Il presidente della Cei apre l’assemblea dei vescovi italiani chiedendo che le istituzioni internazionali si facciano carico dell’esistenza nei singoli stati di un minimo di libertà per tutte le fedi. Europa e cristianofobia: “Un male sottile sta affliggendo l’Europa, provocando una lenta, sotterranea emarginazione del cristianesimo, con discriminazioni talora evidenti”.
Le nuove tecnologie mettono a disposizione degli utenti un intero mondo di possibilità, ma il loro uso richiede maturità e consapevolezza e non deve portare a sostituire “il contatto umano diretto” con i rapporti virtuali.
Papa Benedetto XVI lo afferma nel Messaggio che ha diffuso questo lunedì, festa di San Francesco di Sales, per la XLV Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, che si celebrerà domenica 5 giugno.
Nel testo, sul tema “Verità, annuncio e autenticità di vita nell'era digitale”, il Pontefice definisce il diffondersi della comunicazione attraverso Internet “un fenomeno caratteristico del nostro tempo”, e osserva che le nuove tecnologie “non stanno cambiando solo il modo di comunicare, ma la comunicazione in se stessa”.
Attenzione ai social network, sono sempre più gettonati dai pedofili. E' questo il grido di allarme lanciato questo lunedì da don Fortunato Di Noto, il sacerdote fondatore dell’Associazione Meter (www.associazionemeter.org), che dal 1989 lotta per promuovere i diritti e la tutela dell'infanzia, ma anche per prevenire e aiutare le vittime degli abusi sessuali.
Nel giorno in cui è stato reso noto il messaggio di Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali 2011 dedicato al fenomeno della Rete e alle sue opportunità, il sacerdote siciliano è tornato a puntare il dito sull’emergenza pedofilia nel mondo digitale.
Alla vigilia della manifestazione “Asia Bibi: libertà, giustizia, diritti umani”, che si terrà a Roma mercoledì prossimo, Peter Jacob, segretario esecutivo della Commissione “Giustizia e Pace” della Conferenza episcopale pakistana, esprime soddisfazione e gratitudine per “l’impegno dell’Italia per la salvezza di Asia Bibi e per l’abolizione della legge sulla blasfemia”. “Quello della società civile italiana – dice Jacob all’agenzia Fides – è un esempio unico di un Paese che si mostra vicino ai problemi del popolo pakistano. Già gli interventi del Santo Padre Benedetto XVI, del Ministro degli Esteri italiano e la recente risoluzione del Parlamento Europeo, hanno aiutato a calamitare l’attenzione internazionale sul caso di Asia Bibi”.
I vescovi indiani accettano e accolgono con rispetto la decisione della Corte Suprema di commutare in ergastolo la condanna a morte comminata a Dara Singh, l’uomo colpevole di aver arso vivo il missionario australiano Graham Steines e i suoi due figli in Orissa, nel 1999. In un comunicato inviato all’agenzia Fides, la Conferenza episcopale afferma: “La Chiesa ha sempre tenuto una posizione chiara sulla pena di morte, in quanto crede fermamente nella possibilità del pentimento e del cambiamento di vita. Anche nel caso di Dara Singh, la Chiesa vuole dare l’’opportunità di cambiare la sua vita, anche se ha commesso un crimine odioso. La Chiesa pensa a custodire e promuovere la vita, piuttosto che a toglierla, e per questo dà molta attenzione ai valori del perdono e della riconciliazione”.
San Francesco di Sales è il patrono dei giornalisti, perché per primo usò un sistema di comunicazione basato su fogli che faceva scivolare sotto gli usci delle case e che affiggeva sui muri di Ginevra, con lo scopo di diffondere maggiormente la fede. E’ anche considerato il padre della spiritualità moderna, basata non tanto sul rigore della vita ascetica, quanto sulla mitezza nella condizione di vita di tutti. Con la sua personalità e la sua dottrina ha influenzato le maggiori figure non solo del "grand siècle" francese, ma anche di tutto il Seicento europeo, percorso dalle lotte tra cattolici e protestanti.
Il Messaggio del Papa per la 45.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali è stato presentato stamani alla Sala Stampa Vaticana. Assieme al direttore, padre Federico Lombardi, sono intervenuti tra gli altri l’arcivescovo Claudio Maria Celli e mons. Paul Tighe, rispettivamente presidente e segretario del Pontificio Consiglio delle Comunicazioni Sociali.
All'angolo tra Via dei Cerchi e Via di S. Teodoro, preceduta da un ampio piazzale, si trova la Basilica di Santa Anastasia, una delle 25 chiese titolari originarie di Roma. Il suo “Titulus” risale al IV sec. e la sua particolarità è quella di essere la prima chiesa eretta nel cuore dell'antica Urbe. Si trova, infatti, alle pendici occidentali del Palatino, sotto il palazzo dell'Imperatore Augusto, tra l'Ara Massima di Ercole, il Circo Massimo e il Foro.
La Basilica venne eretta sui ruderi di un colossale edificio risalente al primo secolo dell'Impero, che diversi studiosi hanno identificato con il vestibolo del Lupercale (la grotta dove si riteneva che Romolo e Remo fossero stati allattati dalla lupa).
