E' uscito un nuovo rapporto della Food and Drugs Administration: negli Usa 14 donne sono morte per avere assunto la pillola abortiva. Ma solo nove casi sono stati denunciati. La Ru486 ha già fatto 38 vittime accertate. Non esiste un rapporto ufficiale in Europa. Non solo: una donna su 8 che ha assunto la pillola è stata ricoverata, il 33% ha dovuto ricorrere a una successiva operazione.
La Conferenza Episcopale del Bénin ha deciso di affidare a Papa Benedetto XVI la chiusura dell’anno giubilare, aperto il 18 aprile del 2010 per ricordare i 150 anni dell’evangelizzazione del Paese. Essa si terrà, quindi, tra il 18 e il 20 novembre, giorni in cui il Papa sarà a Cotonou per consegnare all’Africa il testo dell’Esortazione del secondo Sinodo della Chiesa per l’Africa sul tema: ”La Chiesa in Africa al servizio della giustizia, della riconciliazione e della pace”. Il frutto più confortante di questi anni è senz’altro “l’indigenizzazione” della Chiesa locale di cui fa parte il 23% della popolazione (8 milioni di abitanti), distribuita in 10 diocesi e 312 parrocchie, guidata da 11 vescovi e da circa mille sacerdoti diocesani, 224 dei quali impegnati all’estero.
L’avevano pubblicizzata come la forma di aborto meno traumatico, ma ora, dati della Food and Drug administration alla mano, che ha pubblicato un rapporto nel giugno scorso, aggiornato all’aprile 2011, dovranno rimettere in discussione il concetto stesso di aborto farmacologico, quello che più di tutti abbandona le donne a se stesse. Dalla commercializzazione della Ru 486 negli Stati Uniti nel 2000, infatti, riferisce il rapporto della Fda citato dal quotidiano Avvenire, 14 donne sono morte nel Paese a causa della pillola, più di una all’anno; 38 nel mondo.
‘Il linguaggio sintetico e incisivo di Twitter può insegnare molto alla comunicazione religiosa’. Con questa convinzione, dal 20 giugno scorso, il cardinale Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura, ha cominciato a ‘twittare’ quotidianamente e cioè ad inviare ogni giorno una citazione biblica attraverso il social-network Twitter. Lo stesso Benedetto XVI, il 28 giugno scorso, aveva utilizzato Twitter per lanciare il nuovo portale informativo della Santa Sede news.va, a conferma del crescente impegno della Chiesa nel promuovere l’informazione e l’evangelizzazione attraverso il web.
Sulla drammatica situazione umanitaria che sta colpendo milioni di somali ascoltiamo la riflessione del nostro direttore, padre Federico Lombardi, nel suo editoriale per Octava Dies, il settimanale informativo del Centro Televisivo Vaticano.
Il Pontificio Consiglio Cor Unum, facendosi interprete della preoccupazione e dei sentimenti di solidarietà con i quali Benedetto XVI sta seguendo la grave situazione in cui versa la Somalia, ha disposto l’invio, a nome del Papa, di un primo, piccolo aiuto di 50 mila euro. La somma è stata affidata al vescovo di Gibuti e amministratore apostolico di Mogadiscio, Giorgio Bertin. La notizia è stata comunicata dallo stesso dicastero vaticano, che proprio oggi festeggia i 40 anni dalla sua fondazione, ad opera di Paolo VI.
La Cina è il maggior investitore del governo americano: oltre 1100 miliardi di dollari sono nelle sue casse. Ma lo spettro del default si avvicina, e se la Casa Bianca non trova un accordo con l’opposizione si rischia il vero crollo dell’economia mondiale.
I prelati accusati di ricevere regali dai politici, chiedono perdono, dopo le pressioni della Conferenza episcopale. Lo scandalo delle auto di lusso frutto di un attacco mediatico per screditare la Chiesa nella sua lotta contro il controllo delle nascite. Fonti di AsiaNews sottolineano la grandezza della Chiesa in grado di portare ordine e chiarezza nonostante le divisioni.
P. John Maxwell ha fondato la St. John Education System, una scuola d’inglese per ragazzi di strada. Cinque anni fa, l’incontro con Daud, un bambino venditore di giornali. Il racconto del sacerdote su come tutto è iniziato.
