Un recente ciclo di catechesi che ha impegnato nei mesi scorsi Benedetto XVI, durante i mercoledì dell’udienza generale, ha riguardato la descrizione della vita e dell’opera di alcune grandi Sante del Medioevo. Dal settembre 2010 alla fine del gennaio 2011, il Papa ha offerto una galleria di ritratti di santità femminile che hanno segnato in modo indelebile il percorso del cristianesimo nell’Europa e nel mondo.
Sarà una processione aux flambeaux particolarmente suggestiva quella che si svolgerà domani sera, alle ore 21.00, presso il santuario mariano di Lourdes, in Francia. In prima fila, infatti, ci saranno anche 180 ciclisti che partecipano al Tour de France. I corridori arriveranno al Santuario mentre sarà in corso la 13.ma tappa della gara, quella che va da Pau a Lourdes, lunga 152,5 km. Bicicletta alla mano e in tenuta sportiva, i 180 ciclisti apriranno la processione non appena tutti gli altri corridori avranno raggiunto i Pirenei; quindi, si disporranno intorno alla statua della Beata Vergine Maria.
700mila franchi: a tanto ammontano gli aiuti immediati messi a disposizione dalla Caritas Svizzera per l’Etiopia e la Somalia, colpite da una grave siccità. In una nota diffusa ieri, l’organizzazione umanitaria cattolica ricorda che, negli ultimi sei mesi, 135mila somali sono rimasti vittime della situazione e sono fuggiti verso il Kenya e l’Etiopia. “Dopo numerose settimane di marcia – si legge nella nota – queste persone sono totalmente esauste. Soprattutto i bambini sono malnutriti e molti di loro rischiano di morire di fame”. Drammatica anche la situazione nei campi-profughi: nella sola struttura di Dadaab, in Kenya, ci sono 382mila persone ed il flusso dei nuovi arrivi non accenna a diminuire.
Una catastrofe umanitaria: è quanto si sta verificando in Somalia, colpita da una devastante siccità che sta colpendo milioni di persone. Centinaia di migliaia di uomini, donne, bambini, stanno fuggendo nei Paesi vicini in cerca di acqua e di cibo, mentre nel mondo continuano senza pietà le speculazioni che fanno alzare i prezzi dei generi alimentari. Quattrocentomila somali sono ammassati nel solo campo profughi di Dadaab in Kenya. Tardano gli aiuti umanitari. Secondo l'Unicef sono circa 10 milioni le persone ad avere urgente bisogno di soccorsi. Su questa situazione drammatica Sergio Centofanti ha sentito l’amministratore apostolico di Mogadiscio e vescovo di Gibuti, mons. Giorgio Bertin
La legge sulle Dichiarazioni anticipate di trattamento, o biotestamento, approvata dalla Camera passa al Senato. Inevitabili le polemiche: la legge è per Livia Turco "autoritaria, per Nichi Vendola "violenta", per Ignazio Marino "inaccettabile". Per il segretario dei Radicali Italiani Mario Staderini: «Ci rubano anche la morte». Ma a rubarci la morte sono loro: facendone l'oggetto di una decisione umana, le strappano tutto il potenziale di rivelazione che essa potrebbe avere per noi.
Con 287 voti favorevoli, 205 voti contrari e 7 astenuti è passata il 12 luglio alla Camera dei Deputati la legge sul fine vita. Ora la legge torna al Senato per l’approvazione definitiva.
Le prime reazioni al voto sono arrivate dal Movimento per la Vita, dal Forum delle Associazioni Familiari e dall’associazione Scienza & Vita.
“Esprimo la mia piena soddisfazione per l'approvazione di questa legge” ha affermato Carlo Casini, presidente del Movimento per la vita (MpV).
