Nel 1967, le moschee e le chiese in Albania sono state chiuse. La pratica religiosa è stata vietata per quasi un quarto di secolo. L’Albania è infatti nota per essere stato il primo Stato ateo.
Oggi, nell’Albania post-comunista è difficile fare una stima del numero dei cattolici presenti in una popolazione di 3,6 milioni di abitanti. Si tratta forse di un 10%, a cui aggiungere un altro 20% di ortodossi.
In questo scenario si colloca la decennale collaborazione in Albania della dottoressa Anna Maria Doro, membro laico della cattolica Comunità di Sant’Egidio.
Nella sua intervista rilasciata al programma televisivo “Where God Weeps”, realizzato da Catholic Radio and Television Network (CRTN) in collaborazione con Aiuto alla Chiesa che soffre, la dottoressa Doro descrive la realtà attuale dell’Albania, come è cambiata e come continua a cambiare.
Imparare a donare ciò che si è ricevuto è l'unico modo per sfuggire alla solitudine e all'ansia di possesso che caratterizzano l'avarizia.
E' questo in breve l'insegnamento al cuore dell'articolo a firma di padre Giovanni Cucci, S.I., docente incaricato di Filosofia e Psicologia presso la Pontificia Università Gregoriana, dal titolo “L'avarizia, il tentativo illusorio di possedere la vita”, apparso sulla rivista “La Civiltà Cattolica” del 3 luglio scorso.
Nel saggio il gesuita mette a nudo gli aspetti essenzialmente spirituali di questo vizio, che porta a caricare il denaro e le cose in genere di “un valore simbolico spropositato” trasformandole così in “un sinonimo di stima, pace, sicurezza, potere”.
Sabato 24 luglio, al Fiuggi Family Festival è stato proiettato il film del regista polacco Rafał Wieczyński: “Popiełuszko. Non si può uccidere la speranza”.
Si tratta della storia del martire ora beato don Jerzy Popiełuszko, un sacerdote magro, esile, debole nel corpo, che con la sua testimonianza di vita cristiana ha messo in crisi e sconfitto la brutale dittatura comunista.
Un sacerdote esemplare, figlio della Polonia cattolica, un combattente difensore dei diritti umani, un testimone delle virtù cristiane di carità, bontà e verità.
Una persona che nel corso della sua vita ha fatto solo del bene, prestando cura e attenzione agli altri, anche a coloro che lo spiavano, lo perseguitavano e che poi lo hanno brutalmente ucciso.
Sempre a fianco delle vittime delle ingiustizie, don Jerzy ha insegnato a vincere il male con il bene, respingendo i sentimenti di odio e alimentando la speranza con fede e verità.
Benedetto XVI ha inviato un messaggio di riconoscimento del ruolo dei nonni nel giorno della loro festa, la memoria dei Santi Gioacchino e Anna, secondo la tradizione nonni di Gesù, celebrata dalla Chiesa questo lunedì.
Un messaggio del Papa è stato letto dopo la celebrazione della Messa presieduta a Jaén dal Vescovo di questa Diocesi, monsignor Ramón del Hoyo López.
Il messaggio e la benedizione del Papa sono stati inviati dall'Arcivescovo Renzo Fratini, Nunzio Apostolico di Benedetto XVI in Spagna, alla celebrazione della giornata dei nonni, organizzata per il 12° anno consecutivo in Spagna dall'Associazione Età d'Oro-Messaggeri della Pace.
La Chiesa celebra oggi la festa dei genitori della Vergine, i Santi Anna e Gioacchino, i nonni di Gesù. Negli anni passati, questa loro straordinaria esperienza di maternità e paternità ha suggerito a Benedetto XVI una serie di riflessioni sulla condizione dei nonni oggi, in un’epoca culturale che tende ad emarginare la terza età, vendendola nell’ottica del declino piuttosto che di una maturità preziosa da spendere per la famiglia e la società.
Leader cattolici e protestanti del Nepal chiedono un maggiore spazio nella sfera politica per poter aiutare il Paese a uscire dalla crisi che lo affligge.
“Nessun leader mostra un vero interesse verso la popolazione”, ha affermato monsignor Anthony Sharma, Vescovo di Kathmandu, come riporta AsiaNews.
“È quindi giunto il momento per i cristiani del Nepal di impegnarsi in modo attivo nella politica, per poter far sentire la nostra voce e le nostre preoccupazioni”, ha aggiunto.