I cristiani sono chiamati ad entrare nel web con fiducia e creatività, perché la cosiddetta “rete” è parte integrante della vita umana: è quanto afferma il Papa nel Messaggio per la 45.ma Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali, intitolato “Verità, annuncio e autenticità di vita nell’era digitale”. La Giornata verrà celebrata il 5 giugno prossimo nella Solennità dell’Ascensione. Come di consueto il Messaggio è stato presentato nella memoria di San Francesco di Sales, patrono della stampa cattolica. Il servizio di Sergio Centofanti.
Nel messaggio per la Giornata delle comunicazioni sociali, Benedetto VI sottolinea la trasformazione anche culturale che la comunicazione via internet sta producendo. Anch’essa deve mirare al bene integrale della persona. La verità va presentata nella sua integrità, piuttosto che cercare di renderla accettabile, magari “annacquandola”.
A quattro anni dalla partenza per le sue «grandi vacanze» (22 gennaio 2007), il ricordo dell’Abbé Pierre è ancora molto vivo. In Italia e nel mondo. Certo, la presenza più solida e più viva sono le sue 340 comunità e gruppi sparsi in Africa, Americhe, Asia ed Europa (14 in Italia) che cercano di vivere e testimoniare il messaggio dell’Abbé Pierre, oltre al limite della «logica», «perché non bisogna essere perfetti per cominciare qualcosa di buono». Da un capo all’altro della terra, Emmaus era per lui la prova che l’Amore portato a Dio passa attraverso l’amore agli Uomini, indissociabilmente. Senza «se» e senza «ma».
Il mondo della comunicazione, tanto caro all’Abbé Pierre e mai trascurato quand’era in vita, non dimentica questo «gigante» dell’immagine. Infatti, è stato presentato a fine dicembre 2010 e uscirà nelle sale cinematografiche in Francia nel marzo prossimo, un film girato a Marsiglia (ove da tempo ci sono due Comunità Emmaus). Il documentario è scritto ed interpretato da un gruppo di senzatetto: clochards trasformati in registi, attori e sceneggiatori. Una vera fiction di denuncia realizzata con la Fondazione Abbé Pierre e l’associazione Time Code.
Sono un prete. Un prete della Chiesa cattolica. Uno dei tanti preti italiani. Seguo con interesse e ansia le vicende del mio Paese. Non avendo la bacchetta magica per risolvere i problemi che affliggono l’Italia, faccio il mio dovere perché ci sia in giro qualche lacrima in meno e qualche sorriso in più.
Sono un uomo che come tanti lotta, soffre, spera. Che si sforza ogni giorno di essere più uomo e meno bestia. Sono un uomo che rispetta tutti e chiede di essere rispettato. Che non offende e gradirebbe di non essere offeso, infangato. Da nessuno. Inutilmente. Pubblicamente. Vigliaccamente.
Sono un prete che lavora e riesce a dare gioia, pane, speranza a tanta gente bistrattata, ignorata, tenuta ai margini. Un prete che ama la sua Chiesa e il Papa. Un prete che non vuole privilegi e non pretende di far cristiano chi non lo desidera, che mai si è tirato indietro per dare una mano a chi non crede.
Un prete che, prima della Messa della sera, brucia incenso in chiesa per eliminare il fetore sprigionato dalle tonnellate di immondizie accumulate negli anni ai margini della parrocchia in un cosiddetto cdr e che vanno aumentando in questi giorni.
Sono un prete che si arrabbia per le inefficienze dello Stato ai danni dei più deboli e indifesi. Che organizza doposcuola per bambini che la scuola non riesce ad interessare e paga le bollette di luce e gas perché le case dei poveri non si trasformino in tuguri.Sono un prete, non sono un pedofilo
Dal 2 al 9 febbraio presso la Sala espositiva del Rettorato dell'Università di Ancona (Piazza Roma 22) sarà aperta la Mostra fotografica "Medjugorje. L'ultima terra santa".
Si tratta di un reportage del fotografo Samuele Travaglini di Potenza Picena, realizzato nel corso di un viaggio nella cittadina bosniaca meta di un intenso pellegrinaggio.
La mostra, organizzata dal Circolo fotografico Archivivi di Ancona in collaborazione con il Fotoclub di Potenza Picena, sarà inaugurata SABATO 5 FEBBRAIO ALLE ORE 18:00 mentre sarà visitabile dal 2 al 9 febbraio con orario 17:00 / 19:30.
Rientrato da pochi giorni da Medjugorje, la sua seconda casa, dove sta costruendo un orfanotrofi o che diventerà un centro dedicato agli orfani di guerra, Paolo Brosio, giornalista e uomo di spettacolo, continua a raccontare la sua storia di conversione: ‘Grazie a Medjugorje ho ritrovato la fede e mi sono convertito, oggi sono un’altra persona, mi sento vivo’. ‘Ero insoddisfatto del mio stile di vita, non piacevo a Cristo, né a me stesso’. Due situazioni personali gravi ne avevano minato fede e certezze: ‘Ho passato anni diffi cili. Prima la scomparsa di mio padre, al quale ero molto legato, poi la separazione da mia moglie Gretel, molto dolorosa’.