La comunità cattolica greca si divide in quattro grandi arcivescovadi: Atene, Corfù, isola di Santorini (che comprende la grande diocesi dell’isola di Creta) nonché isole Cicladi e Mar Egeo. Quest’ultimo comprende in tutto otto isole: Naxos, Tinos, Mikonos, Andros e Paros, più Chio, Samo e Lesbo. Da 17 anni Nikolaos Printezis è il titolare di questo arcidiocesi enorme, non tanto territorialmente, ma quanto a distanze e difficoltà di comunicazioni, specie nei periodi invernali quando raggiungerne tutti gli anfratti con i traghetti di linea è davvero arduo.
«Fino a quindici anni fa», afferma l’arcivescovo «in tutta la Grecia si potevano contare non più di 50mila cattolici. Oggi, a causa della grande immigrazione di albanesi e filippini che vengono a cercar lavoro da noi, siamo arrivati a 300mila anime. E le nostre possibilità di accoglienza sono invariate, con il numero dei sacerdoti che diminuisce. Non riusciamo cioè a servire tutti i fedeli posti sotto la nostra cura, e questo soprattutto in estate quando arrivano i turisti e i greci emigrati all’estero tornano a casa».
Facebook è una delle tante realtà che incrementano il frastuono di fondo (e il logorio) della vita moderna. Come YouTube e le mille altre isteriche invenzioni che hanno l’inutilità qual comune denominatore. Le cose inutili di solito sono anche dannose (vedi per esempio, le pagine di bestemmie e i fotomontaggi porno della Madonna: non so se ci sono ancora; non oso guardare per non aumentare i "contatti") ma talvolta nel bailamme qualcosa d’interessante c’è, non si può negare.
Il "CorSera" del 3 luglio 2011 ha riportato la confessione amara di Enrico Galmozzi [nella foto], affidata appunto a Facebook e data in pasto ai "commenti". Galmozzi ha giustamente attirato l’attenzione dell’articolista Paolo Foschini perché non è uno dei tanti anonimi che cercano di ritagliarsi il loro "quarto d’ora di celebrità" tramite un social network. No, Galmozzi è stato uno dei fondatori di Prima Linea, insieme a nomi quali sergio Segio (oggi al fianco di don Mario Ciotti), Sergio D’Elia (poi parlamentare), Roberto Sandalo (di nuovo arrestato perché incapace di "reinserimento" alla grande come gli altri).
È ufficiale: la Francia, che l'ha voluta, e la NATO, che l'ha appoggiata, stanno perdendo la guerra in Libia. Una fitta coltre di propaganda nasconde questa verità, ma per dissiparla è sufficiente chiederei quali erano - rispettivamente - l'obiettivo dichiarato e quello reale della guerra. L'obiettivo dichiarato - proteggere la popolazione civile - è fallito fin dai primi giorni. Una guerra-lampo dove l'intervento della NATO avesse posto fine rapidamente a quella che era a tutti gli effetti una guerra civile tra libici avrebbe potuto in effetti limitare il numero delle vittime, che in questi casi più durano i conflitti, più aumentano. Parecchi mesi di bombardamenti senza esiti hanno fatto invece aumentare, non diminuire i civili colpiti perché le bombe, per "intelligenti" che siano, aggiungono sempre morti a morti.
Qualche giorno or sono il neosindaco di Milano Giuliano Pisapia ha affermato: «A differenza degli altri, io mantengo gli impegni presi in campagna elettorale. Istituiremo il registro delle unioni civili». A dire il vero è uno di quei rari casi in cui una promessa politica non mantenuta avrebbe di certo suscitato il plauso di molti. L’incoerenza a volte è una virtù. La decisione venne annunciata da Pisapia con straordinario tempismo laicista il 26 giugno scorso, proprio il giorno in cui mons. Dionigi Tettamanzi, arcivescovo del capoluogo lombardo, beatificava tre religiosi.
Ma, al di questo, la vera notizia è che sotto la Madonnina nascerà un registro per le coppie di fatto, etero e omosex.