Le cronache di questi giorni propongono moltissime riflessioni sulla tragica fine del giovane campione di motociclismo Marco Simoncelli, ma soprattutto chi frequenta il web può costatare come la sua morte ha veramente commosso tanta gente, specie i giovani. Non tutti i commenti che abbiamo letto forse sono appropriati, ma anche le reazioni più ciniche non riescono a dissimulare lo smarrimento. Alcuni hanno osservato che l’ingranaggio spietato dei mediaogni giorno ci mette davanti agli occhi la morte di migliaia di persone, spesso in forme molto più terribili di quella toccata a Simoncelli, senza che questo susciti la benché minima reazione. Noi sacerdoti però non ci sorprendiamo più di tanto. A tutti ci è toccato celebrare i funerali di qualche giovane, con la chiesa oltremodo gremita di gente. La morte di un giovane è fuori degli schemi, impone a tutti di interrogarsi seriamente.
In molti Paesi del mondo le forze favorevoli all’eutanasia continuano a fare pressione per la legalizzazione del suicidio assistito.
In Australia, il dottor Philip Nitschke ha di recente violato la legge distribuendo, a Sydney, copie del suo libro The Peaceful Pill. Il volume era infatti stato vietato dalle autorità nel 2007, secondo quanto riferito dal Sydney Morning Herald del 2 ottobre.
Il progetto Bana ya Poveda (Bambini di Poveda), ispirato alla pedagogia del fondatore dell'Istituzione Teresiana, ha iniziato il corso con 71 minori.
Questi bambini di strada di Kinshasa, nella Repubblica Democratica del Congo, si sono autodenominati così conoscendo la vita di San Pedro Poveda, che iniziò la sua attività socio-educativa con i bambini dei quartieri poveri di Guadix, in Spagna, all'inizio del XX secolo.
"La persona di don Luigi Giussani per noi è indimenticabile; ricordiamo questi 25 anni di amicizia con grande ricchezza". Così il professor e reverendo Shodo Habukawa, monaco buddista della Scuola Shingon, abate del monastero del Monte Koya, ha salutato le persone presenti, oltre un centinaio, al primo appuntamento del convegno di cinque giorni Tradizione e globalizzazione. Cristianesimo e Buddhismo di fronte alla sfida della modernità, inserito nella rassegna “Italia in Giappone”, presso la residenza dell' Ambasciatore Vincenzo Petrone, che ha fatto gli onori di casa ospitando la serata inaugurale.
“Il primo e specifico contributo della Chiesa ai popoli d’Africa è la proclamazione del Vangelo di Cristo. Siamo perciò impegnati a continuare vigorosamente la proclamazione del Vangelo ai popoli d’ Africa, perché la vita in Cristo è il primo e principale fattore di sviluppo”. E’ quanto ha detto il Papa incontrando stamani i membri della Conferenza episcopale di Angola e Sao Tomé. Non si tratta - ha detto - di annunciare “una parola consolatoria, ma dirompente, che chiama a conversione”. Una Parola che “rende accessibile l’incontro con il Signore”. Benedetto XVI ha quindi ricordato con gioia il viaggio compiuto in Angola nel marzo 2009 e la prossima visita in Benin dal 18 al 20 novembre quando consegnerà al Popolo di Dio l'Esortazione apostolica, frutto del secondo Sinodo per l'Africa.
“La buona dottrina va accolta, ma rischia di essere smentita da una condotta incoerente”: sono parole del Papa che all’Angelus ha parlato di coerenza e verità di insegnamenti ricordando che Cristo “pratica per primo il comandamento dell’amore, che insegna a tutti”. Benedetto XVI, ha rivolto un pensiero a quanti in Thailandia e in Italia sono stati colpiti in questi giorni dalle alluvioni e ha invitato tutti a confidare in Maria per seguire il cammino del Vangelo, ricordando che si conclude domani il mese del Rosario.
L’arcidiocesi di Bangalore è la prima nel Paese ad avere una chiesa dedicata a papa Wojtyla. La statua, fusa in Thailandia, è stata scoperta dal nunzio a Delhi, mons. Salvatore Pennacchio, alla presenza di tutti i vescovi del Karnataka.
All’Angelus Benedetto XVI esprie la sua vicinanza alle popolazioni della Thailandia e dell’Italia colpite dalle inondazioni. Un invito a pregare “in particolare per quanti nella comunità cristiana sono chiamati al ministero dell’insegnamento, affinché possano sempre testimoniare con le opere le verità che trasmettono con la parola”.
L’arcidiocesi di Bangalore è la prima nel Paese ad avere una chiesa dedicata a papa Wojtyla. La statua, fusa in Thailandia, è stata scoperta dal nunzio a Delhi, mons. Salvatore Pennacchio, alla presenza di tutti i vescovi del Karnataka.