Perdono, pace, riconciliazione. Sono le tre parole-chiave che la Chiesa cattolica degli Stati Uniti sta portando avanti in vista del decimo anniversario degli attacchi terroristici dell’11 settembre. Per commemorare nel modo migliore le migliaia di vittime dei quattro attentati compiuti dagli uomini di Al Qaeda, la Conferenza episcopale americana ha creato una sezione apposita sul proprio sito Internet, contenente sussidi liturgici e suggerimenti pratici per le celebrazioni di tale anniversario. “9/11. La Chiesa cattolica ricorda”, si intitola la sezione web, che si apre con una riflessione spicciola: “911. Per anni, questi numeri hanno significato semplicemente una chiamata al Pronto Intervento. Ora, essi ci ricordano anche l’11 settembre 2001, la data del peggior attacco terroristico agli Stati Uniti d’America ed uno dei giorni più tristi per la nazione americana”.
Fiorisce la comunità cristiana in Nepal, dove aumentano le conversioni e i battesimi degli adulti che vengono celebrati nel corso di cerimonie pubbliche. Il Nepal, infatti, dopo la caduta della monarchia, è diventato uno Stato laico, ma ora una parte della classe dirigente vorrebbe reintrodurre l’induismo come religione di Stato, come accadeva prima del 1990, per porre un freno al dilagare delle conversioni. “Quando sono arrivato per la prima volta in Nepal, nel 1976, c’erano solo tre laici, tutti stranieri, che partecipavano alla Messa domenicale – è la testimonianza rilasciata ad AsiaNews del superiore regionale dei Gesuiti, padre Lawrence Maniyar – oggi, dopo 60 anni di presenza della Chiesa, ci sono circa ottomila cattolici”.
«I siti sono quasi tutti allocati in USA, Germania, Russia, Brasile… I contenuti della violenza sono di una gravità tale che non riusciamo a descrivere. Speriamo nell’azione tempestiva e mirata delle forze dell’ordine. A volte, caro don, siamo preoccupati per la vastità del fenomeno dello sfruttamento che non si riesce ad arginare. Stasera pregheremo di più». È questa la nota commossa che gli operatori di Meter hanno lasciato sul tavolo di presidenza e di lavoro di don Fortunato Di Noto, presidente dell’Associazione Meter onlus.
Avevano garantito di poter prendere Tripoli in poche settimane invece le truppe lealiste hanno dimostrato di poter colpire il cuore di Bengasi, la capitale dei ribelli. Questi ultimi, insieme alla Nato che ha lanciato raids aerei mirati, avrebbero dovuto uccidere Muammar Gheddafi, invece hanno cominciato a uccidersi tra loro con l'esecuzione di Abdel Fattah Younes, ex Ministro degli interni del regime schieratosi con i ribelli, dei quali era diventato il capo militare.
A circa due settimane dalla Giornata Mondiale della Gioventù a Madrid, le diocesi spagnole sono in fibrillazione per i preparativi di quello che sarà uno degli eventi destinati a segnare profondamente la Chiesa e la società spagnola. Più di 400.000 giovani, 30.000 religiosi, 750 vescovi e 22.500 volontari si apprestano a vivere l'evento incentrato sul tema "Radicati i Cristo e saldi nella fede". (cfr. Col 2,7)
Il 24 giugno scorso il Parlamento dello stato di New York ha approvato il matrimonio omosessuale, 33 voti a 29, facendo di New York il Sesto stato, su cinquanta, ad emettere la licenza matrimoniale a coppie dello stesso sesso. La stampa di tutto il mondo si è occupata di questa vittoria della lobby gay, anzi LGBT, l’acronimo ormai universalmente riconosciuto per i generi “lesbiche, gay, bisex, trans”, dando l’impressione che il matrimonio gay sia entrato nella cultura americana e che per questo ormai sia ormai solo questione di tempo prima che venga riconosciuto in tutto il Paese.
A Castel Gandolfo il 3 agosto Benedetto XVI ha ripreso le udienze del mercoledì interrotte nel mese di luglio. Come si ricorderà, nelle ultime udienze prima della pausa il Papa aveva iniziato quella che promette di essere una lunga “scuola di preghiera”, affrontando alcune “pagine difficili” del Vecchio Testamento da cui di volta in volta aveva ricavato insegnamenti per la vita interiore, la meditazione e la spiritualità.
Oltre quattro milioni di firme in favore della vita e contro l’aborto in Colombia. È il risultato dell’iniziativa promossa dalla Conferenza episcopale del paese che intende favorire l’emendamento all’articolo II della Costituzione ed impedire, così, «tutte le possibilità di aborto e di eutanasia»
La bomba esplose nel 2009 quando a Medellín – per i colombiani “la ciudad de la eterna primavera”, per gli europei semplicemente la capitale del narcotraffico mondiale, balzata agli onori delle cronache negli anni '80, complice il famigerato “cartel” di Pablo Escobar – qualcuno ebbe l'iniziativa di dare vita a una “Clinica della donna” votata alla diffusione di ideologie femministe.
L’iniziatore del cammino neocatecumenale diede una testimonianza sulla sua conversione il 1/11/1996 ad Assisi, durante l’incontro con centinaia di giovani non tutti appartenenti al cammino neocatecumenale. Per la forza della sua testimonianza riproponiamo integralmente le sue parole:
“Sono figlio di una famiglia normale, borghese, di Madrid. Mio padre era avvocato. Una famiglia agiata. Sono primogenito di quattro fratelli. I miei genitori erano cattolici. Dopo avere finito la scuola, andando all’università, entrai in crisi con la mia famiglia e con me stesso, soprattutto per l’ambiente nella facoltà di Belle Arti di Madrid che era completamente ateo, marxista. Subito mi resi conto che la formazione che io avevo ricevuto, tanto nella famiglia come nella scuola, non mi serviva a niente per rispondere ai problemi di ogni tipo che avevo (affettivi, psicologici, di identità). Mi domandavo: chi sono io?, perché esiste l’ingiustizia nel mondo?, perché le guerre?, eccetera… Mi allontanai dalla Chiesa fino ad abbandonarla totalmente. Ero entrato in una crisi profonda cercando il senso della mia vita. Alle Belle Arti feci teatro, conobbi il teatro di Sartre e militai un po’ in questa linea atea. Mi dedicai alla pittura, a esporre…