Commento al Vangelo di domenica prossima da Radio Vaticana. Il file da scaricare è quello del martedì, il commento è negli ultimi 8 minuti.
Un sito Internet dedicato alle nuove persecuzioni subite dai cristiani è stato lanciato il 25 gennaio su iniziativa della Catholic Radio and Television Network (Crtn) dell'associazione Aiuto alla Chiesa che Soffre (ACS).
Si tratta della pagina web in inglese “Where God Weeps - the suffering Church in focus”, http://www.wheregodweeps.org/ (“Dove Dio piange, una messa a fuoco sulla sofferenza della Chiesa”).
Il nuovo sito vuole offrire agli utenti informazioni complete sulla situazione dei Paesi in cui molti cristiani sono esiliati o uccisi, e raccoglie testimonianze di Vescovi, Cardinali e missionari sul tema.
Nel contesto del Messaggio di Papa Benedetto XVI per la Giornata Mondiale delle Comunicazioni Sociali di quest'anno, sul tema “Il sacerdote e la pastorale nel mondo digitale: i nuovi media al servizio della Parola”, il Cardinale Carlos Amigo Vallejo, OFM, Arcivescovo emerito di Siviglia, ha parlato con ZENIT dei mezzi di comunicazione, in particolare del giornalismo cattolico e della sua importanza per la Chiesa.
Nel settore della comunicazione, ha spiegato, la Chiesa si trova “davanti a due estremi”: “da un lato, la vita e l'attività della Chiesa non si conoscono, sono emarginate e si passa sopra con indifferenza a tutto ciò che odora di religione”, “dall'altro, sorprende che quei media che si dichiarano apertamente difensori della scomparsa dell'aspetto religioso dalla vita pubblica e sociale siano quelli che dedicano più spazio alle notizie riferite alla Chiesa, sempre, com'è da aspettarsi, con una versione negativa”.
A seguito dei suggerimenti di un giovane haitiano, la Comunità di Taizé ha invitato tutti coloro che possono a pregare, individualmente o in gruppo, per il popolo di Haiti il 12 di ogni mese per 12 mesi, dopo il terremoto del 12 gennaio.
Il sevizio stampa della Comunità ha reso noto che prima del 12 febbraio verrà pubblicato sulla web di Taizé un suggerimento di preghiera da usare in quel giorno.
Il giovane che ha proposto l'iniziativa è stato volontario a Taizé nell'estate 2006. Ora ha sottolineato l'importanza della preghiera e assicura che i canti di Taizé gli danno “una forza e una fiducia che non avrei mai potuto immaginare”.
“Non so più distinguere tra la vita e la morte – ha scritto –, ma Dio è grande, ed essendo amore è già pronto il suo piano d'amore”.
Nel chiudere i lavori del Consiglio permanente, il Cardinale Angelo Bagnasco, Presidente della Conferenza Episcopale Italiana (CEI) ha fatto riferimento alla Giornata della Memoria definendo “'un orrore” quella tragedia che coinvolse milioni di vittime innocenti”.
Secondo quanto riferito in una dichiarazione da mons. Domenico Pompili, portavoce della CEI, il porporato, dopo aver espresso solidarietà ai fratelli ebrei che di quella follia furono vittime, si è augurato che “la nostra generazione non dimentichi e costruisca sentieri di riconciliazione e di pace, come auspicato dal Papa nel suo recente discorso alla Curia romana in occasione degli auguri natalizi”.
Per rilanciare il Concilio Vaticano II, la Fondazione Ambrosianeum ha promosso un portale Internet presentato questo martedì a Milano.
Il nuovo portale (www.vivailconcilio.it) vuole conservare la memoria e i contenuti e far conoscere ai giovani questo avvenimento che ha portato la Chiesa cattolica verso il terzo millennio.
Mai più Auschwitz, mai più tragedie simili a quella della Shoah, frutto di odio razziale e religioso. E' questo l'accorato appello di Benedetto XVI risuonato questo mercoledì, nell'aula Paolo VI, al termine dell'Udienza generale.
Le parole del Papa hanno richiamato la commemorazione quest'oggi del “Giorno della memoria”, istituito nel 2000 dal Parlamento Italiano al fine di ricordare la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.
Due relazioni saranno esaminate e votate dall’Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa questa settimana, spiega l’esperto di diritto europeo Grégor Puppinck in questa intervista rilasciata a ZENIT.
