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Messaggio del 2 agosto 2017:Cari figli, per volontà del Padre Celeste, come Madre di Colui che vi ama, sono qui con voi per aiutarvi a conoscerlo, a seguirlo. Mio Figlio vi ha lasciato le impronte dei suoi passi, perché vi fosse più facile seguirlo. Non temete, non siate insicuri. Io sono con voi! Non fatevi scoraggiare, perché sono necessari molta preghiera e sacrificio per quelli che non pregano, non amano e non conoscono mio Figlio. Aiutateli vedendo in loro dei vostri fratelli. Apostoli del mio amore, prestate ascolto alla mia voce in voi, sentite il mio materno amore. Perciò pregate: pregate operando, pregate donando. Pregate con amore, pregate con le opere e con i pensieri, nel nome di mio Figlio. Quanto più amore darete, tanto più ne riceverete. L’amore scaturito dall’Amore illumina il mondo. La redenzione è amore, e l’amore non ha fine. Quando mio Figlio verrà di nuovo sulla terra, cercherà l’amore nei vostri cuori. Figli miei, lui ha fatto per voi molte opere d’amore. Io vi insegno a vederle, a comprenderle e a rendergli grazie amandolo e perdonando sempre di nuovo il prossimo. Perché amare mio Figlio vuol dire perdonare. Non si ama mio Figlio, se non si riesce a perdonare il prossimo, se non si riesce a cercare di capire il prossimo, se lo si giudica. Figli miei, a cosa vi serve la preghiera, se non amate e non perdonate? Vi ringrazio!

Notizie dai giornali cattolici



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La liturgia odierna ci presenta nel Vangelo la parabola del banchetto nuziale che il Papa ha più volte commentato. Dio, ogni giorno, ci invita ad entrare nel suo amore, l’unica cosa necessaria. Benedetto XVI, nelle sue catechesi, ci esorta a coltivare, giorno dopo giorno, l’unione col Signore.
Suor Amile Jose ha 48 anni ed è Missionaria della Carità dal 1983. Visita le famiglie che soffrono e fa catechismo ai bambini. Di Madre Teresa l’hanno sempre colpita gli occhi e il fatto che la Beata non si lamentasse e non accusasse mai nessuno.
L’Onu teme una “seconda ondata di morti” a causa delle malattie: tifo, epatite, colera, malaria. Mancano cibo e acqua. Solo un milione di sfollati – su 8 – ha ricevuto finora gli aiuti. La comunità internazionale poco generosa. Occorrono anni per ricostruire il Paese. L’agricoltura – il 20% del Pil – è azzerata. Crescono i prezzi dei generi alimentari e vi sono segni di rivolta, tutti favorevoli ai partiti islamici di opposizione.
Mentre il montacarichi - una specie di barca metallica rettangolare da cui sporge l’intero busto degli occupanti - sale sferragliando verso l’interno della cupola nella cattedrale di Noto, cittadina barocca in provincia di Siracusa protetta dall’Unesco come patrimonio dell’umanità, una forza antica invade gli occhi. Le panche dei fedeli, giù, diventano sempre più piccole. Al contrario delle figure dei quattro evangelisti, affrescate da poco nei pennacchi, che avvicinandosi svelano l’imponenza dei loro sei metri e mezzo di muscoli michelangioleschi. Ci passiamo accanto, fino quasi a sfiorare il giallo arancio del manto di Giovanni. Superato il tamburo, e lasciato il montacarichi, ci si inerpica su piccole scale che conducono alla cupola, metà della quale è già occupata da sette dei dodici apostoli. Oltre ai restanti, manca ancora la Madonna. Entro l’anno la Pentecoste sarà terminata.