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Messaggio del 23 agosto 2013:Cari figli, anche oggi vi invito: aprite i vostri cuori alla pace. Cari figli, pregate. Pregate il Re della pace affinché vi doni la pace. Apritevi a Lui, Egli è il vostro Re. Cari figli, particolarmente in questo tempo pregate per la pace nel mondo, pregate per i miei progetti che desidero realizzare, progetti di pace. Pregate, cari figli! Pregate affinché la pace regni nel mondo. Grazie per aver detto di sì anche oggi alla mia chiamata.

Notizie dai giornali cattolici



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«Vostro figlio è autistico. Ha già dato tutto quello che poteva dare». Il pugno allo stomaco arriva di Gina Codovilli nel pieno fiorire della sua vita. 40 anni, sposata felicemente con Walter e orgogliosamente mamma di Simone e Gicomo, rimane impietrita di fronte al neuropsichiatra infantile che freddamente esamina il suo terzogenito, Andrea, di appena pochi mesi, e pronuncia una sentenza di morte, “ha già dato tutto”. Per questa madre è l’inizio del baratro. La disperazione e l’angoscia le tolgono il respiro e le offuscano i pensieri e prima ancora di capire cosa sta realmente accadendo al suo bambino, sente su di lei impietoso arrivare un grosso castigo, una punizione terribile e si chiede «Perché? Cosa ho fatto per meritare tutto questo?».
«Per noi cattolici egiziani la cosa più importante è che il regime di Mubarak sia finito, anche se la situazione oggi è confusa e sul futuro pesa la minaccia integralista. In ogni caso invitiamo i nostri giovani a partecipare alla battaglia politica per una società civile e democratica». Il cardinale Antonios Naguib, patriarca di Alessandria dei Copti, che incontriamo a Rimini dove ha partecipato al Meeting di Cl, appare diviso tra due sentimenti. Il sorriso bonario e la serenità con cui ci racconta dell’Egitto mostrano un certo ottimismo e fiducia nel futuro, ma sotto sotto si capisce la forte preoccupazione per l’emergere di forze integraliste che potrebbero trasformare il sogno di un Egitto libero e democratico in un incubo.
Quanti Meeting di Rimini esistono? Trentadue nella successione del tempo, avendo preso avvio – significativamente – a un anno dall’inizio del pontificato di Giovanni Paolo II. Ma ogni volta il Meeting di Rimini, chiusosi sabato scorso, presenta una così vasta gamma di iniziative, che ciascun visitatore ne può saggiare solo una piccola parte, ritagliandosi un suo personale catalogo. I padiglioni della Fiera sono immensi, le cose da vedere e da sentire, innumerevoli.
“Perché le comunità cristiane sparse nel continente asiatico proclamino il Vangelo con fervore, testimoniandone la bellezza con la gioia della fede”: è questa l’intenzione di preghiera missionaria di Benedetto XVI per il mese di settembre. Il Papa si sofferma dunque sull’importanza dell’evangelizzazione nel continente asiatico.
Da due giorni non si hanno più notizie di Sharoon Daniel. Testimoni e telecamere lo hanno visto entrare nell’edificio, poi si sono perse le tracce. La famiglia chiede di pregare per il suo rilascio. La polizia non ha elementi utili al ritrovamento. A Faisalabad studenti coranici aggrediscono una 64enne domestica cristiana.
Imprenditrice italiana racconta che per la città si aggirano bambini di 9 anni armati fino ai denti dai ribelli. Necessarie forze di polizia per riportare la sicurezza per le strade e impedire le vendette fra lealisti e ribelli. Gheddafi scappa con i figli maggiori a sud-est di Tripoli e manda la moglie e la figlia in Algeria.
Il Papa ha nominato il Prefetto emerito della Congregazione per l'Evangelizzazione dei Popoli, il Cardinale Jozef Tomko, suo inviato speciale alle celebrazioni conclusive dell'anno giubilare per il sesto centenario del “miracolo eucaristico di Ludbreg”, che si celebrerà nell'omonimo santuario, nella Diocesi croata di Varazdin, il 4 settembre. In una lettera al Cardinale Tomko, scritta in latino e diffusa questo sabato dalla Sala Stampa della Santa Sede, Benedetto XVI ricorda che “senza l’Eucaristia non possiamo essere veri cristiani e la stessa Chiesa non può edificarsi per la salvezza degli uomini”. 600 anni fa, nel 1411, un sacerdote vide il vino trasformarsi in sangue mentre celebrava la Messa dubitando della verità della transustanziazione.
