Le violenze sono esplose durante la manifestazione organizzata dai copti per chiedere la ricostruzione della chiesa di Soul distrutta dai musulmani lo scorso 5 marzo. L'esercito è intervenuto per fermare le violenze. Nell'Alto Egitto a rischio demolizione un ospedale cristiano per disabili. Distrutte alcune abitazioni di cristiani.
Benedetto XVI ha affermato questo mercoledì che per stabilire una giusta relazione con la natura l'uomo deve in primo luogo riconoscere la propria condizione di creatura.
Il Pontefice ha inviato un Messaggio alla Chiesa in Brasile in questo Mercoledì delle Ceneri, quando inizia nel Paese la tradizionale Campagna di Fraternità, che ogni anno mira a risvegliare la solidarietà dei cattolici e della società in relazione a un problema concreto. Quest'anno durante la Quaresima si discuterà sul tema “Fraternità e Vita sul Pianeta”.
Nel testo, inviato al presidente della Conferenza Nazionale dei Vescovi del Brasile (CNBB), monsignor Geraldo Lyrio Rocha, Benedetto XVI ha espresso la sua “viva soddisfazione” per il fatto di unirsi, “ancora una volta, a tutta la Chiesa in Brasile che si propone di percorrere l’itinerario penitenziale della Quaresima”, chiedendo “un cambiamento di mentalità e di atteggiamento per la salvaguardia del creato”.
L'elemosina, la preghiera e il digiuno, le tre opere fondamentali di pietà previste dalla legge mosaica e citate da Gesù nel Vangelo letto in questo Mercoledì delle Ceneri, rappresentano il “tracciato della pedagogia divina”.
Papa Benedetto XVI lo ha affermato nel pomeriggio di questa giornata che segna l'inizio della Quaresima nella Basilica romana di Santa Sabina, dove ha presieduto la celebrazione eucaristica con il rito di benedizione e di imposizione delle Ceneri.
La Quaresima è un cammino consistente non tanto in “una legge da osservare”, quanto piuttosto nella stessa persona di Gesù “da incontrare, da accogliere, da seguire”, nella riscoperta del vincolo battesimale.
Lo ha detto quest'oggi Benedetto XVI all'Udienza generale nell'Aula Paolo VI, nel Mercoledì delle Ceneri che introduce quell’“itinerario spirituale che ci prepara a celebrare degnamente i misteri pasquali”.
Nella sua catechesi il Papa ha spiegato che “la Quaresima è un cammino, è accompagnare Gesù che sale a Gerusalemme, luogo del compimento del suo mistero di passione, morte e resurrezione”.
Ascoltate il bellissimo commento al Vangelo di Radio Vaticana di domenica 13 marzo 2011, prima domenica di Quaresima.
All’udienza generale Benedetto XVI illustra i momenti di questo “tempo di conversione” e le pratiche ad esso unite. Legata “strettamente” al digiuno, l’elemosina è la volontà di fare del bene. L’uno e l’altra sono poi le “le due ali della preghiera, che le permettono di prendere più facilmente il suo slancio e di giungere sino a Dio”.
“Molti di noi faticano ad immaginare Dio come un creatore che lavora in maniera indefessa 24 ore al giorno. I più lo immaginano come un attore ritiratosi dalle scene e relegato ad uno spettacolo domenicale con pubblico in calo”.
“Per questo parlare di fede attiva nel luogo di lavoro può sembrare eccentrico. Ma se ci renderemo conto che il nostro lavoro è prezioso per Dio non faremo altro che portare la fede nel lavoro”.
A dire queste parole non è un sacerdote, un Vescovo, un religioso, ma un dirigente bancario di nome Ken Costa, il quale di recente ha scritto un libro dal titolo “Al lavoro con Dio” (edizioni Messaggero Padova) che sta suscitando un notevole scalpore.
Cattedrale di Westminster. Il volto del giovane che sostiene una torcia accesa – volto dai tratti forti e decisi, capelli biondi a taglio corto – ne è splendidamente illuminato dalla fiamma. In piedi, immobile per tutta la celebrazione, sembra conficcato per terra come accanto a lui lo stendardo blu di Cassino. L’assemblea lo ammirava come fosse davanti a un’icona. Da solo suggeriva la forza suggestiva del simbolo: la luce di Benedetto da Norcia nell’oscurità della barbarie di quei secoli lontani, tra uomini dai lineamenti altrettanto forti e decisi. Benedetto aveva illuminato i suoi tempi come una fiaccola vivente. Con una regola, dei monasteri e un principio di vita, scolpito negli spiriti: ora et labora.
Dopo l’uccisione del governatore del Punjab, Salman Tasser, nel gennaio scorso, il 2 marzo scorso è stato ucciso a Islamabad, capitale del Pakistan, il ministro (da tre anni) per le minoranze religiose, il cattolico Shahbaz Bhatti, 43 anni, ambedue impegnati per abolire la “legge contro la bestemmia”, che ha portato alla condanna a morte di Asia Bibi, una giovane mamma cattolica, per aver offeso il profeta Maometto. Ma ormai è assodato che con quella legge qualunque cristiano (o indù) che dà fastidio può essere condannato a morte se due testimoni confermano l’accusa pretestuosa.
La stampa di tutto il mondo ha dato risalto a queste due uccisioni e le pressioni esercitate sul governo pakistano per abolire la legge assassina si sono moltiplicate. Ma ormai è chiaro a tutti che “chi tocca la legge antiblasfemia muore”. Il Pakistan si merita la definizione di “Stato canaglia”, poiché la persecuzione contro i cristiani non è un problema di oggi. Quando sono stato in Pakistan nel 1982, avevo visto in due città (Islamabad e Karachi) gruppi di famiglie cristiane che abitavano in baracche e casupole di periferia mandate via senza alcun risarcimento, che si erano rifugiate nella cattedrale cattolica e nei cortili del centro cattolico in città. E mi dicevano che questo non riguardava tutti gli abitanti di una certa periferia, ma solo quelli del quartiere cristiano.
Lo Stato indiano dell'Orissa è ancora una volta teatro di violenze anticristiane.
Dopo gli episodi drammatici del 2007 e del 2008, la comunità locale torna a sprofondare nella paura. Alcune fonti locali hanno riferito all'agenzia vaticana Fides che dal mese di dicembre i tribali cristiani del distretto di Malkangiri hanno subito ripetuti attacchi.
Negli ultimi trenta giorni, in particolare, le aggressioni si sono intensificate, registrando oltre 10 episodi durante i quali sono stati feriti vari fedeli, tra cui donne incinte e bambini.