte del territorio e del popolo della penisola che si trovò unito.
Seppure dal punto di vista istituzionale il governo sabaudo entrò in conflitto armato contro la Santa Sede, il contributo dei cattolici alla nascita dell’Italia è tanto poco conosciuto quanto decisivo per la nascita e crescita dell’Italia.
Come ha spiegato più volte il cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI), ai cattolici è giusto attribuire la qualifica di “soci fondatori” del Regno d’Italia.
Nonostante la Chiesa cattolica fosse accusata di essere oscurantista e contraria alla scienza, ad una analisi più accurata si scopre quanti furono i sacerdoti scienziati e quanto i cattolici contribuirono a tessere e rafforzare e il tessuto civile e culturale nel periodo compreso tra l’Illumismo e l’Unità d’Italia.
“Benedetto XVI ispira i nuovi movimenti e le realtà ecclesiali”: è il titolo del libro del cardinale Paul Josef Cordes, presidente emerito del Pontificio Consiglio Cor unum, edito dalla Libreria Editrice Vaticana. Il testo propone un esame del pensiero di Benedetto XVI sui movimenti e affronta diversi temi: dal loro ruolo missionario al loro essere in comunione con il Papa e l’Episcopato locale; dalla Nuova Evangelizzazione al contributo nelle Giornate mondiali della Gioventù.
Il suo nome rimarrà legato, in terra cattolica, prevalentemente all’ecumenismo; fu il primo patriarca della chiesa copta egiziana a incontrarsi, dopo 1500 anni, con il pontefice romano (avvenne nel ’73, con Paolo VI) e spese gran parte delle sue risorse intellettuali e delle sue energie per l’unità dei cristiani. Oltre che, ovviamente, per il suo popolo. Per oltre 40 anni (nel 1971 divenne il 117° successore dell’evangelista Marco) ha guidato la chiesa cristiana copto-ortodossa, contribuendo alla sua espansione nel mondo. Ordinò i primi vescovi in Australia, America e Usa, dove si contano ormai un centinaio di parrocchie. E divenne il punto di riferimento anche politico della minoranza cristiana egiziana. Seppe farsi amare da tutti tanto che, alla notizia della sua morte, avvenuta l’altro ieri, a 88 anni, migliaia di fedeli si sono riversati nella cattedrale di Abbasseya, ove aveva la residenza. Assieme a loro c’erano anche moltissimi musulmani. Abbiamo chiesto ad Abdel Fattah di parlarci di papa Shenuda III.
Monopolizzano la scena ormai da mesi: la “signora crescita” e il “signor pil”. E inseguiamo tutti drammaticamente il loro matrimonio. Anche in queste ore sono al centro delle trattative fra partiti, governo e sindacati.
La politica italiana si è perfino suicidata sull’altare di questa nuova divinità statistica da cui sembra dipendere il nostro futuro. Se però alzassimo lo sguardo dalla cronaca dovremmo chiederci: chi è questo “signor Pil”?
I manuali dicono che è il “valore di beni e servizi finali prodotti all’interno di un certo Paese in un intervallo di tempo”. Ma fu proprio l’inventore del Pil, Simon Kuznets, ad affermare che “il benessere di un Paese non può essere facilmente desunto da un indice del reddito nazionale”.
Lo ha ricordato ieri Marco Girardo, in un bell’articolo su “Avvenire”, aggiungendo che ormai da decenni economisti e pensatori mettono in discussione questo parametro: da Nordhaus a Tobin, da Amartya Sen a Stiglitz e Fitoussi.
Lo presentano come il primo sito di incontri extraconiugali ideato dalle donne. Come se il tocco femminile fosse garanzia di qualità, un bollino anzi, da porre in calce a cartelloni e manifesti come tocco di classe. Si chiama Gleeden e conta oltre un milione e duecento iscritti nel nostro paese. Infedeli, penserete voi, invece no, perché il manifesto affisso sui muri delle nostre città recita: «Essere fedeli a due uomini significa essere due volte più fedeli». Uno slogan decisamente convincente, se si considera nella sola Milano ha attirato qualcosa come 50mila iscritti. Mariti, mogli, fidanzati e persone impegnate a tempo più o meno determinato che possono soddisfare i propri desideri e insieme vedersi pulita la coscienza perché no, non si tratta di essere fedifraghi, bensì fedeli due volte.
E' istruttiva, per le molte incomprensioni diffuse che vi sono contenute, una recente lettera a «Repubblica» a cui ha dato risalto Corrado Augias, rispondendole nella sua rubrica.
Una lettrice del quotidiano riferisce che il tribunale ecclesiastico le ha comunicato «l’annullamento» del suo matrimonio.
Oggi è la festa più politicamente scorretta dell'anno.
È la festa di san Giuseppe, padre di Gesù, sposo di Maria.
È una festa politicamente scorretta, perché celebra un padre proprio quando si è finalmente realizzata la «società senza padri» di sessantottina memoria; quando per allevare i figli serve il posto fisso, ma non il papà fisso; quando vanno bene anche due mamme e anzi, i figli sono più felici; quando il welfare ha ormai reso inutile la presenza del padre in casa; quando le mamme restano incinte senza conoscere uomo (e senza alcun intervento divino di sorta).