MaM
Messaggio del 25 gennaio 1995:Cari figli! Vi invito ad aprire la porta del vostro cuore a Gesù come il fiore si apre al sole. Gesù desidera riempire i vostri cuori di pace e di gioia. Non potete, figlioli, realizzare la pace se non siete in pace con Gesù. Perciò vi invito alla confessione affinché Gesù sia la vostra verità e pace. Figlioli, pregate per avere la forza di realizzare ciò che vi dico. Io sono con voi e vi amo. Grazie di aver risposto alla mia chiamata!

Notizie dai giornali cattolici



GennaioFebbraioMarzoAprileMaggioGiugnoLuglioAgostoSettembreOttobreNovembreDicembre



Natale di sangue in Nigeria. Prima un'esplosione ha squarciato una chiesa cattolica ad Abuja, capitale del paese, durante la messa di Natale uccidendo almeno 25 persone. C'è poi stata una seconda esplosione a Jos, infine una terza doppia esplosione a Damaturu. Non c'è stata finora alcuna rivendicazione, ma le tre esplosioni odierne arrivano proprio nel mezzo di un'ondata di attentati che hanno già causato almeno 465 morti, e che sono stati attribuiti alla setta estremista islamica Boko Haram. Solo negli ultimi giorni nei combattimenti tra la setta e le forze di sicurezza sono morte 61 persone.
“Cristo è nato per noi” “per salvarci soprattutto dal male profondo” “che è la separazione da Dio”: Benedetto XVI lo ha ricordato in questo Natale al mondo intero nel suo tradizionale messaggio, invocando il soccorso divino per le popolazioni più sofferenti in questo periodo per carestie, conflitti sociali, guerre. Ha quindi rivolto i suoi auguri nella varie lingue prima di impartire la Benedizione apostolica Urbi et Orbi. Migliaia le persone giunte da ogni luogo del Pianeta, tante le famiglie e i bambini, raccolte in Piazza S. Pietro, in questa assolata domenica romana, per ascoltare - insieme a milioni di fedeli collegati attraverso radio, tv ed internet - la parola del Papa affacciato dalla Loggia esterna alla Basilica di S. Pietro.
“Sono nel magazzino, con i miei collaboratori, per scegliere i vestiti da distribuire ai bambini il giorno di Natale” dice all’Agenzia Fides padre Luciano Verdoscia, missionario comboniano che opera da anni a Mansheya, il quartiere dei raccoglitori d’immondizia (chiamati “Zabbaleen”).
Sappiamo che era un lavoratore come milioni di uomini in tutto il mondo; esercitava li mestiere faticoso e umile che Dio, prendendo la nostra carne e volendo vivere per trent'anni come uno qualunque tra di noi, aveva scelto per sé. La Sacra Scrittura dice che Giuseppe era artigiano.
Nella messa della vigilia e nel messaggio di Natale Benedetto XVI dice che la nascita di Gesù è la risposta di Dio al “vieni a salvarci” degli uomini. “In questo nostro tempo, in questo nostro mondo, fa’ che i bastoni dell’aguzzino, i mantelli intrisi di sangue e gli stivali rimbombanti dei soldati vengano bruciati, così che la Tua pace vinca in questo nostro mondo”.
La festa di Betlemme, il 24 dicembre, inizia la mattina presto. Per le strade della Città Vecchia lo stupore dei pellegrini che passano il Natale qui per la prima volta si mischia alla gioia e all’orgoglio delle famiglie locali. Tutti si salutano, tutti si conoscono in questa cittadina di 38mila abitanti dove i cristiani rappresentano non più del 15 per cento della popolazione, a maggioranza musulmana. Nel 1948 i cristiani qui erano quasi l’80 per cento, in questi anni l’emigrazione è stata lenta e costante, a causa delle difficoltà sociali ed economiche e delle restrizioni imposte dal governo israeliano, e chi rimane non nasconde la preoccupazione. Come Dima, che studia in Italia ma è tornata a casa per Natale “nel posto più bello del mondo – dice –, quello dove è nato Gesù e dove è nato il cristianesimo. È importante che i cristiani restino qui, che trovino sostegno per poter continuare ad abitare questa terra”.
Alle ore 22, il Santo Padre Benedetto XVI ha presieduto, nella Basilica Vaticana, la Santa Messa della Notte per la Solennità del Natale del Signore 2011. Nel corso della celebrazione eucaristica, dopo la proclamazione del Santo Vangelo, il Papa ha tenuto la seguente omelia.