L’organizzazione per i diritti umani “Hammurabi” registra 92 assassinati e 47 feriti. Negli ultimi sette anni le vittime cristiane sono state 822; di queste 629 uccise per la loro appartenenza alla minoranza cristiana. L’esortazione di Benedetto XVI a non abbandonare il Paese, e i segni di vitalità della comunità cristiana.
Oscar e la dama in rosa di Eric-Emmanuel Schmitt, libricino che supera a mala pena le novanta pagine, non potrà essere trascinato e trattato come il classico romanzone da ficcare sotto l’obrellone tra palette e biglie, perché una volta che lo aprirete in circa un ora di lettura l’avrete esaurito. E in tutto questo vi sarete dimenticati anche di andarci, in spiaggia. Il problema della morte e del senso della vita sono domande che si tende ad evitare, soprattutto in periodo di vacanze, rotocalchi e abbronzature varie. La letteratura diventa mero intrattenimento. In questo racconto Smith ci mostra con delicatezza ed ironia la vita di Oscar, ragazzino malato di cancro, e gli ultimi giorni di degenza nell’ospedale. Attraverso una serie di lettere che invierà direttamente a Dio sotto consiglio di Nonna Rosa, infermiera più anziana, ed ex lottatrice di catch almeno all’apparenza nei suoi racconti funambolici.
Questo venerdì compie 40 anni il Pontificio Consiglio “Cor Unum”, istituito da Papa Paolo VI il 15 luglio 1971.
In un articolo su “L'Osservatore Romano”, il Cardinale Robert Sarah, Presidente del dicastero vaticano, commenta l'anniversario ricordando che Paolo VI volle il Pontificio Consiglio “in una fase di grande cambiamento nella Chiesa e nel mondo”, quando a livello ecclesiale si riscontrava “un’attenzione sempre maggiore alle questioni sociali”.
In questo contesto, “Cor Unum” “avrebbe dovuto favorire la testimonianza di carità nella Chiesa, creando, presso la Sede Apostolica, un luogo di incontro, di dialogo e di coordinamento tra i tanti organismi di carità della Chiesa”.
Soffia in Europa un vento che viene dell’Est, un vento che guarda alla vita e che con coraggio sfida la storia, la cultura dominante, la politica dei governi e soprattutto quell’atteggiamento socioculturale di indifferenza verso il destino ultimo dell’uomo che oggi pare trionfare ovunque.
Questo vento dell’Est che soffia gagliardo interroga in particolare le coscienze tiepide e irresolute, invitandole, esortandole a spendersi con decisone per quel grande ideale di verità e di giustizia reale che è la preziosità della vita umana.
Il governo russo si sta attivando, a vari livelli, per cercare di contrastare l’enorme numero di interruzioni volontarie di gravidanza che, come tutti sanno, non ha risolto il problema dell’aborto clandestino.
Le piogge troppo abbondanti creano da settimane seri problemi in Africa Occidentale e in altre parti del continente africano. In particolare, si registrano vittime, sfollati e ingenti perdite - raccolti compromessi, bestiame disperso e ucciso dalle esondazioni, abitazioni e infrastrutture danneggiate - in Nigeria, Costa d’Avorio, Benin, Togo e Namibia.
Ma il peggio si sta verificando dove la tanto attesa stagione delle piogge invece non è arrivata o ha portato precipitazioni scarsissime. La siccità interessa quest’anno soprattutto i paesi del Corno d’Africa: ed è carestia per almeno dieci milioni di persone. In Etiopia necessitano di aiuti alimentari urgenti 4,5 milioni di abitanti, 1,3 milioni in più rispetto allo scorso anno. A Gibuti le persone in difficoltà sono circa 120.000, pari a oltre un sesto dalle popolazione del piccolo stato. In Kenya, dove il governo ha dichiarato lo stato di disastro nazionale, le persone in pericolo, soprattutto nell’arido nord, ma anche sulla costa e altrove, sono più di tre milioni. Ad aggravare la situazione del Kenya è l’incessante afflusso di disperati dai paesi limitrofi, spinti dalla fame verso i campi per profughi situati nel nord del paese. Il più affollato, Daadab, era nato per accogliere 90.000 persone, ma ne ospita ormai 370.000 che, di questo passo, diventeranno 500.000 entro poche settimane.
