Gli abortisti da tempo sostengono il diritto della donna di disporre del proprio corpo e quindi anche del bambino che porta in grembo. Recentemente, con una bizzarra decisione, un tribunale del Belgio ha esteso questo ragionamento per concludere che lo stesso bambino ha il diritto ad essere abortito.
La rivista belga Revue Générale des Assurances et Responsabilités ha pubblicato questa decisione emessa dalla Corte d’appello di Bruxelles il 21 settembre scorso, sul caso di un bambino nato disabile in seguito ad una erronea diagnosi prenatale, secondo quanto riferito dalla rassegna stampa Gènéthique del 29 novembre – 3 dicembre.
Il Papa, denunciando il pericolo che sta vivendo la famiglia, ha invitato i genitori a dare ai propri figli nomi cristiani.
La famiglia è in pericolo. Lo ha detto il Papa durante la messa nella Cappella Sistina nella quale ha dato il battesimo a 23 neonati. «L'istituto familiare è minacciato», ha detto il Pontefice, spiegando che «si trova a far fronte a non poche difficoltà nella sua missione di educare alla fede». In tal senso, «la collaborazione tra comunità cristiana e famiglia è quanto mai necessaria», ha aggiunto. Secondo Ratzinger l’origine di questo risiede nel «venir meno di stabili riferimenti culturali» oltre che nella «rapida trasformazione a cui è continuamente sottoposta la società che rendono davvero arduo l'impegno educativo».
Nella Cappella Sistina, Benedetto XVI amministra il battesimo a 21 neonati - 13 bambini e 8 bambine – figli di dipendenti vaticani. Il battesimo donato ai piccoli, ha bisogno poi di un’adesione libera e consapevole e per questo è importante educare alla fede i bambini. Le parrocchie devono aiutare le famiglie in questo compito di trasmissione della fede, nell’attuale contesto sociale in cui “l’istituto familiare è minacciato da più parti”. All'Angelus un saluto alla popolazione di Haiti, a un anno dal terremoto, e uno alla comunità copta.
Cari fratelli e sorelle,
sono lieto di darvi un cordiale benvenuto, in particolare a voi, genitori, padrini e madrine dei 21 neonati ai quali, tra poco, avrò la gioia di amministrare il Sacramento del Battesimo. Come è ormai tradizione, tale rito avviene anche quest’anno nella santa Eucaristia con cui celebriamo il Battesimo del Signore. Si tratta della Festa che, nella prima domenica dopo la solennità dell’Epifania, chiude il tempo natalizio con la manifestazione del Signore al Giordano.
Secondo il racconto dell’evangelista Matteo (3,13-17), Gesù venne dalla Galilea al fiume Giordano, per farsi battezzare da Giovanni; infatti, da tutta la Palestina accorrevano per ascoltare la predicazione di questo grande profeta, l’annuncio dell’avvento del Regno di Dio, e per ricevere il battesimo, cioè per sottoporsi a quel segno di penitenza che richiamava alla conversione dal peccato. Pur chiamandosi battesimo, esso non aveva il valore sacramentale del rito che celebriamo oggi; come ben sapete, è infatti con la sua morte e risurrezione che Gesù istituisce i Sacramenti e fa nascere la Chiesa. Quello amministrato da Giovanni, era piuttosto un atto penitenziale, un gesto che invitava all’umiltà di fronte a Dio, invitava ad un nuovo inizio: immergendosi nell’acqua, il penitente riconosceva di avere peccato, implorava da Dio la purificazione dalle proprie colpe ed era inviato a cambiare i comportamenti sbagliati quasi morendo nell’acqua e risorgendo ad una nuova vita. ...
La risposta ai terroristi autori dell’attentato di Capodanno alla comunità copta in Egitto è “il perdono”, ma occorre dire una volta per tutte “basta all’odio e al terrorismo, basta con il sangue”. Nel giorno della manifestazione di solidarietà in piazza della Repubblica, a Roma, a sostegno dei cristiani in Egitto, in seguito agli attentati di dieci giorni fa, monsignor Barnaba El Soryany, vescovo copto-ortodosso della comunità di Torino e Roma, lancia un appello: “Libertà religiosa per ciascuna confessione”.
Non desidero polemizzare con Vittorio Messori, nutrendo per lui amicizia e stima. Purtroppo però a volte nella polemica si è trascinati nostro malgrado, per un dovere di testimonianza alla verità: così anni fa insorsi per i giudizi (che ritenni non generosi) espressi da Messori su Giovanni Paolo II, subito dopo la sua morte.
E oggi mi sento costretto a farlo per il dovere di verità che abbiamo verso i martiri cristiani che sono stati massacrati anche in questi giorni.
“Amor mi mosse che mi fa parlare”: l’articolo di Vittorio uscito ieri sul Corriere della sera davvero fa un pessimo servizio ai cristiani. Ma soprattutto fa un pessimo servizio alla verità storica.