Una di queste contiene una proposta di risoluzione diretta a promuovere i diritti dei cosiddetti “LGBT” (Lesbiche, Gay, Bisessuali e Transessuali), tra i quali sono contemplati anche il matrimonio, l’adozione e l’inseminazione artificiale. L’altra, invece, è a favore di una politica di riduzione demografica, che comprende tra i suoi strumenti anche l’aborto.
Grégor Puppinck è direttore dello European Centre for Law and Justice*, una ONG con sede a Strasburgo specializzata in diritto europeo, ed ha partecipato ai lavori del “Comitato di esperti sulla discriminazione fondata sull’orientamento sessuale e l’identità di genere” (DH-LGTB) del Consiglio d’Europa.
Ha destato scalpore la lettura della 'Relazione di consulenza tecnica medico-legale', relativa alla morte di Eluana Englaro, fatta dal gip di Udine in occasione della seduta in cui ha definitivamente stabilito che il tutto è avvenuto “regolarmente”.
Nella relazione vengono riportate le note dell’équipe del dottor Amato De Monte che sedeva accanto a Eluana e registrava di ora in ora gli “elementi indicativi di sofferenza”.
Come ha riportato Lucia Bellaspiga sulla pagine di Avvenire (14 gennaio 2010) si tratta di un rapporto “meticoloso”, in cui è descritta l’agonia di Eluana.
“La sua voce – è scritto – si è sentita sette volte”. I suoni si moltiplicano il 4, il 5 ed il 6 di febbraio. Una infermiera ha annotato 'Sembrano sospiri'. L’8 di febbraio (il giorno prima di morire) il rapporto parla di “nessun suono”, ma ore e ore di “respiro affaticato e affannoso”. Nei palmi delle mani, strette, i segni delle sue stesse unghie.
Proprio oggi, in un momento di forte dibattito sui rapporti tra cristiani e musulmani, il Pontefice Benedetto XVI ha indicato san Francesco come esempio per il dialogo con l’Islam.
Per questo motivo abbiamo posto alcune domande a padre Pietro Messa, ofm, Preside della Scuola Superiore di Studi Medievali e Francescani presso la Pontificia Università “Antonianum” di Roma.
Sarà un caso che all’indomani del pronunciamento della commissione al Parlamento francese sulla questione del burqa, il direttore amministrativo del tribunale penale di Amman, Fadel al-Hamud ha dichiarato al giornale locale ’al-Raì che nel 2009 c’è stato un notevole aumento di crimini commessi per mezzo del niqab. Per l’esattezza 104 commessi da persone mascherate sotto il niqab a fronte dei 170 registrati nei due anni precedenti.
Sarà un caso che Hasan al-Shalghumi, l’imam di Seine Saint Denis si è dichiarato a favore del provvedimento contro il burqa e il niqab, dichiarando pubblicamente che tali indumenti non hanno nulla di religioso, non hanno niente a che vedere con il Corano e che chi li indossa debba trasferirsi in Paesi che, come l’Arabia Saudita, avallano queste pratiche.
A Port au Prince sono arrivati i medici, Chiara e Alberto, e quasi non si sa da dove cominciare tante sarebbero le cose da fare subito. Ma non si tratta solo di guarire malattie o sfamare persone: sarebbe paradossalmente più facile. La vera fatica è prendersi cura, far sentire alle persone, a cominciare dai bambini, «che qualcuno si occupa di te». Il diario della giornata di ieri di Fiammetta Cappellini, cooperante di Avsi ad Haiti.
Marin Cilic, l'uomo nuovissimo del tennis mondiale, ha 21 anni, viene dalla mistica Medjugorje, si allena a Sanremo, e lo manda Ivanisevic. Stesso fisico, stesso coach del campione di Wimbledon 2001 - l'australiano Bob Brett, specializzato in croati, che fu anche il pigmalione di Becker - ma carattere e braccio (destro, non mancino) opposto a Cavallo Pazzo. «Marin è un tipo calmissimo: sembra un vigile che dirige il traffico sulla linea di fondo», dice di lui Andy Roddick, che ieri ci ha perso nei quarti a Melbourne. «Al primo set e al quinto aveva sempre la stessa espressione. E nel gioco mi ricorda Agassi». Un Agassi lungo 198 cm: stessa altezza e stessa età di Del Potro, il vincitore degli ultimi Us Open. I prototipi del tennista del futuro? «Essere alti e servire forte aiuta», spiega Marin, ragazzino gentile, educatissimo e affilato, quasi bidimensionale nei suoi 82 chili. «Ma non basta per vincere. Io, Del Potro, Querrey sappiamo anche muoverci con grande agilità. Sappiamo rispondere bene, non solo picchiare il servizio. E abbiamo talento: per questo sorprendiamo gli avversari».