MaM
Messaggio del 2 gennaio 2016:Cari figli, come Madre sono felice di essere in mezzo a voi, perché desidero parlarvi nuovamente delle parole di mio Figlio e del suo amore. Spero che mi accoglierete col cuore, perché le parole di mio Figlio ed il suo amore sono l’unica luce e speranza nella tenebra del momento attuale. Questa è l’unica verità e voi, che la accoglierete e la vivrete, avrete cuori puri e umili. Mio Figlio ama i puri e gli umili. I cuori puri ed umili ridanno vita alle parole di mio Figlio: le vivono, le diffondono e fanno in modo che tutti le odano. Le parole di mio Figlio ridanno la vita a coloro che le ascoltano, le parole di mio Figlio riportano l’amore e la speranza. Perciò, miei cari apostoli, figli miei, vivete le parole di mio Figlio. Amatevi come lui vi ha amato. Amatevi nel suo nome e in memoria di lui. La Chiesa progredisce e cresce grazie a coloro che ascoltano le parole di mio Figlio, grazie a coloro che amano, grazie a coloro che patiscono e soffrono in silenzio e nella speranza della redenzione definitiva. Perciò, miei cari figli, le parole di mio Figlio ed il suo amore siano il primo e l’ultimo pensiero della vostra giornata. Vi ringrazio!

Notizie dai giornali cattolici



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Il dettaglio che ha colpito da subito la fantasia dei giornalisti sono stati i sandali. Gianluigi De Palo, il nuovo assessore alla Famiglia del Comune di Roma, li indossa per un voto fatto anni fa di ritorno dalla Terra Santa. Ma per lui – trentaquattrenne, presidente delle Acli nella provincia di Roma e del Forum delle Famiglie del Lazio – l’ingresso in giunta non è solo una questione di immagine. Al Sussidiario parla della politica come servizio, «al di là delle appartenenze» di partito. «Oggi per decidere di fare figli bisogna essere matti – ironizza – ma il desiderio di famiglia che abbiamo nel cuore è ancora grande». La lista delle priorità di De Palo allora parte dal quoziente familiare e dall’attuazione concreta del principio di sussidiarietà.
Scaricate il bellissimo commento al Vangelo di domenica prossima, 4° domenica del tempo ordinario. Cliccate sul link qui sopra e scaricate il piccolo file mp3 con il commento audio.
Una Giornata europea dei martiri cristiani per ricordare i tanti cristiani del nostro tempo uccisi in odio alla fede e alla Chiesa. L’ha proposta il sociologo italiano Massimo Introvigne, Rappresentante dell’OSCE (Organizzazione per la Sicurezza e la Cooperazione in Europa) per la lotta all’intolleranza e alla discriminazione contro i cristiani, nel corso della sua audizione del 25 gennaio al Consiglio d’Europa di Strasburgo sul tema “Persecuzione dei cristiani orientali, quale risposta dall'Europa?”. All’audizione, promossa dal Centro Europeo per il Diritto e la Giustizia (ECLJ), hanno partecipato, oltre a Introvigne, mons. Antoine Audo, Vescovo cattolico di rito caldeo di Aleppo (Siria), e padre Emanuel Youkhanna, amministratore apostolico della Chiesa Assira d'Oriente.
Chi ha paura di Aleksandr Solženicyn? La recente uscita della monumentale biografia Solženicyn di Ljudmila Saraskina (San Paolo, pp. 1441, € 84) rappresenta un’occasione per tornare a leggere il grande autore russo, Premio Nobel per la letteratura nel 1970, imprigionato nei campi di lavoro e successivamente esiliato dall’Unione Sovietica. Strano destino, il suo: si dice che dopo aver letto il suo primo romanzo - Una giornata di Ivan Denisovič - la poetessa Anna Achmatova abbia detto: «Questo romanzo deve essere letto e imparato a memoria da ciascuno dei duecento milioni di cittadini dell’Unione Sovietica». Nikita Chruščëv in persona volle conoscere colui che aveva raccontato con tanta verità quello che accadeva nei campi di lavoro. Ma il favore sarebbe durato poco... ben presto il suo «umanesimo di compensazione» nonché l’«inutile senso di pietà» furono considerati ostacoli - così secondo la Pravda - contrari alla «battaglia per una moralità socialista».
