Il Cardinale Raymond Burke ha sottolineato l'importanza dell'istruzione superiore cattolica e la necessità che gli istituti mantengano la propria identità.
Il Prefetto del Supremo Tribunale della Segnatura Apostolica è intervenuto al Thomas More College of Liberal Arts di Merrimack (Stati Uniti), affermando l'importanza che “la Chiesa ha assegnato all'istruzione superiore cattolica affinché 'la convergenza di fede e ragione nell'unica verità possa essere vista più chiaramente'”.
Il porporato ha osservato che l'università cattolica “fedele alla sua identità aiuterà gli studenti ad essere forti nel rendere conto della loro vocazione di vita, sia essa la vita matrimoniale, la vita nubile/celibe dedicata, la vita consacrata o il sacerdozio ordinato, e, in qualsiasi campo degli sforzi umani si impegnino, a resistere alla dittatura secolarista che vorrebbe escludere ogni tipo di discorso religioso dalle professioni e dalla vita pubblica in generale”.
Il 20 dicembre è morto a 98 anni l'Arcivescovo Giovanni Ferrofino, Nunzio Apostolico in Ecuador e a Haiti, che ha salvato circa 10.000 ebrei durante la Seconda Guerra Mondiale nella sua attività di collaborazione con Papa Pio XII.
Gary Krupp, ebreo fondatore della Pave the Way Foundation (PTWF), ha spiegato in alcune dichiarazioni a ZENIT che monsignor Ferrofino “era forse il più grande testimone oculare vivente degli sforzi di Pio XII a favore degli ebrei intervistato dalla PTWF”.
“Pio XII lo inviò dal Presidente del Portogallo per richiedere visti per gli ebrei che entravano in territorio portoghese”, ha spiegato Krupp. “Poi fu nominato segretario del Nunzio nella Repubblica Dominicana”.
In un'intervista che Ferrofino, nato ad Alessandria il 24 febbraio 1912, ha registrato per la PTWF, spiega quanto fosse frustrato Pio XII quando batté la mano sul tavolo perché gli americani non aiutavano a salvare la vibrante comunità ebraica.
Lo Stato della California ha rigettato l’idea di liberalizzare l’uso della marijuana. C’è chi si rammarica della decisione popolare, facendo notare con stupore che questo è avvenuto nonostante “ricchi manager abbiano mostrato il loro sostegno alla riforma delle leggi sulla cannabis”, come il 6 dicembre i rappresentanti di un’importante fondazione antiproibizionista riportano nel sito della Cnbc, facendo nomi e cognomi dei ricchi supporter.
Uno schieramento di forze potente, degno di ben altra causa. Probabilmente i personaggi pubblici che fanno di tutto, dagli Stati Uniti all’Australia, per la liberalizzazione della marijuana dovrebbero avere a cuore di dimostrarne l’innocuità, dato che la ricerca scientifica sembra essere di tutt’altro avviso. Giusta campagna, quella antiproibizionista, o dobbiamo difenderci da qualcosa di nocivo?
I dati scientifici starebbero a sostenere che sia vera la seconda opzione, che diventa tanto più urgente quanto più i rischi della droga vengono sottovalutati in pubblico da rockstar o vedette che hanno a disposizione le telecamere e gli altoparlanti più suadenti e potenti del mondo. Il tentativo, benché rigettato dal popolo della California, verrà riproposto nel 2012 e già in Colorado, Oregon e Washington sono in programma per il 2011 richieste analoghe che potrebbero sfociare, riporta la Cnbc, in un referendum. Certo, forse negli intenti si vorrebbe così superare la coda di criminalità legata allo spaccio.
La proposta è fatta da vescovi e rappresentanti delle Chiese protestanti. Il possibile rinvio delle manifestazioni non ferma però gli appelli e le proposte per una modifica della legge sulla blasfemia. Cattolici e protestanti si preparano al Natale. Previste messe e processioni nonostante le continue minacce dei partiti islamici.
Sul “Corriere della Sera” (14-XII-2010) Paolo Mieli pubblica un lungo articolo su “Asia, gli altri Rinascimenti”, nel quale, citando il volume di Jack Goody “Rinascimento, uno o tanti?” (Edit. Donzelli), dimostra (o tenta di dimostrare) questa tesi: il Rinascimento europeo che ha prodotto in Europa “la corsa verso capitalismo, industrializzazione e modernità… non fu un unicum nella storia”, poiché ci furono altri Rinascimenti nei paesi asiatici, specie in Cina, India e Giappone, che più recentemente stanno raggiungere gli stessi traguardi del Rinascimento europeo. Anche il mondo islamico ha conosciuto il suo Rinascimento, quando a cavallo fra il primo e il secondo millennio, il sapere islamico era ben superiore a quello dell’Europa cristiana.
Il Cardinale Jaime Ortega Alamino, Arcivescovo dell'Avana (Cuba), ha presentato nel suo messaggio di Natale la risposta alla grande crisi che sta attraversando non solo l'isola, ma tutta l'umanità: riscoprire Cristo.
Secondo il porporato, “davanti ai nostri occhi appaiono due grandi crisi nel nostro mondo: una configurata dalla situazione economica, dalla miseria, dai cambiamenti climatici, che possono coinvolgere la vita animale, vegetale e quella dell'uomo. E' la crisi che potremmo definire materiale”.
