Un grande applauso all'indirizzo di Benedetto XVI ha suggellato ieri pomeriggio l'inaugurazione del presepe in Piazza San Pietro, donato quest’anno dalla Basilicata. Momenti di musica si sono alternati a meditazioni, fino alla preghiera conclusiva guidata dal cardinale Angelo Comastri, arciprete Basilica di San Pietro, che ha parlato del Natale come mistero di puro e gratuito amore, lezione di umiltà di Dio per tutti noi. Quindi, come consuetudine, verso le 18 il Papa dalla finestra del suo studio privato ha acceso il "lume della pace" posto sul davanzale, la cui fiammella è stata attinta da una lanterna già accesa con la fiamma della “Luce di Betlemme”, proveniente dalla grotta della Natività e diffusa in tanti Paesi e località d’Europa. Ambientato nel paesaggio dei Sassi di Matera, patrimonio dell’Unesco, il presepe presenta scene di vita quotidiana, animate da oltre 100 statuine di terracotta, alte fra i 28 e i 22 cm. A realizzare l’opera, il maestro Francesco Artese, famoso in tutto il mondo per i suoi presepi.
La nascita di Cristo ha fatto germogliare una “terra buona, libera da ogni egoismo e chiusura”, nonostante i conflitti e le urgenze che ancora la colpiscono. Lo ha affermato questa mattina Benedetto XVI nel suo Messaggio Urbi et Orbi, pronunciato a mezzogiorno – come da tradizione nel giorno di Natale – dalla Loggia centrale della Basilica Vaticana. Il Papa ha levato in particolare appelli alla pace per la Siria, la Terra Santa e l’Africa, terminando con gli auguri natalizi pronunciati in 65 lingue.
I conflitti del mondo nel pensiero di Benedetto XVI nella notte di Natale e nel messaggio Urbi et orbi, in particolare il Medio Oriente. Appello ai "nuovi dirigenti" della Cina a valorizzare l'apporto delle religioni. La cultura contemporanea tende a escludere la "questione di Dio" e ad accusare i monoteismi a essere la causa delle violenze.