Sono oltre 2000, provenienti soprattutto dalle Marche dall’Umbria e dall’Abruzzo, i partecipanti alla settima edizione della Giornata del pellegrino organizzata ieri nel Palazzo dello Sport di Loreto dall’Opera Romana pellegrinaggi. Durante l’incontro, che ha come tema “Il Pellegrinaggio, un cammino di educazione alla vita buona del Vangelo”, i fedeli hanno compiuto l’atto di affidamento alla Madonna di Fatima alla presenza della Statua pellegrina. Sul tema della giornata, ascoltiamo - al microfono di Marina Tomarro - il commento di mons. Giovanni Tonucci, arcivescovo prelato di Loreto e delegato pontificio per il Santuario della Santa Casa
«Non stiamo mica parlando di pizza e fichi». Così, Paolo Brosio, giornalista e personaggio televisivo, con un presente da efficace predicatore, ha esordito invitato dalla parrocchia per approfondire il tema della rinascita spirituale, divertendo e commuovendo, a seconda dei tasti premuti col sorriso e col cuore, oltre 2300 persone. In tanti sabato sera, a Malo, hanno gremito il duomo e il cinema Aurora, mentre per chi non ha trovato posto ha dovuto accontentarsi del sagrato, per ascoltare la sua testimonianza di fede e redenzione dopo vicende dolorose che l'avevano fatto precipitare nella disperazione.
Tra venerdì 9 e sabato 10 marzo 2012 Benedetto XVI è reiteratamente intervenuto sul tema, che gli è caro, del relativismo, cioè dell’idea secondo cui non esiste una verità oggettiva, in nessun campo, così che – particolarmente quanto ai problemi morali – è impossibile avere una nozione certa di quello che è bene e di quello che è male. Contro il relativismo il Papa ha proposto due rimedi su cui insiste sempre più spesso: una catechesi convincente e chiara, che si avvalga sistematicamente del «Catechismo della Chiesa Cattolica» e un ritorno al sacramento della confessione.
Con l’articolo The Battle Continues, Beyond Rush (dalla traduzione che segue sono stati omessi alcuni brevi passaggi di difficile comprensione per il lettore italiano), pubblicato sul prestigioso quindicinale National Review - la "casa comune" giornalistica del mondo conservatore statunitense –, George Weigel spiega in maniera esaustiva la natura propria della controversia che da settimane sta infiammando gli Stati Uniti, opponendo le Chiese e le istituzioni religiose - la Chiesa Cattolica in primis – alla Casa Bianca.
Weigel è Distinguished Senior Fellow all’Ethics and Public Policiy Center di Washington. Saggista, opinionista e conferenziere cattolico di riconosciuto talento, è autore di numerosi libri, alcuni dei quali - su temi di apologetica - tradotti pure in italiano, come il giustamente famoso La Cattedrale e il Cubo. Europa, America e politica senza Dio (trad. it. a cura di Flavio Felice, Rubbettino, Soveria Mannelli [Catanzaro] 2006). Biografo di due pontefici, ha in questa veste pubblicato Testimone della speranza. La vita di Giovanni Paolo II (trad. it Mondadori, Milano 2005) e Benedetto XVI. La scelta di Dio (a cura di F. Felice, Rubbettino 2006).
"Cattolicone", "supercattolico", addirittura "cattolico talebano". Se ne sente di ogni tipo, e soprattutto di ogni genere se ne legge sui nostri media, quelli che se la notizia non c’è la creano, quelli che la via più breve tra una persona è una cultura è un’etichetta contundente, quelli che fingendo d’informare sformano.
Il "cattolico con l’aggettivo" lo usano per mettere alla berlina quel fedele che, magari persino in politica - horribile auditu -, sa che vi sono princìpi non negoziabili cui appunto non si può rinunciare nemmeno se, per paradosso, lo si volesse; sa che quel che insegna il Magistero è irrinunciabile; sa che la verità o tutta o niente. "Cattolico d’altri tempi", "cattolico démodé", "cattolico integralista": perché, qualcuno pensa che si possa restare davvero cattolici rinunziando ai pezzi sgraditi e imbarazzanti della verità cristiana? No, di certo. Un "cattolico a metà" (o anche meno) non viene del resto preso sul serio nemmeno dagli anticattolici, che per tipi così non sprecano una goccia d’inchiostro.