Jelena Murdovcic dovrà difendersi davanti ad un'accusa formulata da una persona che non era nemmeno presente al momento del “presunto reato” avvenuto nel 2009. A denunciare l'insegnante la madre di un bambino che non frequenta l'ora di catechismo.
Parafrasando Gilbert Keith Chesterton si potrebbe dire che chi difende la vita sta ai fatti e chi propugna il diritto alla morte a una teoria, e delle più disincarnate. La riprova è venuta ieri nel corso della riunione del gruppo del Pdl della Camera. Improvvisamente il vissuto personale ha avuto il sopravvento su argomentazioni e controargomentazioni politiche e giuridiche. «Mi avevano già dato per morto e se i medici non mi avessero rianimato, se avessero staccato la spina, io non sarei qui con voi. Io l’ho visto, il tunnel della luce...», ha raccontato Umberto Scapagnini. Una storia toccante quella dell’ex sindaco di Catania: otto metastasi guarite attraverso una cura sperimentale, nel maggio del 2009 gli avevano già dato l’estrema unzione. «Ero un laico e prima della mia malattia – ha raccontato davanti ai colleghi deputati – avrei chiesto subito che venisse staccata la spina ma ora, dopo quello che mi è capitato, vi dico che è possibile guarire: ho un po’ di difficoltà a muovere le mani, ma ci sono, il mio corpo reagisce, sono tornato a una vita normale. Qualcuno a Catania aveva fatto già affiggere i manifesti di lutto: sarei morto non per il cancro ma perché qualcuno avrebbe potuto staccare la spina. Non bisogna permetterlo».
L’associazione Pakistani cristiani in Italia ha organizzato la celebrazione, recitata in urdu. Nella sua omelia, il card. Tauran si commuove ricordando la figura del ministro pakistano.
La convivenza fra la maggioranza musulmana e la numerosa minoranza copta rimane precaria in Egitto. Basta infatti poco per accendere la miccia e far scoppiare gravi violenze. Lo dimostra l'assalto dato da una folla di circa 4mila musulmani nella notte tra venerdì 4 e sabato 5 marzo alla comunità copta (circa 12.000 di persone) del villaggio di Sol, nei pressi di Atfih, nel governatorato di Helwan, sulla sponda destra del Nilo, a sud della capitale Il Cairo.
Come hanno riferito sabato le agenzie AsiaNews e AINA (Assyrian International News Agency), il bilancio dell'attacco in piena regola è pesante: almeno due morti, quattro dispersi (un sacerdote - padre Yosha - e tre diaconi) e la chiesa locale data alle fiamme. Mentre alcune fonti sostengono che i quattro dispersi sarebbero morti nel rogo della chiesa, altre invece dicono che sarebbero stati presi in ostaggio dai musulmani. Secondo l'attivista Ramy Kamel, dell'organizzazione Katibatibia (Legione Tebea), che si è messo in contatto con l'emittente copta Hope Sat (con sede negli USA), nessuno dei quattro risponde alle chiamate sui telefoni cellulari.
Accompagnato in processione da tremila persone tra cui tantissimi giovani, il corpo di Antonio Spandri è stato deposto venerdì 4 marzo nel cimitero di Neuer Suedfriedhof, a Monaco, al termine di una cerimonia in cui tutti hanno avuto modo di congedarsi personalmente da lui gettando una manciata di terra sulla sua bara.
Toni è morto improvvisamente e inaspettatamente a Monaco lo scorso 28 febbraio mentre insieme alla moglie Bruna stava leggendo e commentando dei testi sull'iniziazione cristiana.
In mattinata è stato celebrato il funerale di questo apostolo della nuova evangelizzazione nel duomo stracolmo di Nostra Signora di Monaco e il Cardinale Paul Josef Cordes, Presidente emerito del Pontificio Consiglio "Cor Unum", aveva trasmesso il dolore del Santo Padre alla notizia della sua morte. Benedetto XVI aveva conosciuto Toni come suo studente in Germania più di quaranta anni fa e da allora era sempre rimasto in contatto con lui.
"Vi invito tutti a celebrare questa festa - ha detto Bruna dopo avere ringraziato il Cardinale Reinhard Marx per aver inviato il suo vicario generale, monsignor Peter Beer, a presiedere la messa esequiale -. Abbiamo avuto desiderio che i presbiteri fossero rivestiti di bianco, e non di viola, come segno del battesimo ma soprattutto come segno della resurrezione di Gesù Cristo".
Leggiamo su La Repubblica del 19 febbraio 2011, un articolo del prof. Umberto Veronesi, intitolato “Una pillola sconosciuta”, in cui si parla delle doti dell’anticoncezionale orale, anche ai fini di prevenzione del cancro dell’ovaio: “Le ragazze che si affacciano alla sessualità e le adulte che hanno vissuto la cosiddetta rivoluzione sessuale non sanno che la pillola non ha nessuna controindicazione per la loro salute, che non aumenta il rischio di tumore del seno, e ignorano che le protegge dall’altro temibile tumore femminile, quello dell’ovaio”.
Il dottor Bernard Nathanson, famoso ginecologo di New York, può essere considerato tra i padri della legge che liberalizzò l’aborto negli Stati Uniti. Nel 1968 partecipò alla fondazione del National Abortion Rights Action League, in sostegno del diritto alla “libertà e privacy”. Diresse il Centro di Igiene Riproduttiva e Sessuale di New York, una delle cliniche più grandi nel mondo per la pratica dell’aborto, e contribuì al perfezionamento delle tecniche di aborto e alla diffusione di questa conoscenza in campo medico.
Nel 1979, applicando le tecniche ecografiche durante un intervento, rimase profondamente sconvolto dall’orrenda realtà dell’aborto.
Dal 20 al 24 giugno si terrà a Roma il Convegno internazionale sull’adorazione eucaristica, su iniziativa di monsignor Dominique Rey, Vescovo di Fréjus-Toulon, con la partecipazione, tra gli altri, di sei Cardinali.
In questa intervista rilasciata a ZENIT, monsignor Rey spiega l’importanza dell’adorazione eucaristia per la Chiesa di oggi e dei frutti che si attendono per la Chiesa da questo incontro senza precedenti nella Città eterna.