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Messaggio del 31 luglio 1983:Voi siete pieni di entusiasmo e vorreste fare grandi cose per l’umanità: ma, vi dico, cominciate dalla vostra famiglia!

Notizie dai giornali cattolici



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Una vita sempre alla ricerca del senso. Affascinato dalle idee di liberazione dell’ideologia comunista ne ha seguito le strade fino a diventare deputato e dirigente. Deluso ha praticato il nichilismo, l’evoluzionismo ed il relativismo finchè non ha ritrovato Gesù in un incontro passionale e commovente. Si tratta in sintesi della vicenda umana di Pietro Barcellona, docente di Filosofia del Diritto presso la Facoltà di Giurisprudenza dell'Università di Catania. Già membro del Consiglio Superiore della Magistratura e in seguito deputato e membro della Commissione giustizia della Camera, autore di innumerevoli pubblicazioni. Per raccontare la sua storia e soprattutto per comunicare le ragioni di questo innamoramento, il prof. Pietro Barcellona ha pubblicato il libro “Incontro con Gesù” (edizioni Marietti).
La controversa legge sulla blasfemia in vigore in Pakistan “deve essere emendata” per evitare il massacro della minoranza cristiana nel Paese. E’ quanto chiarisce , in un’intervista riportata dal quotidiano Avvenire, il Ministro delle Minoranze pachistano, Shahbaz Bhatti, in riferimento all’appello lanciato lunedì da Benedetto XVI parlando in Vaticano al Corpo diplomatico accreditato presso la Santa Sede, che ha chiesto l’abrogazione della legge.
Asia Bibi è stanca e preoccupata. E’ giù di morale, è provata psicologicamente. Piange spesso e vorrebbe rivedere i suoi figli. Si sente costantemente in pericolo. Chiede e si affida all’aiuto di Dio. E’ quanto l’agenzia Fides apprende da fonti vicine alla famiglia della donna, condannata a morte per blasfemia e rinchiusa nel carcere di Sheikhupura. Ieri il marito Ashiq Bibi ha potuto incontrarla in prigione e ha riferito “lo stato di prostrazione psicologica e di disperazione” in cui versa Asia. Dopo l’uccisione del governatore del Punjab, Salman Taseer, e dopo le minacce di gruppi terroristi, in carcere le misure di sicurezza sono state rafforzate: le visite alla donna sono consentite solo al marito.
Adesso spetta a Benedetto XVI. Le ultime notizie sulla causa di beatificazione dello scomparso Giovanni Paolo II dicono che sono giunti i pareri favorevoli delle commissioni medica e teologica. A questo punto mancherebbe solo la firma di Benedetto XVI per ufficializzare il tutto.
Il Papa, nel suo discorso al Corpo Diplomatico accreditato presso la Santa Sede, ha sollevato la questione, relativa ad alcuni Paesi, dei corsi di educazione sessuale o civile «che trasmettono concezioni della persona e della vita presunte neutre, ma che in realtà riflettono un'antropologia contraria alla fede e alla retta ragione». Per il quotidiano La Repubblica, Ratzinger ha detto: «l'educazione sessuale è contro la fede», da cui lo spunto per dar spazio, in un articolo intitolato “La mala educazione sessuale. A scuola resta ancora un tabù”alle proprie tesi avvalorate da alcuni dati e alcune testimonianze.
All’udienza generale, Benedetto XVI illustra la figura di santa Caterina da Genova, della quale si ricorda in particolare il Trattato sul Purgatorio. La sua vita esempio specialmente per le donne “che danno un contributo fondamentale alla società e alla Chiesa con la loro preziosa opera, arricchita dalla loro sensibilità e dall’attenzione verso i più poveri e i più bisognosi”.
Nel totonomi della giunta Alemanno, attesa nelle prossime 24 ore, si inserisce anche quello di Gianluigi De Paolo, presidente delle Acli di Roma. L’intenzione sarebbe quella di inserire un “big” nella nuova squadra del sindaco capitolino. Un nome che dia smalto al rilancio dell’azione dell’amministrazione comunale e contribuisca a catalizzare l’attenzione mediatica. De Paolo, oltre a presiedere le associazioni dei lavoratori cattolici della capitale, è anche presidente del Forum delle famiglie del Lazio, tra i principali promotori di una proposta di legge sostenuta dall’Udc che tanto assomiglia al quoziente familiare. Una mano tesa all’Udc, dunque, che finora si è rifiutato di entrare in giunta.