Per la maggior parte si tratta di somali che in patria non sono in grado di sopravvivere alla carestia e, a causa della guerra in corso, non possono contare su regolari e sufficienti aiuti esterni. In Somalia il 50% dei bambini è affetto da malnutrizione acuta. Ogni giorno circa 800 minori somali varcano il confine con il Kenya in cerca di aiuto.
Settimana scorsa il sottosegretario alla Salute Eugenia Roccella ha snocciolato i dati sullo stato di attuazione per l’anno 2009 della legge 40, legge che disciplina l’accesso alle pratiche di fecondazione artificiale.
Veniamo ai numeri nudi e crudi. Innanzitutto c’è un incremento di coppie che passano dalla provetta per tentare di avere un bambino: superiamo le 63mila coppie, con un +4,666 rispetto al 2008. Il numero di nati tramite Fivet è 10.819: tale numero, confrontato con quello prima indicato, fa subito comprendere che sono ben poche le coppie che, entrate in clinica, ne escono con il loro tanto desiderato bebè in braccio poiché non tutti i cicli si concludono felicemente.
Domenica 17 luglio si chiude negli Stati Uniti la prima settimana di una massiccia campagna di sensibilizzazione antipornografica. L’iniziativa si chiama Be Aware: Porn Harms (“Sappilo: il porno fa male”) e si articola in quattro tranche a tema monografico. La prima ha affrontato l’argomento base della dipendenza dalla pornografia; la seconda (18-24 luglio) esaminerà i danni prodotti dal porno sui bambini; la terza (25-31 luglio) evidenzierà i legami che la questione ha con il traffico sessuale; e l’ultima (1-9 agosto) tratterà della violenza sulle donne.
Gestita dalla crème delle associazioni a difesa della famiglia naturale, della morale e della decenza pubblica, la campagna è organizzata da Morality in Media. Presieduta oggi dall’avvocato, cattolico, Patrick A. Trueman (sembra uno pseudonimo da Capitan America della morale, ma è il suo vero nome), Morality in Media è stata fondata nel 1962 a New York dal padre gesuita Morton A. Hill, dal rabbino Julius Neumann e dal pastore luterano Robert Wiltenburg, a cui si unì subito padre Constantine Volaitis della Chiesa ortodossa greca.
Il Tour de France ritorna a Lourdes e chissà che non sia ancora una volta una tappa provvidenziale. Viste le tante cadute che stanno funestando questa edizione della grande corsa ciclistica a tappe sembrerebbe quasi una deviazione obbligata dell’ultim’ora. In realtà gli organizzatori avevano messo in calendario da tempo questo “omaggio”.
Il 15 luglio, la carovana dei corridori approderà nella cittadina transalpina famosa per le apparizioni della Madonna alla giovanissima Bernadette Soubirous. Ma già dalla sera prima ci sarà un inconsueto fuori programma: i 180 ciclisti saranno al via della caratteristica processione “aux flambeaux” con tutti i pellegrini. E a seguire parteciperanno alla messa per loro presso la Grotta di Massabielle. Una nottata in preghiera per ritornare l’indomani a scalare ancora le vette pirenaiche nella tappa Pau-Lourdes che sancisce il ritorno nel luogo benedetto. Solo una volta infatti il Tour nella sua storia aveva posto il suo arrivo qui e non è un caso se si trattò di un evento destinato a lasciare il segno.
A me stupisce ascoltare Alberto quando racconta di queste situazioni di povertà assoluta, perché dà sempre la sensazione di non essere sopraffatto dall’enormità dei problemi e si vede in lui una forza calma che sorprende e una luce che vince ogni tenebra.
Per esempio, del Sudan dice: “E' un territorio selvaggio circondato da montagne che esce da 30 anni di guerra civile (arabi contro neri cristiani) e che è spaventosamente arretrato (la gente dei villaggi vive ancora quasi nuda e nelle capanne), ma che ha anche un grande fascino, perché è possibile incontrare persone inaspettate e condividere con loro quanto abbiamo di caro. Io seguo l'aspetto sanitario insieme ad altri medici italiani ed africani che lavorano là”.