Certamente tutti i nostri lettori, in forme diverse, avranno avuto qualche contatto, magari sporadico e superficiale, con i Testimoni di Geova (TdG). Li vediamo per le strade della nostra città o paesi spesso con una valigetta in mano e nell’altra mano con le loro due riviste "La Torre di Guardia" e "Svegliatevi" che cercano gentilmente di rifilarci dietro libera contribuzione. Periodicamente vengono a bussare alle porte delle nostre abitazioni; la loro insistenza è spesso aggressiva ed invadente, per cui molte persone per non essere disturbate dai TdG, hanno affisso dei cartellini o degli adesivi coi quali chiedono ai Testimoni di non bussare alle loro porte. Esistono adesivi di diverse forme e grandezza, addirittura alcuni tra questi sono persino fosforescenti. Ricordo che una volta a Napoli, anni fa, vidi un cartellino che mi divertì molto e su cui era scritto: "Ai Testimoni di Geova. A voi che predicate la pace lasciateci in pace". ...
Claude Vorilhon alias Raël – nato il 30 ottobre 1946 a Vichy, « ma concepito il 25 dicembre 1945 », come egli lo rivela ne Il Libro che dice la verità – è il fondatore della setta che oggi con i suoi oltre 50.000 aderenti in 55 stati è di gran lunga la più diffusa religione dei dischi volanti: il Movimento Raeliano Internazionale che è riconosciuta come religione nello stato del Quèbec. Egli dice di avere incontrato un extraterrestre a bordo del suo mezzo spaziale a sei riprese nel 1973, nel Puy-de-Dôme. Raël è il messaggero sulla terra degli “Elohim”, extraterrestri creatori del mondo grazie al DNA. La sua missione è di creare e diffondere una religione atea: “voi siete quello che deve riunire gli uomini di tutte le religioni. Il Movimento raeliano deve essere la religione delle religioni. Insisto, è ben una religione, ma una religione atea”.
n relazione a un articolo pubblicato da “Panorama” in cui si racconterebbero le “notti brave dei preti gay” monsignor Luigi Negri, Vescovo di San Marino-Montefeltro, ha lanciato un appello dal titolo “Notti brave: ognuno si prenda le proprie responsabilità”.
Nell’appello, pubblicato sul sito di Cultura Cattolica diretto da don Gabriele Mangiarotti (http://www.culturacattolica.it/default.asp?id=17&id_n=18830), i sacerdoti, gli insegnati di religione e i laici impegnati in attività ecclesiali, criticano gli autori del servizio, come anche l’Editore, nel “pubblicizzare questa sporcizia, questa nefandezza, questo disgustoso spettacolo (a volte pare che cresca il gusto 'macabro' di comunicare il male, con un compiacimento che ha, forse, del patologico)”.
I firmatari affermano: “Noi siamo fieri di quella Chiesa di Giovanni Paolo II e di Benedetto XVI, e siamo stanchi di sopportare chi ‘rema contro’, in un gioco al massacro che distrugge sempre più la speranza negli uomini (e nei giovani, in particolare. Ricordiamo il detto terribile di Gesù a proposito di chi ‘scandalizza uno di questi miei fratelli più piccoli”.
Il 3 e 4 agosto prossimi, decine di migliaia di chierichetti s’incontreranno a Roma per il decimo pellegrinaggio europeo, promosso dal Coetus Internationalis Ministrantium (CIM) che avrà per motto “Bere alla vera fonte”.
L’evento si realizza ogni quattro anni e vede la presenza di giovani provenienti da 12 nazioni europee, 44 mila solo dalla Germania.
Il pellegrinaggio darà l'occasione ai singoli gruppi di organizzare momenti di riflessione, incontro e fraternità con gruppi provenienti da altri Paesi, come pure di visitare la città e i suoi luoghi di fede.
Non c’è menzogna più grande di una verità strumentalizzata. Mi riferisco all’ormai quotidiano dibattito sulla pedofilia nella Chiesa. Sì, è vero, si tratta di un fatto: vi sono sacerdoti e religiosi che si sono macchiati di azioni orribili, a danno di bambini o ragazzi innocenti, violati nel loro pudore, nella loro dignità, nella loro libertà. Però, questo fatto, come tutti, va compreso, inquadrato in un contesto, spiegato, e persino quantificato. Altrimenti non si capisce nulla.