Negli istituti missionari italiani impegnati in Giappone, come il Pime e i Saveriani, si discute sulla missione nel Paese del Sol Levante: è proprio necessario continuare a mandare missionari in un paese dove la Chiesa è ormai fondata e ha un buon numero di vocazioni alla vita consacrata? Domanda interessante, alla quale i missionari che sono in Giappone rispondono dicendo che la missione giapponese è, come dire, profetica per il nostro Occidente e in tutto il mondo, che sarà sempre più secolarizzato e laicizzato. Chiedo a padre Alberto Di Bello (40 anni in Giappone intervistato a Milano due mesi fa) se pensa che il Giappone ha ancora bisogno di Gesù Cristo. Risponde: “Il giapponese è un grande popolo,lavoratore, unito, obbediente alle autorità. E’ un popolo religioso, che crede in Dio, ma non lo conosce. Lo immagina come un qualcosa di vago, inafferrabile, inconoscibile, che è nella natura, nel bello, nell’armonia delle cose. Ha bisogno della fede che Dio è persona, che si è rivelato in Gesù Cristo. Capiscono bene il comandamento di amare il prossimo, non capiscono quello di amare Dio. I cristiani, a poco a poco, entrano in questa visione, ma è un messaggio difficile da fare accettare. Per loro tutto è divinità e poi magari niente è divinità”.
Nel 2011, i cristiani dello Stato indiano dell'Orissa hanno continuato ad essere presi di mira e perseguitati, sottolinea un nuovo rapporto. A tre anni dalla serie di attacchi ai cristiani dell'agosto 2008, che hanno provocato 18.000 feriti, 50.000 sfollati e decine o centinaia di vittime, l'associazione caritativa internazionale Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS) ha ricevuto un documento che testimonia la continua discriminazione e gli attacchi contro i cristiani dell'Orissa. Nel testo, l'avvocato cristiano K. J. Markose ha descritto l'assassinio di ministri cristiani e le difficoltà poste alla ricostruzione delle case distrutte durante le violenze di tre anni fa.
Sono trascorsi dieci anni da quando gli Stati Uniti hanno vissuto uno dei momenti più difficili e traumatici della loro storia con gli attentati dell'11 settembre 2001. In occasione del decimo anniversario di quella tragedia, la Chiesa nel Paese ha voluto commemorare l'evento con una serie di riflessioni, messaggi di sacerdoti che hanno assistito le famiglie delle vittime, risorse liturgiche per le parrocchie, dichiarazioni dei Vescovi e celebrazioni diocesane, messe a disposizione attraverso Internet.
Secondo la polizia facevano proselitismo tra i dalit e gli indù poveri. Sajan K George, presidente del Global Council of Indian Christians: “La situazione è allarmante. I dalit si rinfrancano con la preghiera cristiana e gli indù hanno paura di questo”.
Dopo aver parlato di ICI e Chiesa cattolica, eccoci ad affrontare il tema ancora più delicato di 8xMille e Chiesa cattolica. È il cavallo di battaglia per eccellenza dei nostri amici "anticlericali": potremmo quasi dire che non ci si può definire autentici cattolici se non si è ricevuta almeno una critica su tale argomento... Il tema è delicato, perché investe nozioni di storia, di diritto, di laicità, di libertà religiosa. Ne vogliamo parlare senza, ovviamente, pretesa di esaustività: ma un punto chiaro della situazione può aiutare a fornire qualche risposta per i nostri interlocutori e, soprattutto, per “riconciliarci” con la nostra Chiesa su un punto che ci ha fatto sempre, diciamo la verità, sentire in difetto. Non si può del resto comprendere appieno l’8xMille se non si esamina la storia, del tutto peculiare a livello internazionale, dei rapporti tra la Chiesa cattolica e lo Stato italiano.