“Non ci si può basare sul tema della Terra Promessa per giustificare il ritorno degli ebrei in Israele e l'espulsione dei palestinesi”.
Lo ha affermato questo sabato monsignor Cyrille Salim Bustros, S.M.S.P., Arcivescovo di Newton dei Greco-Melkiti (Stati Uniti d’America), durante la conferenza conclusiva del Sinodo dei Vescovi per il Medio Oriente, svoltasi nella Sala Stampa vaticana.
“Noi diciamo come cristiani che la promessa di Dio nell'Antico Testamento è stata abolita dalla presenza del Cristo che ha creato il regno di Dio, quindi non si può più parlare di Terra Promessa, non vi è più un popolo eletto, non vi è più un popolo preferito. Tutti gli uomini e le donne di tutti Paesi sono divenuti il Popolo eletto”, ha spiegato il presule.
“5 milioni di ebrei hanno cacciato 4 milioni di palestinesi dalla loro terra. Questo non è giustificabile”, ha lamentato.
Nel Messaggio al Popolo di Dio indirizzato dal Sinodo, si legge che “non è permesso di ricorrere a posizioni teologiche bibliche per farne uno strumento a giustificazione delle ingiustizie”.
La dimensione religiosa può concorrere alla “risoluzione di crisi e di destabilizzazioni che, spesso con superficialità, portano a guardare al fenomeno migratorio con un certo sospetto, quale fattore di incertezza e di conflitto”.
Lo ha affermato l’Arcivescovo Agostino Marchetto, già Segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i Migranti e gli Itineranti, giovedì 21 ottobre in occasione dell’inaugurazione dell’Anno Accademico 2010-2011 dell'Accademia Olimpica di Vicenza.
L'Arcivescovo ha parlato di “un’attenzione positiva”, “che vuole principalmente educare a superare mentalità ed azioni che nascondono un rifiuto dell’altro o si riducono alla sua esclusione, fino a più ampie limitazioni di diritti e libertà o ad ingiustificate criminalizzazioni nei confronti di coloro che, spinti dai motivi più diversi, lasciano la terra di origine per installarsi in un altro Paese”.
L’educazione cristiana non è altro dallo sviluppo integrale della persona”. E’ quanto affermato da mons. Mariano Crociata, Segretario generale della Conferenza Episcopale Italiana (Cei), nel suo intervento al Consiglio nazionale dell’Azione Cattolica svoltosi sabato 23 ottobre presso la Domus Mariae di Roma.
L’intervento di mons. Crociata ha anticipato il contenuto degli Orientamenti pastorali della Cei per il prossimo decennio, intitolati “Educare alla vita buona del Vangelo”, la cui pubblicazione è ormai imminente.
“Un testo meditato e pensato a lungo”, ha sottolineato Crociata, per un documento atteso non solo all’interno della Chiesa ma anche nella società civile. “Se la Chiesa italiana ha deciso di puntare sulla sfida educativa – ha rilevato il segretario della Cei - non è solo per gli evidenti caratteri di emergenza della situazione attuale”, ma anche perché “non è più tollerabile una visione individualistica dell’uomo”, nella quale si nega che la persona si realizza in pieno “quando si apre all’infinito e alle dimensioni ultime”
Carichi di speranza, aperti allo stupore, desiderosi di incontri per alimentare l’amicizia e camminare insieme alla ricerca della verità e della bellezza. Queste le motivazioni che hanno spinto la Fondazione Meeting, il Centro Culturale Ta’Wassul de Il Cairo e l’ American Muslim Foundation International ad organizzare per il 28 e il 29 ottobre il “Meeting del Cairo”.
Si tratta di un tentativo di replicare nella capitale egiziana, lo spirito che anima il Meeeting per l’amicizia tra i popoli che si svolge a Rimini nelle seconda metà di agosto di ogni anno.
L'evento gode del sostegno del Ministero della Cultura, dell’Università de Il Cairo, dell’Università Americana, del Consiglio Egiziano per gli Affari Esteri e dell’Associazione Bagwash per le Scienze Umane.
Una Cattedrale a Smolensk (Russia) che era stata trasformata in un dipartimento di archivi di Stato verrà ora restituita ai cattolici.
L'agenzia russa Interfax ha riportato la notizia per cui i funzionari di Smolensk stanno discutendo con la Polonia un progetto per resturare la chiesa dopo che gli archivi saranno stati rimossi.
“Dopo che avremo provveduto alla costruzione di un nuovo edificio per gli archivi di Stato, l'anno prossimo, saremo pronti a discutere con la Polonia un piano per restituire o restaurare la chiesa cattolica”, ha affermato il Governatore di Smolensk, Sergey Antufyev.
La Polonia, ha riferito Antufyev, ha detto in molte occasioni di voler prendere parte al restauro della Cattedrale cattolica.