Oggi, martedì 25 gennaio, la Camera alta del parlamento francese è chiamata ad esaminare una proposta di legge a favore dell'autorizzazione dell'eutanasia. Il disegno di legge in questione è stato approvato martedì scorso, 18 gennaio, dalla commissione per gli Affari sociali del Senato con 25 voti favorevoli, 19 contrari e 2 astenuti. Il progetto sottoposto all'esame del “Palais du Luxembourg”, intitolato “Proposta di legge relativa all'assistenza medicalizzata per morire”, è una sintesi “bipartisan” di tre disegni di legge depositati da altrettanti senatori della maggioranza e dell'opposizione, rispettivamente Alain Fouché (UMP o Unione per un Movimento Popolare), Jean-Pierre Godefroy (Partito Socialista) e Guy Fischer (Partito Comunista).
La diffusione della Buona Novella evangelica è il servizio più importante della Chiesa al mondo, sottolinea Papa Benedetto XVI nel Messaggio che ha scritto per la Giornata Missionaria Mondiale, che quest'anno si celebrerà domenica 23 ottobre. Il Pontefice inizia il testo, sul tema “Come il Padre ha mandato me, anch'io mando voi”, ricordando che in occasione del Giubileo del 2000 Papa Giovanni Paolo II “ha ribadito con forza la necessità di rinnovare l’impegno di portare a tutti l’annuncio del Vangelo 'con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora'” (Lettera Apostolica Novo millennio ineunte, 58).
È morto ieri mattina per complicazioni legate all’ipertensione e al diabete di cui soffriva e che il 12 gennaio scorso avevano portato al suo ricovero in un ospedale di Città del Messico, mons. Samuel Riuz Garcia, vescovo emerito di San Cristóbal de las Casas, in Chiapas. Premiato nel 2002 dalla giuria del Premio internazionale per i diritti umani, istituito nel 1978 dall'Unesco, e candidato nel 1994 al premio Nobel per la Pace per il ruolo di mediazione svolto tra il governo messicano e l’insurrezione zapatista dell’Ezln (Esercito zapatista di liberazione nazionale), monsignor Ruiz è stato più volte definito il vescovo “degli indios e dei poveri”.
Nel messaggio per la Giornata missionaria mondiale Benedetto XVI sottolinea l’attualità dell’“andate e annunciate” di Gesù, in un mondo nel quale molti ancora non conoscono il Vangelo mentre globalizzazione e relativismo fanno crescere il numero di coloro che vivono come se Dio non esistesse. Chi si dedica all’evangelizzazione si preoccupa anche del miglioramento delle condizioni di vita delle persone.
«Come il Padre ha mandato me, anch’io mando voi» (Gv 20,21). In occasione del Giubileo del 2000, il Venerabile Giovanni Paolo II, all’inizio di un nuovo millennio dell’era cristiana, ha ribadito con forza la necessità di rinnovare l’impegno di portare a tutti l’annuncio del Vangelo «con lo stesso slancio dei cristiani della prima ora» (Lett. ap. Novo millennio ineunte, 58). È il servizio più prezioso che la Chiesa può rendere all’umanità e ad ogni singola persona alla ricerca delle ragioni profonde per vivere in pienezza la propria esistenza. Perciò quello stesso invito risuona ogni anno nella celebrazione della Giornata Missionaria Mondiale. L’incessante annuncio del Vangelo, infatti, vivifica anche la Chiesa, il suo fervore, il suo spirito apostolico, rinnova i suoi metodi pastorali perché siano sempre più appropriati alle nuove situazioni - anche quelle che richiedono una nuova evangelizzazione - e animati dallo slancio missionario: «La missione rinnova la Chiesa, rinvigorisce la fede e l’identità cristiana, dà nuovo entusiasmo e nuove motivazioni. La fede si rafforza donandola! La nuova evangelizzazione dei popoli cristiani troverà ispirazione e sostegno nell’impegno per la missione universale» (GIOVANNI PAOLO II, Enc. Redemptoris missio, 2).
La rottura del dialogo col Vaticano preoccupa la Chiesa egiziana. Per giorni, il patriarca Naguib, vescovi e portavoce delle comunità cattoliche hanno presentato al governo egiziano e all’imam di Al Azhar la traduzione araba del discorso del papa che ha portato all’apparente rottura. Accuse ad al Jazeera, che avrebbe intenzionalmente travisato il messaggio papale. Per oriente e occidente la lotta al terrorismo e al laicismo avviene affermando una reale libertà religiosa.
