I leader della Chiesa anglicana negli Stati Uniti della Comunione Anglicana Tradizionale hanno risposto all'invito di Benedetto XVI a entrare in piena comunione con la Chiesa cattolica.
La Costituzione Apostolica Anglicanorum coetibus, pubblicata nel novembre scorso, ha offerto ai gruppi di anglicani un modo di entrare nella Chiesa cattolica attraverso l'istituzione di ordinariati personali, un nuovo tipo di struttura canonica.
In questo modo possono conservare alcuni elementi delle loro tradizioni liturgiche e spirituali, essendo allo stesso tempo uniti sotto l'autorità del Papa.
Sostenere i cristiani della Terra Santa con «la preghiera, la partecipazione vigilante e la concretezza della generosità». È l’invito che il cardinale Leonardo Sandri, prefetto della Congregazione per le Chiese Orientali, rivolge attraverso i vescovi ai cristiani di tutto il mondo nella Lettera per la Colletta di Terra Santa 2010, il gesto di solidarietà che ogni anno il Venerdì Santo vede il mondo cattolico mettere al centro il legame di solidarietà che unisce tutti alla Chiesa madre di Gerusalemme.
La Colletta è un gesto che affonda le sue radici in un’esperienza concreta vissuta dalla prima comunità cristiana, al tempo degli apostoli. Come scrive il cardinale Sandri nel testo diffuso ieri dalla Sala stampa vaticana (e che porta la firma anche dell’arcivescovo segretario del medesimo dicastero, Cyril Vasil’), l’attenzione ai bisogni dei cristiani di Terra Santa è «sensibilità che si fa soccorso, come quello inviato ai fratelli della Giudea (At 11,29-30); ricordo, come l’invito di San Paolo nella lettera ai Galati (2,10), e colletta, che risponde a precise indicazioni pratiche (1 Cor 16,1-6) ed è definita grazia di prendere parte al servizio a favore dei santi (2 Cor 8-9 e Rm 15)».
Sua moglie, visitandolo in prigione ha notato segni di tortura. Rischia la pena capitale. A Isfahan è in atto una campagna repressiva contro i protestanti. La lotta al proselitismo è unita ai timori che le comunità ospitino oppositori del regime.
La questione degli abusi sessuali che coinvolgono esponenti del clero cattolico suscita da mesi accese reazioni. Di fronte alle recenti notizie di un aumento dei Paesi implicati in situazioni di questo tipo, il portavoce vaticano ha ribadito l'impegno della Chiesa a far luce su questi crimini orrendi.
Padre Federico Lombardi, S.I., direttore della Sala Stampa della Santa Sede, ha commentato l'argomento in una nota riportata dalla “Radio Vaticana” nella quale ricorda che “la gravissima questione degli abusi sessuali su minori in istituzioni gestite da enti ecclesiastici e da parte di persone con responsabilità nella Chiesa, in particolare sacerdoti, ha investito la Chiesa e la società irlandese”.
Tre presuli e numerosi sacerdoti, suore e laici sono stati arrestati, insieme a centinaia di persone, venerdì 5 marzo vicino Chennai per aver partecipato a una manifestazione in difesa dei diritti degli “intoccabili” cristiani.
I presuli arrestati dalla polizia sono l'Arcivescovo di Madras-Mylapore, monsignor Malayappan Chinnappa, S.D.B., l'Arcivescovo di Madurai, monsignor Peter Fernando, e il Vescovo di Chinglepet, monsignor Anthonisamy Neethinathan, secondo quanto rende noto l'agenzia Ucanews.
Promosso dall’arcivescovo Takami, un “pellegrinaggio della pace” parte dalla prima città distrutta dall’atomica per raggiungere il centro spagnolo, dove si trova un’altra statua della Vergine colpita dalla guerra del 1937. Sulla strada, un’udienza con Benedetto XVI.
La coreana Posco, una multinazionale dell’acciaio, ha ottenuto dal governo il permesso di sfruttare 1.600 ettari di terra. Ma questo prevede la cacciata di migliaia di abitanti. I cattolici si schierano contro il progetto, e incassano il sostegno degli indù.
Centinaia di morti. Ancora una mattanza in Africa, dove gli odi religiosi, politici e tribali questa volta insanguinano la Nigeria. Sarebbe di almeno 500 morti, stando alle fonti della Croce rossa, il bilancio della spietata aggressione condotta domenica notte da gruppi fanatici musulmani contro gli abitanti, in maggioranza cristiani, del villaggio di Dogo Nahawa, a sud di Jos, nella parte centrale del paese. Proprio là dove gli stati musulmani, in cui vige la sharia, toccano quelli meridionali, l’equilibrio fragilissimo della convivenza rischia ogni volta di saltare. Ma non si deve cadere nell’errore di dar la colpa solo alla religione. «La gente è strumentalizzata dalla politica - dice Piero Gheddo, missionario del Pime - che porta alle estreme conseguenze la differenza religiosa».