Dietro gli annunci di miracolose cure a discapito degli embrioni ci sono solo affari, brevetti, investimenti. Diceva Louis Pasteur che «la fortuna favorisce soltanto gli spiriti preparati». Accadde così anche per Angelo Vescovi. Figlio di un artigiano bergamasco che cesellava brocche e altri oggetti d’argento e ottone, il giovane perito chimico Vescovi si iscrisse quasi per caso a un corso serale universitario di biologia e poi, per una serie di altri accidenti, fu accolto come volontario all’Istituto neurologico Carlo Besta di Milano. Di giorno brigava (gratis) al Besta o racimolando qualche lira scaricando cassette all’ortomercato, la sera studiava. Si diede da fare, si laureò, dimostrò di saperci fare, finì alle dipendenze di Samuel Weiss all’università di Calgary, in Canada. Fu qui che commise «l’errore madornale» che gli cambiò la vita. Fu a causa di un mezzo errore che riuscì a isolare delle cellule staminali cerebrali da un cervello adulto.
Non è più giusto e più rispettoso della fede cristiana almeno spostare la data di questa festa di Halloween, non farla cioè coincidere con le due significative feste cristiane di tutti i Santi e dei fedeli defunti?
Un Sinodo per la Nuova Evangelizzazione nel 2012: è l’importante annuncio fatto, ieri, da Benedetto XVI al termine della Messa, che ha chiuso il Sinodo per il Medio Oriente. Il Papa ha ribadito l’“urgente bisogno” di una nuova evangelizzazione soprattutto “nei Paesi di antica cristianizzazione”.
Il 26 ottobre 1960 si spegneva ad Amburgo, all’età di 70 anni, il teologo tedesco, Erik Peterson, un evangelico convertitosi nel 1930 al cattolicesimo. Questa mattina, in Vaticano, Benedetto XVI ha ricevuto in udienza i partecipanti al Simposio che, tra ieri e domani, alcune istituzioni pontificie hanno dedicato a questo studioso a 50 anni dalla morte. Rimasto per molto tempo nell’ombra, il lavoro di Peterson è da tempo oggetto di una attenta riscoperta che ha posto in risalto il valore della sua riflessione alla quale sono debitrici molti celebri teologi del Novecento.
"Il Corano dà al musulmano il diritto di giudicare i cristiani e di ucciderli con la Jihad": lo ha detto l’arcivescovo di Mardin dei Siri, mons. Raboula Antoine Beyluni, al Sinodo speciale per il Medio Oriente in corso in Vaticano.
Elencando una serie di motivi che ostacolano, a suo giudizio, il dialogo islamo-cristiano, Beyluni ha affermato che il Corano "ordina di imporre la religione con la forza, con la spada. La storia delle invasioni lo testimonia. Per questo i musulmani non riconoscono la libertà religiosa, nè per loro nè per gli altri. Non stupisce vedere tutti i paesi arabi e musulmani rifiutarsi di applicare integralmente i ’diritti umanì sanciti dalle Nazioni Unite".
"Di fronte a tutti questi divieti e argomenti - si è chiesto infine Beyluni - dobbiamo eliminare il dialogo? No - afferma - sicuramente no. Ma occorre scegliere i temi da affrontare e gli interlocutori cristiani capaci e ben formati, coraggiosi e pii, saggi e prudenti che dicano la verità con chiarezza e convinzione".
Non si riesce più a tenere il conto dei libri su Giovanni Paolo II ma l’ultimo, uscito in Polonia pochi mesi fa, è davvero qualcosa d’insolito. È il ritratto di Karol Wojtyla, visto, descritto e analizzato dai suoi «nemici», gli uomini del regime comunista incaricati di sorvegliarlo, pedinarlo e controllarlo passo dopo passo. Si tratta dei documenti conservati negli archivi del SB, i servizi segreti polacchi, redatti dagli informatori dal 1946 al 1978, vale a dire dal primo giorno di sacerdozio fino all’ascesa al pontificato. «Ku prawdzie i wolnosci», Verso la verità e la libertà (sottotitolo: «Gli organi di sicurezza comunisti e Karol Wojtyla»), edito da Wam, la casa editrice dei gesuiti di Cracovia, è il terzo volume di una collana dedicata agli «Indomiti», coloro che si sono opposti alla dittatura rossa. Ne esce una testimonianza di eroicità quotidiana e di santità, scritta involontariamente da chi odiava la Chiesa. Non sappiamo se e quando il volume sarà pubblicato anche in Italia. Ma già oggi un interessante compendio lo si può trovare nella rivista «La nuova Europa» in uscita a fine ottobre, a cura di Angelo Bonaguro del Centro Russia Cristiana.
Sono trascorsi due anni dalla morte di padre Michele Piccirillo, eppure in molti, in tante parti del mondo continuano a sperimentare il vuoto aperto dal suo addio. Il frate che faceva parlare pietre e mosaici e dava voce ai cercatori di pace richiama la formula che la Scrittura dice di Mosè: «Il suo ricordo è in benedizione».