Mons. Fouad Twal è preoccupato per gli attacchi contro chiese e fedeli cristiani da parte dei radicali islamici, e per l’ebraicizzazione crescente della città, che vuole “escludere le altre fedi”. Vandalizzato lo storico cimitero musulmano di Mamilla, a Gerusalemme ovest.
Il fermo è avvenuto il 4 gennaio, durante una preghiera – autorizzata dalle autorità – per celebrare la nascita di Gesù. Ad oggi tre leader cristiani sono in galera con l’accusa di aver “organizzato un incontro segreto”. Famiglie costrette a firmare documenti di “rinuncia alla fede”.
Il Papa, oggi, durante l’udienza generale in Vaticano, ha parlato di Santa Caterina da Genova, nota soprattutto per la sua visione sul purgatorio. “Caterina – ha ricordato Benedetto XVI - nacque a Genova, nel 1447; ultima di cinque figli, rimase orfana del padre, Giacomo Fieschi, quando era in tenera età. La madre, Francesca di Negro, impartì una valida educazione cristiana, tanto che la maggiore delle due figlie divenne religiosa. A sedici anni, Caterina venne data in moglie a Giuliano Adorno, un uomo che, dopo varie esperienze commerciali e militari in Medio Oriente, era rientrato a Genova per sposarsi. La vita matrimoniale non fu facile, anche per il carattere del marito, dedito al gioco d’azzardo. Caterina stessa fu indotta inizialmente a condurre un tipo di vita mondana, nella quale, però, non riuscì a trovare serenità. Dopo dieci anni, nel suo cuore c’era un senso profondo di vuoto e di amarezza. La conversione iniziò il 20 marzo 1473, grazie ad una singolare esperienza. Recatasi alla chiesa di san Benedetto e nel monastero di Nostra Signora delle Grazie, per confessarsi, e inginocchiatasi davanti al sacerdote, “ricevette - come ella stessa scrive - una ferita al cuore, d’un immenso amor de Dio”, con una visione così chiara delle sue miserie e dei suoi difetti e, allo stesso tempo, della bontà di Dio, che quasi ne svenne”.
All’annuale edizione di Pitti Immagine Uomo, aperta ieri a Firenze, tale Alessandro Cantarelli (“chi era costui?”), presidente di un’azienda omonima di moda, ha trasformato il suo stand in una cappella, con panche, altare, chierichetti e un quadro raffigurante Cristo in croce. Sì, ma vestito alla moda, e un po’ sciamannato, senza corona di spine e segni di percosse e colpi di lancia, naturalmente: camicia sbottonata, fazzoletto nel taschino.
Carissimi, è passato un anno. È incredibile a pensarci: un anno dal terremoto, un anno dal giorno che ha cambiato per sempre la nostra vita, il nostro Paese, le nostre giornate, il cuore di ciascuno di noi. A guardarsi indietro, si ha il solito doppio effetto: da una parte sembra ieri che ci svegliavamo in un incubo mai visto prima, dall'altra sembra passato un secolo, tanto ci sentiamo emotivamente cambiati da allora. Eppure è davvero un anno, a pensarci bene: sono stati per ciascuno di noi i 12 mesi più difficili della nostra vita e anche quelli che ci hanno cambiati di più, che hanno lasciato un segno indelebile in ciascuno di noi. Oggi le ferite del 12 gennaio 2010 non sono ancora rimarginate. Forse sanguinano meno, ma certo non sono guarite. In tanti ci dicono che ci vorrà del tempo, e noi ci sforziamo di crederci: che il tempo pian piano le guarirà, ma per ora ci sentiamo ancora con il cuore ferito.
Per farsi un’idea di che cosa siano le “inaccettabili ingerenze” a motivo delle quali l’Egitto ha richiamato in patria per consultazioni il proprio ambasciatore presso la Santa Sede vale la pena di andare a leggere il passaggio “incriminato” del discorso del Papa al Corpo Diplomatico (peraltro accessibile a chiunque nella sua interezza collegandosi al sito internet della Santa Sede medesima). Come nel messaggio per la Giornata Mondiale della Pace 2011, così anche in questo discorso Benedetto XVI ha messo a tema la questione della libertà religiosa.
Richiamato l’ambasciatore egiziano presso la Santa Sede. L’appello del Papa a proteggere i cristiani giudicato “ingerenza inaccettabile”. Un agente spara su un gruppo di cristiani a Salamut gridando “Allahu Akbar”.