Una piccola e interessantissima mostra allestita alla Biblioteca di via Senato fino al prossimo 27 marzo e collegata a quella più ampia di Palazzo Reale sull’arte islamica, mette a tema i rapporti tra Dante e l’Islam. L’intento è quello di documentare come la cultura islamica fosse diffusa in tutta l’Europa medievale e come ciò sia testimoniato nella Divina Commedia. La civiltà europea si è formata certamente dall’incontro del cristianesimo con la tradizione greca e romana, ma è stata anche permeata dalle correnti di pensiero ebraico e arabo.
«Il senso religioso di don Giussani è importante per chi vive in Egitto perché ci ha insegnato un metodo più utile anche del dialogo. L’idea per esempio di parlare di Dio a partire dai capolavori della poesia, dalla musica, della narrativa, mi ha colpito fin da subito. E ogni volta che qui al Cairo applico il metodo di don Giussani, ho la conferma pratica del fatto che è quello giusto». Ad affermarlo è Wael Farouq, musulmano, professore di Lingua araba all'American University del Cairo. Farouq ha letto per la prima volta Il senso religioso in inglese dieci anni fa, e lo ha quindi presentato quando nel 2007 è stato tradotto in arabo. Un’osservazione tutt’altro che scontata, quella di Farouq, se si pensa che per esempio nessuno nel mondo islamico finora ha mai osato applicare la critica letteraria al Corano.
La recente intervista del Sussidiario al ministro turco degli Affari Europei, Egemen Bagis, certamente riflette l’impegno del governo turco sulla questione dei rapporti interreligiosi nel paese e deve essere motivo di speranza per i cristiani e le altre minoranze religiose. Occorre però illustrare qual è la storia e la realtà turca per capire il contesto in cui i cristiani hanno vissuto e vivono tuttora. Il ministro afferma che la Turchia può vantare una lunga tradizione di tolleranza religiosa tale per cui ad esempio, l'Impero Ottomano permetteva al suo popolo di godere di un'atmosfera più tollerante rispetto alla sua controparte europea. Nonostante questo sia un pensiero diffuso, in realtà, a parte una certa tolleranza dettata da interessi economici, durante i nove secoli e mezzo di convivenza con i cristiani la situazione è stata ben diversa. In questo contesto i cristiani erano chiamati “giavur”, infedeli, ed erano soggetti alla legge islamica con lo status di “dhimmi”.
“E' tempo di dare al Paese una decisa e comune inversione di rotta sul piano sociale, morale e spirituale”. E' quanto ha detto il presidente nazionale del Rinnovamento nello Spirito Santo (RnS), Salvatore Martinez, nel fare eco alla prolusione del Cardinale Angelo Bagnasco per l’apertura dei lavori del Consiglio Permanente ad Ancona. “La corsa verso una società neutra, sostenuta da un libero arbitrio individualista e competitivo, ha alterato in modo sensibile la coscienza del nostro popolo”, ha continuato il presidente del RnS, un Movimento ecclesiale che in Italia conta più di 200 mila aderenti, raggruppati in oltre 1.900 gruppi e comunità.
In alcune zone del mondo le persecuzioni anticristiane stanno assumendo sempre più le sembianze di una vera e propria “pulizia etnica o religiosa”. Lo ha detto questo lunedì il Cardinale Angelo Bagnasco nell'inaugurare la sessione invernale del Consiglio episcopale permanente che rimarrà riunito ad Ancona fino al 27 gennaio prossimo. Nella prolusione il Presidente della Conferenza episcopale italiana (Cei) ha richiamato da subito la strage avvenuta davanti la Chiesa dei Santi (Al-Qiddissine), ad Alessandria d’Egitto, il primo gennaio del 2011, e che ha causato la morte di ventitré cristiani copti e il ferimento di altri novanta.
Un invito a guardare con fiducia alla rete di Internet e alla comunicazione nell’era digitale: è quello che proviene dal Santo Padre Benedetto XVI attraverso il messaggio per la 45ma Giornata mondiale delle comunicazioni sociali (che verrà celebrata il prossimo 5 giugno) sul tema “Verità, annuncio e autenticità nell’era digitale”. Lo ha sottolineato mons. Claudio Celli, presidente del Pontificio Consiglio delle comunicazioni sociali, nella conferenza stampa di presentazione del messaggio tenutasi lunedì a Roma presso la Sala stampa della Santa Sede. “Il Papa – ha affermato Celli – evidenzia un atteggiamento di ‘stupore’ di fronte alle straordinarie potenzialità della rete Internet che, se usata con saggezza, può contribuire a soddisfare il desiderio di senso, verità e di unità che rimane l’aspirazione più profonda dell’essere umano”.