“Simultaneamente, c'è una crisi di altro ordine: quella dell'egoismo di uomini o popoli incapaci di prendere le decisioni che possono salvare l'umanità, quella del freno delle spese e del lusso, senza curarsi della miseria di molti”.
Nell’epoca moderna, e soprattutto a partire dagli scrittori «illuministi», abbiamo una serie di tentativi di mettere in discussione l’esistenza del diavolo. Anche alcuni teologi prima protestanti e poi cattolici hanno contribuito alla negazione della sua esistenza, il tutto favorito dalla tesi di R. Bultmann di demitizzare la Bibbia, per cui angeli e demoni sarebbero frutto di una mentalità superstiziosa e prescientifica. Accanto a lui, occorre citare H. Haag con il suo libro Abscied vom Teufel («Dipartita dal diavolo»), secondo il quale la credenza nel diavolo avrebbe caratteristiche pagane e anticristiane. Fino al XVIII sec., infatti, la dottrina tradizionale sugli angeli e i demoni non ha trovato grandi difficoltà. La tendenza accentuatasi allora, fuori dell’ambito cattolico, a minimizzare o eliminare del tutto ogni elemento soprannaturale, e la conoscenza delle culture extra bibliche portarono a spiegarne la credenza come effetto di un puro sincretismo religioso.
Ormai è evidente: c’è la volontà – anche politica, aimè! – di cancellare il Natale dalla nostra cultura. Non tanto come festa che ci permette di stare a casa dal lavoro; non tanto come periodo dell’anno solare in cui tutti si fanno i regali. No! Nulla di tutto ciò: il 25 dicembre sarà sempre natale - quello con la n minuscola, ovviamente! – in cui tutti ci riposeremo. Ma non sarà più il Santo Natale cristiano – ovviamente quello con la N maiuscola – in cui ricorderemo l’evento epocale che ha stravolto gli uomini, ossia la nascita di Gesù Bambino. Il nostro Signore che si fa carne. Assume la nostra sembianza umana per amore. Non sarà più il Natale che immaginava sant’Ambrogio quando affermava: L’Invisibile diviene visibile nella carne. Adoriamolo: Gloria al Signore! Un esempio lampante di tale volontà è l’Unione Europea con le sue istituzioni. Infatti, la Commissione europea ha deciso di cancellare il Natale dall’agenda-calendario che ha ideato, fatto stampare e distribuito agli studenti d’Europa, appartenenti alle cosiddette superiori.
Marx è tra i pochi pensatori che hanno segnato la storia umana e hanno avuto la capacità di incidere non soltanto sull’orientamento della cultura, ma anche sulle istituzioni e quindi sul destino di milioni di uomini. Ci sono dunque anche alcuni elementi positivi nel pensiero di Marx, ciò però non giustifica la rimanente parte del suo pensiero, anzi molte sue dottrine sono state ampiamente smentite dalla critica e dalla storia successive. Marx pensava che, scomparendo l’antagonismo delle classi sociali, sarebbe cessata l’ostilità delle nazioni. Egli non si rese conto che la violenza si sarebbe in seguito installata all’interno del mondo comunista sotto forma di occupazioni militari o di feroci repressioni. Sottovalutava inoltre la forza dei nazionalismi che sono poi esplosi violentemente dopo il crollo dell’impero sovietico. Marx in tutta la sua vita fu animato da una forte passione per l’uomo. In esse la lotta coraggiosa che egli ha condotto contro il capitalismo, il liberalismo, lo stato e la religione è stata una lotta per l’uomo, per la sua promozione e la sua liberazione.
Due episodi della “cristianofobia” descritta da Benedetto XVI nel discorso alla Curia. Un sito web vicino ad Al Qaeda pubblica una lista di “cani in diaspora” responsabili di fare conversioni. In Somalia gli islamici distruggono e bruciano una biblioteca “sotterranea” cristiana.
Bishal Shercha, nato in una famiglia indù, sta seguendo da circa un anno le lezioni di catechismo ed è la prima volta che festeggia il Natale. L’assenza di minacce da parte degli estremisti consente ai cattolici del Nepal di mostrare a tutti i valori del cristianesimo. Molti i giovani impegnati nella preparazione delle celebrazioni natalizie nelle varie parrocchie del Paese.
Quando, nel 1982, la Comunità di Sant'Egidio accolse circa 20 poveri per il pranzo di Natale nella Basilica romana di Santa Maria in Trastevere, forse pochi immaginavano che questa iniziativa si sarebbe diffusa in tutto il mondo.
Nel 1982 vennero accolti alcuni anziani del quartiere di cui i membri della comunità erano amici da tempo e che quel giorno sarebbero rimasti soli, e alcune persone senza fissa dimora conosciute nelle strade di Roma.
Da quel primo pranzo, ricorda l'organizzazione, “la tavola si è allargata di anno in anno e da Trastevere ha raggiunto tante parti del mondo, dovunque la Comunità è presente”.
Lo scorso anno sono state coinvolte più di 100.000 persone nei cinque continenti.
Riportiamo di seguito una riflessione di don Enrico Finotti, parroco di S. Maria del Carmine a Rovereto (Trento), che apparirà prossimamente sulla rivista di formazione liturgica “Liturgia 'culmen et fons'”.