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Messaggio del 25 dicembre 2018: Cari figli! Vi porto mio Figlio Gesù che è il Re della pace. Lui vi dona la pace, che questa pace non sia solo per voi, figlioli, ma portatela agli altri nella gioia e nell'umiltà. Io sono con voi e prego per voi in questo tempo di grazia che Dio desidera darvi. La mia presenza è il segno dell'amore, mentre sono qui con voi per proteggervi e guidarvi verso l'eternità. Grazie per aver risposto alla mia chiamata.

Notizie dai giornali cattolici



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Tre chiese cattoliche sono state attaccate nei giorni scorsi nello Stato indiano del Karnataka, ha reso noto l'agenzia delle Missioni Estere di Parigi (MEP), “Eglises d'Asie”. Gli attacchi sono avvenuti dopo la minaccia di un gruppo induista di ricorrere alla violenza se il Governo federale non avesse reagito contro le aggressioni avvenute in Australia contro cittadini indiani.
Il Segretariato della Commissione degli Episcopati della Comunità Europea (COMECE) si è congratulato, con un comunicato, per l'adozione da parte del Parlamento Europeo di una risoluzione che condanna i recenti attentati contro le comunità cristiane in Egitto e in Malaysia. La morte, il 6 gennaio scorso, di sei cristiani copti e di un poliziotto in Egitto (cfr. ZENIT, 7 gennaio 2010) e gli attacchi contro chiese e luoghi di culto in Malaysia (cfr. ZENIT, 8 gennaio 2010) “rappresentano gravi attentati contro i diritti umani”, afferma un comunicato della COMECE.
Dal 25 gennaio p. Sinnott è di nuovo a Pagadian luogo dove era stato rapito lo scorso 11 ottobre. Ad accoglierlo i volontari e i bambini disabili dell’opera di carità da lui diretta fino al giorno del rapimento. Egli dice che l’incidente subito non gli impedirà in alcun modo di proseguire la sua opera di carità.
Al’udienza generale Benedetto XVI illustra la figura di San Francesco, icona di Cristo, modello di dialogo con i musulmani e ne sottolinea l’aver agito insieme con la Chiesa. “il senso della fraternità universale e l’amore per il creato”. Anche la costruzione della pace è legata al rispetto della natura.
“Tutti siamo in diritto di chiedere una televisione migliore e abbiamo il dovere di farlo”. In questa frase pronunciata da Luca Bernabei, direttore delle attività produttive della Lux Vide, è sintetizzato il senso del lavoro che la sua società sta portando avanti con coraggio, ma anche con successo di pubblico, dal 1992. Queste sono le parole che venerdì 15 gennaio, a Roma, nella prestigiosa sala dell’ICEF (Iniziative culturali, educative e familiari), Luca Bernabei ha pronunciato presentando, davanti a una sala gremita, uno specimen del nuovo film per la televisione “Sant’Agostino”, diretto da Christian Duguay in una produzione congiunta italiana, polacca e tedesca.
E’ possibile approfondire le effettive potenzialità religiose di Internet, esaminando con realismo anche alcuni rischi e pericoli scaturibili da impieghi errati della Rete. Infatti, pur essendo il Web uno spazio virtuale in cui testimoniare la propria spiritualità e professare la propria fede, si è profondamente consapevoli che Internet non potrà mai sostituire la capacità comunicativa della relazione interpersonale, via primaria di trasmissione della fede.
Un cimitero senza lapidi. E' il deserto della Libia, attraversato dalle rotte dei migranti. Qui «sono i morti che cercano i vivi» scrive Gianni Passavini, in un reportage che esce mercoledì sul settimanale Oggi. «Li trovi senza cercarli. Passi col tuo fuoristrada e lì, dove tutto è sabbia color ocra, vedi spuntare una camicia azzurra, un lembo che sventola, quasi a voler segnalare una presenza». E' quella di un ragazzo nero disteso nella sabbia. Uno dei tanti che hanno perso la vita, non solo la speranza di cambiarla. Molti sono anche quelli che tentano di ritornare al loro paese, dopo essere stati intercettati in mare da qualche nave militare e riconsegnati al loro destino africano, che ripassa per forza dal deserto dalla Libia. Sempre che riescano a sfuggire ai centri di detenzione predisposti da Gheddafi.
Fonti di AsiaNews parlano di “una persecuzione che prosegue nell’indifferenza generale” e aggiungono che “i cristiani vivono nel panico” e mirano a lasciare la città, convinti che “non si tratta di criminali normali” e che dietro agli attacchi ci sono “precisi piani politici”.
La lettera di Fiammetta Cappellini da Haiti arriva nella notte: nella desolazione di una città distrutta, piccoli segni di speranza indicano a tutti che la ricostruzione è possibile. Intanto si lavora negli accampamenti, tra bambini vessati dalle malattie e donne in gravidanza.
Non ci sono solo i nuovi politici cattolici nella prolusione di Mons. Bagnasco di lunedì al Consiglio permanete della Cei. Il primo posto e il più importante lo occupa - dice Sandro Magister, vaticanista de L’Espresso - l’incontro degli uomini con Dio, la Chiesa e la salvezza. Ma anche la preoccupazione che cattolici disorientati e senza anticorpi non sappiano opporsi al nuovo radicalismo militante.
"Se non fossi Papa, sarei gia' a Medjugorje a confessare". Giovanni Paolo II pronuncio' questa frase in un colloquio con la veggente Mirjana Dragicevic. Lo rivela il postulatore della causa di beatificazione, mons. Oder. Il sacerdote riferisce anche che poco prima dell'attentato di Ali Agca del 1983 "i servizi segreti italiani avevano segnalato l'esistenza di un progetto di sequestro di Giovanni Paolo II da parte dei terroristi delle Brigate rosse"
Un giorno, una delle suore in servizio nell’appartamento pontificio vide Giovanni Paolo II particolarmente affaticato e gli confidò di essere «preoccupata per Sua Santità». «Anch’io sono preoccupato per la mia santità» fu la sorridente e fulminea risposta di Papa Wojtyla. Preoccupazione infondata, ora che la causa di beatificazione si sta concludendo e presto il Pontefice polacco salirà sugli altari. Comincia con questo episodio piccolo eppure illuminante sulla personalità di Karol Wojtyla, il libro che il postulatore della causa Slawomir Oder ha scritto con il giornalista Saverio Gaeta rivelando testimonianze inedite emerse durante il processo. Il libro, Perché è santo (Rizzoli, pp. 200, 18,50 euro), è stato presentato ieri a Roma dal cardinale José Saraiva Martins, Prefetto emerito della Congregazione delle cause dei santi. ... Nel libro, che riporta il meglio delle 114 testimonianze agli atti della causa, pur omettendo i nomi di chi ha testimoniato, vengono confermati gli aspetti mistici di Giovanni Paolo II e il suo dialogo con Maria: uno dei suoi collaboratori, mentre parlavano delle apparizioni mariane, gli chiese se avesse mai visto la Madonna. La risposta del Papa fu netta: «No, non ho visto la Madonna, ma la sento». E alla luce di queste parole sono destinate a pesare le molteplici testimonianze che attestano come Wojtyla credesse alle apparizioni di Medjugorje. Nel libro si riportano, accreditandole, le parole da lui pronunciate nel 1987, durante un breve colloquio, con la veggente Mirjana Dragicevic, alla quale confidò: «Se non fossi Papa, sarei già a Medjugorje a confessare».