Lo dimostra il volume che, per l’occasione, Custodia di Terra Santa e Studium Biblicum Franciscanum hanno pubblicato (Michele Piccirillo francescano archeologo tra scienza e Provvidenza, a cura di Giovanni Claudio Bottini e Massimo Luca, Edizioni Terrasanta, pp. 182, euro 18). L’opera, corredata di parecchie immagini, oltre a proporre un profilo biografico a più voci, con i capitoli salienti della vita e le tappe dell’attività – scavi, restauri, mostre… – ricavate dalle schede da lui compilate e dalle note redatte per gli Acta Custodiae Terrae Sanctae o il Notiziario della facoltà di Scienze bibliche e archeologia di Gerusalemme, presenta anche una fitta bibliografia che registra contributi scientifici, saggi e conferenze. Un’occasione dunque per cominciare il regesto di tanto lavoro fatto da padre Michele: insomma, la sua eredità di archeologo e biblista apprezzato dalla comunità accademica internazionale, nell’attesa della miscellanea di studi scientifici affidata a padre Carmelo Pappalardo e a Leah Di Segni, ma anche di un profilo completo che ci dica qualcosa in più sulla sua parabola umana e spirituale, a partire dalla vocazione e dal primo approdo a Gerusalemme, nel settembre 1960.
Uno stuolo di specialisti insegna che le ideologie hanno fatto il loro tempo. Non ci credo. Un ideologo altro non è se non un arrogante che partorisce una tesi sufficientemente "fondamentale" per avere una risposta a tutto e che, appollaiato su questa pietra filosofale, compita dall’alfa all’omega ogni dramma umano. Siamo immersi nell’ideologia, che cava gli occhi come nella Lettera rubata di Edgar Allan Poe, al punto che la sua evidenza impedisce di scorgerla. Non condividiamo la convinzione ultima che il diavolo non esiste? Poiché questo personaggio ha perso grinfie, coda, corna e alito cattivo, concludiamo con ipocrisia che abbia testé ingoiato il certificato di battesimo. La morte di dio si presta a dibattiti. La morte del diavolo non solleva grandi contestazioni, sembra andare da sé. Chi, nelle nostre indulgenti democrazie, si esporrebbe all’obbrobrio di apparire tanto oscurantista da sostenere che resistere al male costituisca la sfida più profonda della condizione umana!
In occasione della Giornata missionaria mondiale vi proponiamo la testimonianza di due giovani, che si sono uniti in matrimonio ieri e che hanno deciso di partire in missione nella Zambia per tre anni. Raggiungeranno la cittadina di Chirundu tra qualche mese, per condividere la vita e la fede con la popolazione locale africana, offrire aiuto nelle strutture socio-sanitarie e lavorare come catechisti e animatori. Sono Giuseppina e Giovanni Stanco di Roma.
La vicenda si riferisce agli incidenti scoppiati a maggio, quando gli agenti impedirono la sepoltura di una donna nel secolare cimitero parrocchiale, fino ad allora posto dal governo tra i siti storici da proteggere, ma poi destinato alla distruzione, insieme a tutte le case della parrocchia, per creare un centro turistico. Il vescovo parlò di “caccia ai fedeli”.
A sette anni dall’invasione e con ingenti entrate petrolifere, il Paese non ha ancora una rete fognaria adeguata, né accesso ad acqua potabile. E la gente inizia a perdere la pazienza.
A Cannes, dove vinse il gran premio della Giuria al festival di Cannes (in pratica il secondo premio, ma meritava la Palma d’oro), sorprese la commozione e la stima conquistata in una critica che non ama certo i film “religiosi”. Nelle settimane scorse, poi, il clamoroso successo in Francia (dove il fatto che racconta è ben noto, mentre da noi molto meno) con tre milioni di persone che l’hanno già visto trasformando Des hommes et des dieux in un fenomeno culturale imprevedibile.
L’ultimo numero della pubblicazione ufficiale della provincia tedesca dei Gesuiti (Jesuiten, 2010/3) ha attratto l’attenzione non solo degli addetti ai lavori ma anche di una folta schiera di filosofi e sociologi, che si interrogano sui cambiamenti avvenuti nella mentalità collettiva negli ultimi 40 anni in Europa e nel mondo occidentale. Il titolo del volume non potrebbe essere, infatti, più chiaro: Jahre des Umbruchs, che letteralmente ed etimologicamente suona come “anni del cataclisma o dei cambiamenti radicali”.
Con contributi autobiografici, non privi di una severa autocritica, si parte dai fatti avvenuti nell’ambito della cosiddetta rivoluzione culturale del 1968 (questo numero appare ben evidente in copertina) per arrivare all’analisi degli stessi in chiave contemporanea. La ricerca, negli anni della ricostruzione post-bellica, di una risposta a tutte le esigenze sociali aveva spostato il baricentro della filosofia e teologia verso ambiti del tutto inesplorati.